Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Berlusconi tratta e non molla Caldoro Ma Carfagna insiste: «Si faccia di lato»
Regionali, dietro la battaglia nel centrodestra ecco la sfida per la futura gestione di Forza Italia
NAPOLI «L’intesa per i candidati delle amministrative c’è stata tempo fa, per cambiarla ci vogliono argomenti molto convincenti che ad oggi non sono stati messi in campo da nessuno».
Silvio Berlusconi, intervistato da Rainews24, continua a difendere Stefano Caldoro. L’ultimo vertice del centrodestra sulle candidature delle Regionali è finito male. Ma proprio per questo, ora, si è più vicini alla soluzione, come indicano le rotte misteriose della politica.
Anche dalla Lega fanno sapere che «la volontà è di chiudere presto». Ma a sbandare non è soltanto la coalizione. Anche Forza Italia slitta pericolosamente in curva. La vice presidente della Camera, Mara Carfagna, rilancia subito contro la candidatura di Caldoro: «Proverei a fare uno sforzo per trovare un nome, una squadra e un programma che possano garantire l’unità della coalizione — risponde a Maria Latella su Sky Tg24 — . Per farlo c’è bisogno di un passo di lato e di individuare un nome e un progetto che siano in grado di privilegiare l’unità della coalizione».
Insomma, Caldoro continua a dividere Carfagna da Berlusconi. Ma la partita, in Forza Italia, non è più tanto sulle elezioni, quanto sul futuro coordinamento regionale degli azzurri: con la ex ministra delle Pari opportunità pronta alla scalata. Obiettivo comune anche ad Antonio e Fulvio Martusciello: il primo è stato coordinatore campano di FI nel ‘94 ed ora è in pole per sfidare De Luca; il secondo è europarlamentare ed è considerato molto vicino al Cavaliere. Ma anche in questo caso Caldoro potrebbe avanzare crediti se dovesse esaurirsi la sua spinta verso la candidatura alle Regionali.
E nel resto della coalizione cosa accade? Fratelli d’Italia fa finta di rimanere alla finestra: il suo candidato Raffaele Fitto in Puglia avrebbe già raccolto molte adesioni per formare una decina di liste contro l’uscente Michele Emiliano e il terreno che si prepara in Campania — con la crisi degli azzurri e la Lega che è decisa a chiudere la porta alle tante proposte di impegno elettorale che pervengono ai suoi vertici — potrebbe rivelarsi più che fertile per il raccolto del consenso. «La Lega — fanno sapere da via Bellerio — è prima forza politica del Paese e lavora responsabilmente su programmi e progetti per il futuro, con liste pulite e rinnovate (nessuno spazio per chi è coinvolto in brutte vicende). Inoltre, guarda con grande interesse ai Comuni al voto, soprattutto a quelli nel Centrosud, dove Salvini vuole confermare e rafforzare il proprio radicamento».
Ma se gli alleati ci provassero, quali sarebbero gli argomenti più convincenti per far cambiare idea a Berlusconi? Il Cavaliere, da gran negoziatore qual è, non immagina di dover uscire a mani vuote dalla trattativa: peraltro in una regione come la Campania dove i sondaggi continuano a confermare il successo di Vincenzo De Luca. La Lega, oltre alla moral suasion, può fare ben poco: a Salvini di certo non conviene forzare la mano fino ad intestarsi la candidatura alla presidenza della Regione con il rischio non solo di dividere o demotivare la coalizione, ma di incassare un altro flop dopo quello emiliano. Sarebbe pienamente soddisfatto, come ripete spesso, se ottenesse la palma di primo partito in Campania. Per questo, dopo l’ex governatore, non restano che le proposte di Antonio Martusciello (il fratello Fulvio ha commentato contro l’attacco di Carfagna, ma in modo da consacrare Caldoro come esempio «storico» di buona amministrazione) e del deputato Paolo Russo, molto vicino a Carfagna.
L’intesa sui candidati per le Regionali c’è stata già tempo fa
Per cambiarla occorrono argomenti convincenti che per ora mancano