Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Hai la panza» E la dodicenne bullizzata sui social finisce in ospedale
Il racconto di una battaglia difficile «Ancora adesso ci bersagliano»
«Io mangio e non ingrasso, questo tu non te lo puoi permettere»; «guarda e invidia». Sono messaggi in un italiano grossolano e scorretto: «Pagherebbe miliardi per levarsi quella panzana (evidentemente si riferivano alla pancia, ndr) ma purtroppo ha preso i geni della mamma, quindi è destinata ad essere obesa tutta la vita...». E ancora: «Ti faccio piangere sangue. Attenta alle cose che dici, perché poi picchio a te e a tua mamma. Attenta, che io mi suicido dopo che ho ucciso te. Attenta che muori tu prima di me, stai scherzando con il fuoco, non sai di cosa sono capace». Per almeno tre mesi una ragazzina vomerese di 12 anni è stata bombardata da messaggi di questo tipo da due conoscenti poco più grandi di lei; un maschio e una femmina, uno dei quali ha già compiuto 14 anni, l’altra no.
«Mia figlia per fortuna è forte e ha trovato il coraggio di raccontarmi tutto, ma altri adolescenti sono più fragili. Per questo chiedo che ai minorenni sia proibito l’uso dei social: le conseguenze possono essere terribili». Nonostante la difficile situazione che la famiglia sta vivendo, la madre di Asia non perde la tranquillità. Avvocato civilista, collabora spesso con il Tribunale minorile: quando ha visto la piega che prendeva il legame tra la figlia e i due compagni, non ha esitato a denunciare tutto.
Avvocato, quand’è stato che sua figlia ha conosciuto i suoi persecutori?
«Lo scorso marzo: lui frequentava la stessa palestra, lei la stessa scuola, al Vomero. Nel quartiere i ragazzi della stessa età si incontrano spesso negli stessi luoghi».
All’inizio era un rapporto normale?
«Con alti e bassi dal primo momento. Si tratta di due ragazzi problematici, soprattutto il maschio: fuma, beve, è seguito dai servizi sociali».
Come è scattata la molla del bullismo?
«Quando ho capito che quei due ragazzi non erano sereni e non regalavano serenità a mia figlia ho cercato di interrompere i loro contatti: immagino che questo abbia scatenato la loro reazione scomposta. Asia, che pure è una ragazzina forte e strutturata, mi ha chiesto aiuto». Che cosa è accaduto? «Hanno cominciato a insultare pesantemente mia figlia e a pubblicare foto nelle quali lei appariva in sovrappeso o comunque non al top».
A quel punto lei ha cercato i genitori...
«Ho rintracciato solo la madre del ragazzo, la quale, anziché prodigarsi per calmare le acque, si è mostrata del tutto indifferente: mi ha risposto che, per quanto la riguardava, le fotografie di mia figlia erano pubbliche e dunque suo figlio non le avrebbe rimosse come io avevo chiesto. Non solo: dopo questo colloquio i due ragazzi si sono incattiviti ancora di più. E se la sono presa anche con me, che nei loro confronti sono stata sempre gentile e leale».
Difficile da immaginare che due adolescenti possano arrivare a tanto.
«Invece è successo. La ragazza ha postato fotografie in cui mangiava di gusto, asserendo che Asia non avrebbe potuto permetterselo. Tutti e due hanno cercato di allontanarla dagli altri amici: una cosa che a quell’età può essere pericolosa. Hanno creato dozzine di falsi profili su Instagram, uno più inquietante dell’altro. Nei miei confronti sono piovuti insulti pesantissimi e irriferibili».
Sua figlia li ha avvertiti che avrebbe denunciato?
«Certo, più volte; li ha ammoniti che le chat sarebbero state consegnate alla Procura minorile: la reazione è stata una valanga di insulti osceni. Non le dico quando le agenzie hanno raccontato l’accaduto e i siti le hanno rilanciate. Anche adesso, in questo momento, stanno minacciando mia figlia. Sono anche sciocchi, perché nei video e nelle
foto ci sono le loro facce. Perché io so perfettamente chi sono e dove abitano: nella denuncia ho fornito tutti i loro dati».
Come ha reagito Asia a tutto questo?
«Si è sentita male e ho dovuto accompagnarla in ospedale. Per fortuna si è ripresa, perché è una ragazzina forte e sa che la sua famiglia la protegge, ma non riesce a mangiare normalmente e preferisce non uscire di casa».
È già stata contattata dalla Procura minorile?
«Non ancora, del resto la denuncia è di pochi giorni fa e l’integrazione di ieri. La prossima settimana, se nel frattempo non sarà accaduto nulla, andrò io dai pm. Sono certa che interverranno con sollecitudine, come è giusto che sia».
Come mai ha deciso di rendere pubblica la sua denuncia?
«Perché sono fermamente convinta che i social debbano essere vietati ai minorenni, troppo spesso non in grado di gestirli. Al di là di quello che è capitato a mia figlia leggo e vedo cose assurde se non addirittura pericolose».
Violenza verbale Sono fermamente convinta che i social debbano essere vietati ai minorenni, troppo spesso non in grado di gestirli Al di là di quello che è capitato a mia figlia leggo e vedo cose assurde se non pericolose