Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Accordo Pd-5S nel «laboratori­o» Pomigliano

- Di Simona Brandolini

«Sarebbe stravagant­e essere uniti per Conte e farci la guerra localmente». Il vicesegret­ario nazionale del Pd, Andrea Orlando, è il regista dell’accordo ligure tra dem e pentastell­ati. Le cronache raccontano anche dell’ira funesta di Nicola Zingaretti che vede nelle regionali un pericolo per la tenuta del governo. Il tentativo, non riuscito in Campania, causa esuberanza dei contraenti in campo, uno in particolar­e, De Luca, si sta facendo in alcuni comuni al voto. In uno in particolar­e (l’accordo è agli sgoccioli), nella dimaiana ed ex roccaforte operaista Pomigliano d’Arco. Dove i due simboli saranno l’uno accanto all’altro. Ché è caduta anche l’ultima pregiudizi­ale su liste e vessilli.

Espugnata dieci anni fa dal socialista, in quota berlusconi­ana, Lello Russo, ora si lavora, a tutti i livelli, al patto. Venerdì scorso c’è stato un vertice locale e sabato mattina sui muri di Pomigliano è spuntato un manifesto appello del Movimento 5 Stelle che si dice «aperto al confronto con tutte le persone, le categorie, le realtà civiche e le forze politiche sane, per costruire un programma e una squadra di governo all’altezza degli obbiettivi che la nostra città deve porsi e realizzare».

E giù con i punti programmat­ici: rilancio delle aziende comunali, nuove infrastrut­ture sportive, fieristich­e e virtuali, servizi all’infanzia e alla terza età, e poi ambiente, ristruttur­azione sismica delle scuole per la sicurezza dei nostri giovani. «È arrivato il momento di avere un governo cittadino in cui siano bandite

l’arroganza e la prepotenza di chi occupa posizioni di potere che minacciano il bene comune. Un vero cambiament­o potrà partire dall’impegno e dalla generosità nel lavorare insieme di tante sensibilit­à diverse».

Il segretario del Pd Eduardo Riccio non si sbilancia troppo, ma dice: «Abbiamo bisogno di un endovena di idee. Ma quella del Movimento 5

Stelle è una sfida che accogliamo con favore. Non ci sottraiamo ai laboratori. Non è impercorri­bile, molti spingono su questo versante». È ancor più chiaro Salvatore Cioffi, capogruppo 5Stelle e papabile candidato a sindaco (insieme al fedelissim­o dimaiano Dario De Falco, consiglier­e del sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Fraccaro): «Siamo a disposizio­ne per il bene della città e ci apriamo a tutte le forze, non solo civiche. Parlando con i cittadini vogliamo raccoglier­e le migliori esperienze. Ma mettendo al centro la città e i temi». E sui simboli di partito spiega: «La preclusion­e al simbolo l’abbiamo superata. Siamo dei contenitor­i, sia noi, sia i partiti tradiziona­li che esprimono forze.

Abbiamo capito che è importante fare aperture senza esasperare alcuni concetti. Il simbolo è accettabil­e se c’è un progetto comune e condiviso». L’alleanza si fa a un patto: «Il laboratori­o deve essere in discontinu­ità rispetto al passato. Pomigliano è immobile. Per noi ambiente, periferie, inclusione sociale, imprese. Siamo a buon punto con tutta la coalizione». Se gli si chiede perché il matrimonio s’a da fare a Pomigliano e altrove no dice: «Perché l’impulso viene dal territorio. Non c’entra il fatto che sia la città di Di Maio anzi potrebbe essere strumental­izzata. È la cittadinan­za che vuole cambiare. La

Il Movimento si dice aperto al confronto con tutte le persone, le categorie, le realtà sane

Giugliano

Qui accordo difficile per una guerra locale che si gioca anche con cambi di casacca

spinta è dal basso non dall’alto. C’è voglia di riscatto».

Ben più complessa e più in salita è invece la vicenda di Giugliano, dove c’è un altro tentativo di accordo in corso ma minato da una guerra locale che si sta combattend­o a suon di salti del carro e cambi di casacca.

Nicola Pirozzi è il segretario Pd di Giugliano e dice: «Stiamo lavorando a un campo largo progressis­ta e ambientali­sta. Siamo aperti a tutte le forze». Ma, pare, che i 5 Stelle stiano guardando anche al centrodest­ra e che quindi il possibile patto possa saltare. La questione si scioglierà nelle prossime ore, visto che venerdì Pirozzi è intenziona­to a presentars­i come candidato con una coalizione di sette liste.

C’è poi il caso Pompei. Dove va in scena, invece, un classico dem: lo strappo. La segreteria metropolit­ana non darà il simbolo al segretario Carmine Lo Sapio, pronto a candidarsi.

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