Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«È stato orrendo Trattato da boss davanti a tutti»

L’ex direttore del Tg4: «In Italia i mafiosi vengono scarcerati e io finisco nei guai»

- Roberto Russo

NAPOLI Fede, ma che combina, a 89 anni suonati si dà alla macchia?

«Guardi se non fosse un dramma ci sarebbe da ridere, invece è stato orrendo. Mi hanno arrestato come un boss, mentre mangiavo una semplice insalatina in compagnia di mia moglie. Una cosa che non si spiega in un paese civile. È stato terrorizza­nte. Mi sono venuti ad arrestare per evasione perché non ho atteso le disposizio­ni per i servizi sociali. In un ristorante si sono presentati un capitano dei carabinier­i, peraltro gentilissi­mo, con tre militari, come fossi il peggiore dei delinquent­i. Ora mi stanno chiamando amici da tutto il mondo solidali con me, in tanti dicono “in Italia scarcerano i boss e arrestano Fede”».

Però lei è evaso dai domiciliar­i.

«Io ho comunicato ai carabinier­i di Segrate che mi sarei recato a Napoli per farmi visitare una gamba dal mio osteopata di fiducia. Dopo una bruttissim­a caduta sono costretto a muovermi con un bastone e a Napoli c’è un medico bravissimo. Così ho pensato di tornare qui per la visita e, al tempo stesso, per festeggiar­e il mio ottantanov­esimo compleanno con mia moglie. Tenga presente che ho già scontato sette mesi e sono autorizzat­o a muovermi per esigenze di cura. Sei giorni fa, il tribunale di sorveglian­za di Milano, precisamen­te il magistrato La Rocca, mi ha comunicato che mi era stata concessa una liberazion­e anticipata. A quel punto prima di partire per Napoli ho avvisato i carabinier­i della caserma di Segrate a Milano dove risiedo. Ho preso il treno per il capoluogo campano e avrei fatto ritorno tre giorni dopo».

Poi ha incontrato sua moglie, Diana De Feo.

«Sì, arrivato a Napoli ho preso possesso della stanza all’hotel Santa Lucia. Ho chiamato Diana e ci siamo visti per mangiare una pizza da Antonio e Antonio in via Partenope…».

Ma non ha detto di aver mangiato un’insalata?

«Sì, confermo, in realtà io ho ordinato una sempliciss­ima insalata. Nemmeno il tempo di gustarla che è arrivato al tavolo il proprietar­io del ristorante imbarazzat­o. “Dottore, di là ci sono i carabinier­i che vogliono parlarle” mi ha detto. Guardo Diana stupito e mi alzo con difficoltà, poggiandom­i sul bastone e accompagna­to dal ristorator­e mi reco in cucina. Trovo tre carabinier­i in borghese molto gentili e molto imbarazzat­i a loro volta. Mi comunicano che purtroppo sono in arresto per evasione dai domiciliar­i. Guardi non s’immagina come mi sono sentito, mi sembrava uno scherzo. Invece loro mi dicono che devo seguirli, mi fanno entrare in un’auto civetta e mi scortano nella mia stanza al Santa Lucia. Mi è stato intimato che dovevo rimanere qui recluso senza potermi affacciare alla finestra. E pensare che sono claustrofo­bico».

Ed è ancora lì ovviamente, nella sua stanza.

«E certo, dove potrei andare? Ahi! (si lamenta) la gamba mi fa molto male. Ora devo attendere qui l’udienza a Napoli del processo per evasione, mi assiste Salvatore Pino che certamente farà valere le mie ragioni. Ma la cosa sconvolgen­te è che, nonostante la gentilezza dei militari, l’arresto in pubblico resta una esperienza orrenda, guardi non l’augurerei al mio peggior nemico. Mi sconvolge soprattutt­o un pensiero: è successo a me che sono in grado di difendermi, ma se capita a un poveraccio? Quello si trova la vita distrutta per sempre».

” Avevo avvertito i carabinier­i di Segrate che venivo a Napoli per farmi visitare una gamba dopo la caduta

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