Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«È stato orrendo Trattato da boss davanti a tutti»
L’ex direttore del Tg4: «In Italia i mafiosi vengono scarcerati e io finisco nei guai»
NAPOLI Fede, ma che combina, a 89 anni suonati si dà alla macchia?
«Guardi se non fosse un dramma ci sarebbe da ridere, invece è stato orrendo. Mi hanno arrestato come un boss, mentre mangiavo una semplice insalatina in compagnia di mia moglie. Una cosa che non si spiega in un paese civile. È stato terrorizzante. Mi sono venuti ad arrestare per evasione perché non ho atteso le disposizioni per i servizi sociali. In un ristorante si sono presentati un capitano dei carabinieri, peraltro gentilissimo, con tre militari, come fossi il peggiore dei delinquenti. Ora mi stanno chiamando amici da tutto il mondo solidali con me, in tanti dicono “in Italia scarcerano i boss e arrestano Fede”».
Però lei è evaso dai domiciliari.
«Io ho comunicato ai carabinieri di Segrate che mi sarei recato a Napoli per farmi visitare una gamba dal mio osteopata di fiducia. Dopo una bruttissima caduta sono costretto a muovermi con un bastone e a Napoli c’è un medico bravissimo. Così ho pensato di tornare qui per la visita e, al tempo stesso, per festeggiare il mio ottantanovesimo compleanno con mia moglie. Tenga presente che ho già scontato sette mesi e sono autorizzato a muovermi per esigenze di cura. Sei giorni fa, il tribunale di sorveglianza di Milano, precisamente il magistrato La Rocca, mi ha comunicato che mi era stata concessa una liberazione anticipata. A quel punto prima di partire per Napoli ho avvisato i carabinieri della caserma di Segrate a Milano dove risiedo. Ho preso il treno per il capoluogo campano e avrei fatto ritorno tre giorni dopo».
Poi ha incontrato sua moglie, Diana De Feo.
«Sì, arrivato a Napoli ho preso possesso della stanza all’hotel Santa Lucia. Ho chiamato Diana e ci siamo visti per mangiare una pizza da Antonio e Antonio in via Partenope…».
Ma non ha detto di aver mangiato un’insalata?
«Sì, confermo, in realtà io ho ordinato una semplicissima insalata. Nemmeno il tempo di gustarla che è arrivato al tavolo il proprietario del ristorante imbarazzato. “Dottore, di là ci sono i carabinieri che vogliono parlarle” mi ha detto. Guardo Diana stupito e mi alzo con difficoltà, poggiandomi sul bastone e accompagnato dal ristoratore mi reco in cucina. Trovo tre carabinieri in borghese molto gentili e molto imbarazzati a loro volta. Mi comunicano che purtroppo sono in arresto per evasione dai domiciliari. Guardi non s’immagina come mi sono sentito, mi sembrava uno scherzo. Invece loro mi dicono che devo seguirli, mi fanno entrare in un’auto civetta e mi scortano nella mia stanza al Santa Lucia. Mi è stato intimato che dovevo rimanere qui recluso senza potermi affacciare alla finestra. E pensare che sono claustrofobico».
Ed è ancora lì ovviamente, nella sua stanza.
«E certo, dove potrei andare? Ahi! (si lamenta) la gamba mi fa molto male. Ora devo attendere qui l’udienza a Napoli del processo per evasione, mi assiste Salvatore Pino che certamente farà valere le mie ragioni. Ma la cosa sconvolgente è che, nonostante la gentilezza dei militari, l’arresto in pubblico resta una esperienza orrenda, guardi non l’augurerei al mio peggior nemico. Mi sconvolge soprattutto un pensiero: è successo a me che sono in grado di difendermi, ma se capita a un poveraccio? Quello si trova la vita distrutta per sempre».
” Avevo avvertito i carabinieri di Segrate che venivo a Napoli per farmi visitare una gamba dopo la caduta