Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sulle liste è Salvini che detta le regole «In Campania no al modello Cesaro»
De Siano: impresentabili? Dalle nostre parti non c’è neppure un condannato. Dalle sue non so
NAPOLI Il candidato presidente del centrodestra in Campania «va a Forza Italia». Stefano Caldoro «stacca» la concorrenza, che per la verità non si era mai troppo materializzata finora, è si assicura la leadership della sua coalizione per la corsa a palazzo Santa Lucia. Caldoro sarà al suo terzo tentativo, dopo aver fatto già per cinque anni il governatore, dal 2010 al 2015. Ma è Matteo Salvini a dettare i tempi e le regole del gioco, ponendo paletti abbastanza rigidi e alzando l’asticella del posizionamento della Lega. Ne vien fuori che in Campania e Puglia «ci saranno vicepresidenti della Lega e per noi è un passo storico nelle regioni del sud». Inoltre, dice l’ex ministro dell’Interno, «c’è la garanzia di liste pulite». Ma non solo. Perché «per la Campania — dice ancora Salvini — il modello Cesaro non è il nostro modello. Ed abbiamo deciso di puntare sui Comuni dove ci saranno molti candidati leghisti».
Insomma, al Sud non punta sulle presidenze ma su molto altro il numero uno del Carroccio. E quando parla di «modello Cesaro», di fatto entra nel campo avversario, quello di Forza Italia, con Stefano Caldoro che non prende bene la dichiarazione né, pare, intenda accettare diktat da una forza politica diversa da quella forzista sui nomi della sua lista.
Una dichiarazione, quella di Salvini, che fa fare scintille nel centrodestra nelle ore immediatamente successive alla designazione di Caldoro, in una sfida che sembra fermare le lancette degli orologi a cinque anni fa quando i nomi in campo erano gli stessi di oggi: De Luca per il centrosinistra, Caldoro per il centrodestra e Ciarambino per il M5s.
Dunque, un lustro più tardi la sfida si ripete, sempre con gli stessi giocatori a disputarsi la partita, ma con il centrodestra che si ritrova a derimere una vicenda di non poco conto alla vigilia della campagna elettorale. Anche perché escludere Cesaro, come immagina Salvini, significherebbe non candidare l’attuale capogruppo regionale degli azzurri, Armando Cesaro, figlio di Luigi e recordman di preferenze alle ultime regionali: ed è difficile pensare che Forza
Italia lo tenga in panchina.
A stretto giro arriva anche la replica di Domenico De Siano, coordinatore campano di Forza Italia, a Salvini: «Il lombardo segretario regionale della Lega in Campania o è in mala fede o è male informato. Ci meraviglia, perché garantisti, che in fatto di impresentabilità sia così poco documentato su Forza Italia e sugli ex di Forza Italia che non ha esitato ad imbarcare nel suo partito in Campania, mentre con piglio giustizialista che non trova uguali neppure tra i grillini più sfegatati, finge di ignorare che dalle nostre parti, ma non dalle sue, non c’è neppure un condannato».
De Siano, ma non solo. Perché nell’entourage di Caldoro si racconta di come il candidato in pectore non abbia condiviso affatto il diktat leghista e per questo si pensa che sia necessario un chiarimento nel centrodestra prima che si possa tenere anche la conferenza stampa di presentazione ufficiale del candidato in Campania con Salvini, Meloni e Tajani.
Ma la posizione di Salvini viene rilanciata anche da Nicola Molteni, segretario regionale in Campania della lega di Matteo Salvini che parte proprio dallo «stop all’egemonia dei Cesaro in Campania», per arrivare alle «liste della Lega in importanti comuni di tutta la regione». Ed ancora: «La Lega ha dato dimostrazione di grande generosità sbloccando lo stallo sulle candidature e che avrebbe danneggiato la coalizione. L’obiettivo è dare un taglio al malgoverno della sinistra anche in Campania e costruire una classe dirigente di qualità, per confermare le buone ricette della Lega anche in questa splendida regione che merita grandi cose anziché i Mastella, i De Luca o qualche impresentabile che danneggia il centrodestra».
In Campania si è registrata una prima storica presenza leghista a Giugliano, Casalnuovo, Caivano e Mugnano. Ora «l’obiettivo è — spiegano sempre fonti leghiste — esprimere un primo cittadino leghista a Poggiomarino e lavorare in prospettiva per un candidato sindaco della Lega a Benevento e Caserta».
Il vicepresidente
Abbiamo puntato su molti Comuni: a noi andranno, oltre al vicepresidente regionale, i candidati sindaci di Caserta e Benevento