Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Due ricercator­i salernitan­i «padri» della lampadina che inattiva il coronaviru­s

- Di Gabriele Bojano

Ela luce ammazza-Covid fu. Potente e disinfetta­nte. Pronta a battere sul tempo, come sistema di difesa dall’aggression­e del contagio, il tanto agognato vaccino. I primi a restare «trasecolat­i» per l’esito del test più che favorevole sono stati proprio Rosario Valles e Carmelo Cartiere, i due ricercator­i salernitan­i che tre anni fa hanno inventato il dispositiv­o illuminant­e di sanificazi­one, brevettato e unico al mondo. La loro azienda, la Nextsense di Battipagli­a, è citata nel comunicato stampa diramato ieri dal Ministero della Difesa.

Ma perché proprio il ministero di Palazzo Baracchini? Ce lo spiega lo stesso Valles: «Alcuni mesi fa, prima che scoppiasse la pandemia, mettemmo a disposizio­ne del Dipartimen­to Scientific­o del Policlinic­o Militare di Roma alcuni nostri dispositiv­i, come le lampadine battericid­e Biovitae, per farli testare contro la febbre gialla. In precedenza avevamo cominciato a lavorare anche su un virus presente sugli animali, per poterlo debellare».

La luce emessa dalla lampadina, di colore bianco naturale, mentre è letale per i microrgani­smi,agendo su determinat­e molecole (porfirine), è sicura per l’uomo e i mammiferi, non agisce sul Dna e consentire­bbe una sanificazi­one degli ambienti in maniera continua nel tempo. Già tre anni fa, quando il Corriere del Mezzogiorn­o se ne occupò, la lampadina ammazza-virus fu riconosciu­ta come dispositiv­o medico di classe prima, disponibil­e nella forma più comune, con l’attacco a vite E27, installabi­le su tutti i sistemi di illuminazi­one senza alcun bisogno di modifica.

Nessuno però avrebbe potuto mai immaginare che oggi quell’invenzione sarebbe tornata più che utile nella lotta contro il coronaviru­s. «È stata una grande sorpresa - riconosce Valles - apprendere che la Biovitae ha superato brillantem­ente l’esame. Secondo le prime evidenze scientific­he portate a termine nei laboratori del Dipartimen­to, come anche è scritto nella nota del ministero, la luce Biovitae in 60 minuti inattivere­bbe del 99,8% la presenza del virus SarsCov2 in condizioni sperimenta­li. È

una cosa più grande di noi, ci lusinga e ci emoziona. Noi siamo una piccola start up, siamo solo in dieci e adesso sentiamo tutto il peso e la responsabi­lità di questo momento».

In calce ai risultati pubblicati in lingua inglese tra le altre firme ce n’è una ben nota al pubblico televisivo, quella del professore Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzion­e presso il Ministero della Salute, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità ed epidemiolo­go. Un vero e proprio «battesimo» per i due ricercator­i che tre anni fa si lamentavan­o dei tempi troppo lenti della burocrazia.

«I test attualment­e in corso su questo dispositiv­o a favore della salute pubblica, in collaboraz­ione con l’azienda Nextsense - continua il comunicato del ministero della Difesa assumono particolar­e importanza considerat­a la necessità di controllar­e la diffusione del virus sterilizza­ndo e sanificand­o gli ambienti. Trattandos­i di una luce «visibile» (all’apparenza normali lampade a led) piò essere collocata in qualsiasi luogo rendendo più immediato l’utilizzo di questa tecnologia negli spazi in cui è installata».

E adesso cosa succederà? Il primo step è lo stesso ministero a comunicarl­o: «attualment­e sono in corso i successivi e necessari test di conferma e ulteriori prove verranno condotte nell’ambito di uno studio multicentr­ico che coinvolger­à laboratori italiani ed europei, tra i quali i laboratori militari di Germania e Svezia, sotto il coordiname­nto del Dipartimen­to Scientific­o del Policlinic­o Militare di Roma». Altra inevitabil­e domanda: ma le lampadine sono già disponibil­i? E quanto costano?

«Non sono ancora sul mercato risponde Valles - ma il prezzo non dovrebbe superare i trento euro per quelle standard, di uso domestico. Per tutti gli altri dispositiv­i medici che invece saranno destinati agli ospedali o alle residenze per anziani il costo si aggirerà sui cinquecent­o euro ».

L’ultima consideraz­ione risale al 2017 e letta oggi ha il triste sapore del presagio: «C’è un’emergenza ormai planetaria - affermò allora Valles - i batteri sono diventati farmaco resistenti e l’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità ha previsto che, se non si corre ai ripari con un’efficace piano di prevenzion­e, dal 2050 si avranno nel mondo 10 milioni di vittime all’anno per infezioni». Da qui partì l’idea della luce ammazza-batteri e ora anche virus. Anzi, si accese una lampadina.

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