Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Caldoro (ri)lancia la sfida a De Luca «Ma combattiamo ad armi pari»
Tiene banco il diktat leghista contro il capogruppo Fi. Presto vertice tra l’ex premier e Salvini
«Ora combattiamo ad armi pari. Non ci difendiamo dietro allo scudo della Regione Campania, dell’utilizzo dei fondi pubblici per l’interesse politico o solo di una parte che è legata a pochi amici. Ma discutiamo dei problemi reali, dei problemi di ogni giorno che interessano i cittadini. E guardiamo anche un po’ indietro: alle tante cose che non sono state fatte in questi cinque anni e alle cose che invece servono per il futuro della nostra regione».
Affida ad un video le (poche) parole ufficiali dopo essere stato scelto come candidato del centrodestra. Perché prima della conferenza stampa ufficiale con il centrodestra (oppure da solo, si vedrà), Stefano Caldoro e tutta Forza Italia aspettano che ci sia un chiarimento con Salvini sulla candidatura di Armando Cesaro, attuale capogruppo di Forza Italia in Campania e recordman di preferenze alle regionali 2015 degli azzurri. Voti troppo importanti per la lista del (ri)candidato Stefano Caldoro ai quali, a quanto pare, il leader della Lega vorrebbe rinunciare: «Caldoro è un ottimo candidato ma in Campania si cambia e il modello Cesaro non è il nostro modello», ha tuonato il leader del Carroccio facendo saltare il taglio del nastro dell’avvio della campagna elettorale.
Ma se parla Salvini, questo è il pensiero che circola in Forza Italia, la risposta non può che essere di pari livello: ecco perché il «caso» Cesaro da ieri è sul tavolo di Silvio Berlusconi. Tocca infatti direttamente al fondatore di Forza Italia discutere e intendersi con Salvini; o magari anche al vicepresidente di Forza talia, Antonio Tajani, ma solo dopo che Berlusconi avrà deciso il da farsi. In un senso o nell’altro, quindi sia per dare ragione a Salvini che per andare invece allo scontro e impuntarsi sula ricandidatura di Armando Cesaro. In politica, del resto, le sorprese non si possono mai escludere mai. E se si parla di candidature e di liste, tutto è possibile fino all’ultimo minuto, forse anche secondo utile.
La matassa è tutt’altro che semplice da sbrogliare e rischia di mettere in salita l’avvio della campagna elettorale di Caldoro, che a sua volta resta in posizione molto garantista rispetto alla questione. In ogni caso, dal quartier generale del candidato del centrodestra traspare un senso di fastidio: non è pensabile — è il ragionamento — che come si annuncia il candidato già si impongono paletti, per di più entrando nel merito di liste che non sono quelle della Lega ma di Forza Italia. Ma Salvini sull’argomento «liste pulite» e sullo «stop all’egemonia di Cesaro» appare irremovibile. «Non mi interessano le polemiche, l’importante è che ci siano liste pulite e che in Campania l’epoca dei Cesaro e dei Cosentino è finita», ha ripetuto ieri Salvini a Santa Croce sull’Arno (Pisa) dove ha incontrato gli imprenditori del distretto conciario. «Se il segretario della Lega dice una cosa così indietro non torna», confermano un po’ tutti nel Carroccio in Campania. E quindi: si andrà allo scontro? Si rischierà la rottura nel centrodestra in Campania? Si vedrà. Di sicuro, Berlusconi, prima di decidere, parlerà con le diverse anime di vertice di Forza Italia: questo potrebbe anche sottintendere che la decisione non arriverà in fretta, atteso che le liste si chiuderanno dopo ferragosto. Ma è chiaro che in questo caso si darebbe un vantaggio al centrosinistra e ai Cinquestelle fino ad allora. Ma i richiami di Salvini sulle «liste pulite» hanno già scatenato la bagarre a livello regionale, Domenico De Siano, coordinatore in Campania di Forza Italia, ha reagito a brutto muso contro il suo omologo della Lega in campania, Nicola Molteni, che come Salvini ha dichiarato che in Campania «servono liste di qualità» e che sia necessario lo «stop all’egemonia di Cesaro». «Il lombardo segretario regionale della Lega in Campania o è in mala fede o è male informato. Ci meraviglia, perché garantisti, che in fatto di impresentabilità sia così poco documentato su Forza Italia e sugli ex di Forza Italia che non ha esitato ad imbarcare nel suo partito in Campania, mentre con piglio giustizialista che non trova uguali neppure tra i grillini più sfegatati, finge di ignorare che dalle nostre parti, ma non dalle sue, non c’è neppure un condannato». Parole durissime alle quali non è arrivata una vera e propria replica. Perché lo scontro ha raggiunto in poche ore un livello altissimo che per trovare la quadra dovranno discuterne direttamente Salvini e Berlusconi. Senza esclusione di colpi.