Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Pagherebbe per levarsi la panza» Dodicenne bullizzata su Instagram
Traumatizzata, è finita in ospedale. Gli insulti postati da due suoi conoscenti
«Ti faccio piangere sangue. Attenta alle cose che dici, perché poi picchio a te e a tua mamma. Attenta, che io mi suicido dopo che ho ucciso te. Attenta che muori tu prima di me, stai scherzando con il fuoco, non sai di cosa sono capace». Per almeno tre mesi e ancora ieri una ragazzina vomerese di 12 anni, che chiameremo Asia, è stata bombardata da messaggi di questo tipo da due conoscenti poco più grandi di lei; un maschio e una femmina, uno dei quali ha già compiuto 14 anni, l’altra no. Quando ha capito che l’ondata di insulti, minacce e provocazioni non si sarebbe fermata ha chiesto aiuto alla madre: entrambe, assistite dall’avvocato Sergio Pisani, hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri di Capodimonte (anche se il Comando provinciale ha inspiegabilmente negato la circostanza); certamente la Procura minorile interverrà, almeno nei confronti del ragazzino che è imputabile. Nel frattempo, però, Asia è stata male e la madre nelle scorse settimane ha dovuto portarla al Santobono perché fosse sottoposta a una serie di esami. Niente di grave, per fortuna, ma la preoccupazione rimane, anche perché, ogni volta che esce, la ragazzina rischia di trovarsi davanti i due
hater.
A dare la stura agli insulti è stato il presunto sovrappeso della dodicenne, una ragazzina molto graziosa che non ha particolari problemi di linea (se ne avesse, ovviamente, non cambierebbe nulla). Sono state postate su numerosi falsi profili Instagram fotografie della bulla che mangia con commenti di questo genere: «Io mangio e non ingrasso, questo tu non te lo puoi permettere»; «Guarda e invidia». Sono messaggi in un Italiano grossolano e scorretto: «Pagherebbe miliardi per levarsi quella panzana (evidentemente si riferivano alla pancia, ndr) ma purtroppo ha preso i geni della mamma, quindi è destinata ad essere obesa tutta la vita. Peccato: il fisico dell’amica mia, Asia può solo guardarlo su Instagram». Ed ecco come, ribaltando la situazione e pensando forse al proprio comportamento, il quattordicenne descrive Asia sui social: «È una ragazzina pericolosa, manipolatrice, cattiva e psicopatica. Minaccia (anche di morte) e si diverte a mettere terrore psicologico e ansia alle persone. Le piace sentirsi temuta e vuole a tutti i costi comandare su tutti. Credo che chiunque debba starle lontano». Il ragazzino è già seguito dai servizi sociali e probabilmente, ritiene la madre della dodicenne perseguitata, avrebbe bisogno di un robusto sostegno psicologico.
Tutti i messaggi e i video sono stati consegnati da madre e figlia ai carabinieri: pagine e pagine fitte di insulti, oscenità, minacce gravissime. Dopo la prima denuncia, poiché la situazione era addirittura peggiorata, è stato necessario tornare in caserma e fare un’integrazione. Molto spesso i messaggi non erano indirizzati direttamente ad Asia, ma alle sue amiche, che si sono così ritrovate coinvolte, loro malgrado, nell’odiosa vicenda. La stessa madre della ragazzina, un avvocato civilista molto sensibile al tema del bullismo, è stata presa di mira e bersagliata con una raffica di invettive e volgarità. Tuttavia non si è lasciata intimidire, ma ha tirato dritto per la sua strada segnalando i responsabili della persecuzione.
La vicenda di Asia è l’ultima di una lunga serie che ha visto come protagonisti dei giovanissimi: lo scorso 25 febbraio, sulla propria pagina Facebook, la madre della dodicenne aveva postato la notizia di una ragazzina di Cesena perseguitata dai bulli perché «troppo grassa»: si era lanciata nel vuoto dal terrazzo. Una sorprendente coincidenza, perché di lì a poche settimane anche sua figlia sarebbe stata presa di mira da due giovanissimi hater con lo stesso pretesto. Proprio la grande attenzione a questo problema ha indotto l’avvocato ad approfondire la situazione quando ha fiutato che il comportamento dei due «amici» della figlia appariva anomalo. Non si sbagliava.
Contro di lei video e foto di minacce «Ti faccio piangere sangue, stai attenta»