Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Lampade di polistirolo, nuova frontiera del design
Connettere arte e impresa in un nuovo circolo virtuoso e in un’area industriale speciale, quella di Marcianise, uno degli insediamenti produttivi più importanti del casertano, seconda area industriale italiana, un tempo la Brianza del Sud, lì dove Adriano Olivetti scoprì un particolare genius loci legato alla matematica.
Si intitola «Materia Viva_oneLab, fisica, chimica, estetica dei materiali in un unico laboratorio» l’incontro che giovedì dalle 11.30 alle 17.30, nella sede dell’Airpol di Marcianise vedrà imprenditori, architetti, giovani designer e artisti «evidenziare il potenziale grandissimo di un territorio», spiega Maria D’Ambrosio, docente di Pedagogia della comunicazione e culture digitali dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, «e annunciare l’avvio (dopo la sperimentazione) della fase di produzione di lampade e complementi d’arredo (ri)nati dal polistirolo». Si perché il polistirene espanso è un materiale riutilizzabile pressoché all’infinito e quella che vi raccontiamo è la storia della connessione, qualche anno fa, tra un brevetto del Cnr di Pozzuoli, la Airpol, azienda che tratta polistirene per usi alimentare ed edilizi e di un percorso circolare che prende gli scarti industriali di una stessa area industriale e li rimette in un nuovo circuito rigenerativo e riproduttivo. Andiamo per ordine. Che succede con il polistirolo abbandonato nei rifiuti? Con il brevetto, se ne riesce a ricavare una polpa da usare per inglobare altri rifiuti. Diventa, in sintesi, un gel che insieme ad altri elementi (carboresine, vetroresine, fibre tessili) funziona cozione me una pasta duttile pronto ad assumere altre forme. Quelle modellate dagli studenti del corso di laurea in Design dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli per il progetto «Fare luce» ideato da Maria d’Ambrosio per l’associazione F2Lab e curato da Francesca Castanò e Carla Langella per il dipartimento di Architettura e Disegno industriale della Università della Campania. Nascono così le lampade di polistirolo. «Ciascuna lampada racconta un pezzo di storia dell’area industriale di Marcianise, con la canapa che richiama la vocazione del territorio degli passati, con gli inserti di calcestruzzo, in riferimento all’area archeologica. Abbiamo realizzato prototipi di prodotti luminosi pensati per illuminare e rendere visibili gli spazi di un’area produttiva ricca di storia che unisce l’archeologia classica a quella industriale, l’agricoltura alla manifattura».
L’obiettivo? «Quello di ridisegnare il paesaggio individuandone i segni da far riemergere per riconfigurare una nuova mappa del territorio». Terminata ormai la fase sperimentale, «siamo pronti per produrre anche complementi di arredo soprattutto perché il gel di polistirolo si presta a essere forgiato anche secondo la texture che il designer, l’artista sceglie di volta in volta». Il senso «è quello di connettere in un ciclo virtuoso arte, tecnologia e territorio per una rigenerazione di tutta l’area. Un piccolo esempio virtuoso in cui l’industria continua a fare l’industria ma diventa anche manifattura, artigianato nel fare la materia».