Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In ogni relazione poco dipende dall’altro Siamo noi a decidere cosa ci meritiamo

- Di Candida Morvillo

Carissima, ho 26 anni e non riesco a essere felice. Sto con un uomo che amo e che mi ama. Tutto deriva dal primo periodo, in cui lui mi parlava del fatto che con la ex fidanzata (relazione di cinque anni, lasciati cinque anni fa) era rimasto in buoni rapporti. In realtà si è trattato di una forzatura, nel senso che appena lui si è messo con me, questa donna che anagrafica­mente potrebbe essere mia madre ha iniziato a dire cattiverie e a cercare di farsi notare con amici comuni pensando che io glieli «rubassi». Una bambina. Lui mi ha poi rivelato di aver cercato negli anni di mettere da parte l’odio pur consapevol­e che si trattava di una donna con ben poca bontà d’animo. Ecco, la sua figura mi terrorizza per motivi paradossal­i: costei è una bruttissim­a persona, estremamen­te frustrata, incattivit­a e con zero attenzione alla propria cura mentre il mio compagno tiene (oggi) molto alla cura dell’aspetto (senza eccedere, ovviamente). E dunque, mi chiedo: per starci insieme, il mio fidanzato doveva amarla più di me? Lui nega e, nei fatti, dimostra di amarmi molto, ma... Io non riesco a essere felice. Sono terrorizza­ta da questa donna che si è presa gioco del mio essere bendispost­a e ho sviluppato una vera e propria ossessione temendo che lui mi ami di meno. Lui sostiene addirittur­a che l’amore vero lo ha provato solo per me. Ma più vado avanti, più mi spengo. Con affetto,

Anna

Cara Anna, arrovellar­ci sulla misura dell’amore altrui è il più sicuro dei passatempi per rovinarci le giornate. Ed è una di quelle trappole diaboliche della mente buone solo a tenerci apatici e spenti. Possiamo ragionare all’infinito sui sentimenti dell’altro, ma capisce anche lei che il cuore ha ragioni impossibil­i da cogliere con la ragione. Chiederci se l’amato ci ama, e quanto e perché ci ami, è un classico spostament­o dal nocciolo del problema ed è più dannoso che ozioso. Se la vita fosse facile, basterebbe che noi ci amassimo moltissimo. Basterebbe questo a darci la misura dell’amore che meritiamo e a eliminare in automatico dalle nostre relazioni chi non risponde a quel segnale magico e naturale che avoca ad allinearsi qualunque creatura sulla stessa lunghezza d’onda. In ogni relazione, pochissimo dipende dall’altro e moltissimo da noi. Siamo noi a decidere cosa ci meritiamo. Prenda la storia del suo fidanzato con la ex: donna abbrutita, sciatta e malevola, a voler prendere per buona la sua descrizion­e. Non è un caso che in quel periodo il suo uomo si curasse di meno. Doveva essere una fase un po’ buia per lui. Non credo che amasse tantissimo quella donna, credo che amasse pochissimo se stesso. Noi cerchiamo sempre fuori quello che sentiamo dentro. Cerchiamo fuori risposte e cerchiamo fuori colpevoli. Siamo maestri della distrazion­e. Siamo bravissimi a non occuparci del vero problema. Siamo bravissimi a farci male, più che a stare bene. Quanto è più facile per lei ingaggiare un corpo a corpo con il fantasma della ex che fu, piuttosto che guardarsi dentro e chiedersi cos’è davvero quel vuoto, quel senso di insoddisfa­zione e di incompiuto che la avvilisce? Non ne verrà mai a capo finché si domanda cosa passa per la testa di lui. Si chieda piuttosto se questa gelosia postuma e insensata non sia insoddisfa­zione di se stessa.

Tanti dicono bene della gelosia, come se fosse un segnale d’amore. Lo è, ma di un amore malato e insicuro. Io sono affascinat­a da questa ex, ci vedo l’incubo di ogni donna, la

tentazione di tutte noi, ci vedo lo spettro della strega, di quell’archetipo femminile deleterio, così a portata di mano per ciascuna di noi e, all’apparenza, così capace di ottenere tutto quello che vuole. Tutte noi segretamen­te invidiamo quelle donne che non fanno la nostra fatica per tentare di essere brave, belle, intelligen­ti, curate e amabili e che pure riescono a prendersi quello che vogliono. Sono falsi miti. Nessuna strega conosce la vera pace, la vera felicità, nessuna strega semina altro se non rovina per sé e per le persone che impatta. Il potere della strega è chiarament­e un falso storico. Tuttavia, la strega ci fa rabbia. Tuttavia vorremmo anche noi quel presunto tanto che lei sembra ottenere con così poco. Lei di che cosa ha così paura da essere terrorizza­ta di una rivale chiarament­e non temibile? Teme, forse, di non essere abbastanza per quell’uomo? Di non avere, forse, superpoter­i? Di dover faticare di più per ottenere di meno? Ha forse paura di non essere abbastanza rispetto al suo potenziale? Io conosco un solo modo per avere risposte su chi siamo. Ed è quello di bloccare ogni immagine negativa che entra nella nostra testolina, ogni pensiero che diminuisce il nostro stato vitale e ci butta giù e ci avvita in una spirale di emozioni negative. Credo che quei lampi che arrivano e fanno variabile negativa si aggancino al nostro sistema complessua­le, a quell’infernale coazione a ripetere che ci riporta a malesseri antichi e ci inchioda a stare lì, in gabbie di dolore che, in fondo, sembrano più sicure dell’ignoto che c’è fuori. Quelle immagini, quei pensieri sono istruzioni fallaci. Basta bloccarle quando le sentiamo arrivare. Basta togliere quelle, ci provi, per ritrovarsi dentro uno stato vitale bello, sano, positivo e foriero di forza, intuizioni, lucidità. Non mi azzardo a definirla una legge della fisica, ma mi passi il concetto: è necessario azzerare i brutti pensieri per fare emergere quelli veri, belli, giusti. Le risposte giuste arrivano solo se togliamo le domande sbagliate.

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La foto di Candida Morvillo è di Giuseppe Di Piazza
Francisco Goya «Il Sabba delle streghe» 1820/1823 La foto di Candida Morvillo è di Giuseppe Di Piazza
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