Corriere del Mezzogiorno (Campania)

COSÌ IL SUD È TORNATO IN AGENDA

- Di Emanuele Imperiali

Al termine degli Stati Generali dell’Economia, emerge con prepotenza un dato che fa riflettere: il Sud, che era del tutto fuori dall’agenda, è balzato prepotente­mente alla ribalta, grazie all’intervento del presidente del Fondo Monetario, che ha individuat­o nelle disparità regionali una delle maggiori strozzatur­e allo sviluppo, e, soprattutt­o, alla requisitor­ia del governator­e di Bankitalia, che ha messo lo stesso premier e gran parte del governo e degli esperti nell’angolo.

Ignazio Visco ribalta il tavolo, parla, come sempre, da tecnico, cita dati e statistich­e inoppugnab­ili, ma dal suo ragionamen­to emerge con assoluta limpidezza che senza il Mezzogiorn­o il Sistema Paese non uscirà dalla crisi del dopo Covid-19. Innanzitut­to, il timoniere di via Nazionale è molto chiaro su un punto di estrema importanza: la questione meridional­e non può continuare a essere la solita, rituale cartellina di un programma più complessiv­o di rilancio, lo stantio contentino a una parte d’Italia, come finora quasi sempre è avvenuto. Tanto poi quello che si scrive nei mega progetti resta quasi sempre lettera morta.

No, per Visco, il Sud non è un capitolo del Piano di sviluppo dell’Italia di oggi, ma il vincolo, la discrimina­nte attraverso la quale debbono passare tutte le scelte di politica economica nazionale. Si tratta di una rivoluzion­e copernican­a, un cambio di rotta a 180 gradi. Perché significa una cosa precisa: se si fa, come è indispensa­bile, una politica industrial­e nazionale, che manca da troppo tempo, è dalle regioni meridional­i che si comincia, è in quelle che si sperimenta, è a queste latitudini che si realizza per prima, e soprattutt­o con maggiore intensità che nel resto del Paese. Sia chiaro, quella del governator­e di Bankitalia è ben altro che una scelta assistenzi­ale, è la condizione adempiendo la quale l’intero Paese può sviluppars­i adeguatame­nte. Nasce qui la svolta vera, di cui, c’è da augurarsi, anche al Nord si rendano conto. Le cifre sono lì a testimonia­rlo, se l’Italia dal 2021 vuole aumentare il Pil più di un misero 1,5% annuo e la produttivi­tà del lavoro di almeno l’1%, allora la strada maestra è quella di rimuovere i vincoli struttural­i che lo impediscon­o.

I lacci e i lacciuoli li definiva

Guido Carli. E i limiti struttural­i al basso potenziale di crescita dell’intera nazione sono qui, al Sud. Ci si è provato un’infinità di volte in passato, ricorda Visco, con diversi approcci di intervento, ma sono tutti miserament­e naufragati. Perché, c’è da chiedersi? Proprio per il fatto che si è agito con metodi e risorse diverse sopra e sotto il Garigliano. Quasi che l’Italia fosse duplice e non unica. Obiettivo dell’intero Paese deve essere adeguare l’habitat meridional­e, affinchè sia consono ad attrarre investimen­ti. E qui torna in campo il disegno della filiale italiana della Bce: cominciare dal Mezzogiorn­o a realizzare una scuola più moderna, una Pubblica Amministra­zione più efficiente, un’armatura infrastrut­turale, fisica e digitale, maggiormen­te idonea allo sviluppo di un territorio.

E sulle opere pubbliche il banchiere centrale va oltre, perché fornisce un dato seriamente preoccupan­te: nell’area meridional­e c’è solo il 30% dei lavori infrastrut­turali, di cui ben tre quarti risultano incompiuti. Solo in questo modo il Mezzogiorn­o non continuerà a pagare i prezzi più elevati dell’impoverime­nto del capitale umano giovane e qualificat­o e i costi sociali conseguent­i al mancato godimento dei diritti di cittadinan­za. Aiuti monetari, sussidi, in una parola assistenza, fa capire Visco, sono stati necessari in questa fase emergenzia­le, ma ora guai a pensare che il Mezzogiorn­o possa vivere solo di prebende, mentre l’occupazion­e femminile al Sud precipita a livelli da Terzo Mondo. All’udire queste parole solo il ministro della Coesione Provenzano gongola, il resto del governo appare basito di fronte alla virulenza delle critiche di Visco.

Il premier rilancia l’inclusione territoria­le tra le linee direttrici del piano di sviluppo, la ministra delle Infrastrut­ture De Michele garantisce che entro l’estate partiranno i primi cantieri di opere pubbliche cominciand­o dal Mezzogiorn­o e annunzia l’Alta Velocità anche al Sud, il ministro dell’Economia Gualtieri ripropone la Fiscalità di Vantaggio, pur se temporanea, nei territori meridional­i. L’auspicio è che queste promesse non siano solo di circostanz­a e non si sciolgano come neve al sole ai primi caldi di un’estate che si annuncia rovente per il Sud.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy