Corriere del Mezzogiorno (Campania)

IL GIOCO VERTICALE DEI DUE MEDIANI

- di Marco Marsullo

Hellas Verona – Napoli è principalm­ente Juric contro Gattuso. Perché Verona e Napoli sono due squadre che hanno bisogno di velocità e campo aperto per vivere, un po’ come le piante con la luce, piazzate sempre vicino alla finestra. E i due allenatori, che da giocatori erano due medianacci rognosi, si sono riscoperti moderni Guardiola con la fame di verticalit­à di Zeman. Gli azzurri, pure con i veneti, hanno giocato da Napoli. Da Napoli nuovo, redivivo, quello che sta prendendo la forma del veleno agonistico che scorre nelle vene del suo allenatore, ormai sempre più uomo copertina. Stiamo sfruttando gli stadi vuoti per ascoltare meglio le urla di Rino durante i novanta minuti: spettacolo nello spettacolo. Non ci è voluto molto prima che la città si innamorass­e di lui, uomo del Sud, outsider per natura, volontà allo stato puro. Il primo gol lo fa Arek Milik che, certo, non sarà Mertens, per intensità, emotività con il golfo e record in bacheca, ma è uno che i suoi gol li fa sempre, pure che viene chiacchier­ato un po’ troppo dai suoi stessi tifosi. Allan è tornato titolare ma ringhia meno, forse qualche rimpianto per quella mancata cessione iper milionaria al Psg c’è. Mentre Koulibaly è – ancora di più – quello del formato sarrista, mettendosi alle spalle la copia di sé stesso ancelottia­na, sbiadita e disattenta. Tra il primo e il secondo gol del Napoli, all’inizio del recupero, c’è in mezzo una classica partita del periodo Covid-19: qualche passaggio di troppo sbagliato in avvio, la girandola pazza delle sostituzio­ni, le squadre che finiscono la benzina al settantesi­mo. Capitolo Lozano: suo la seconda marcatura, suo l’erroraccio nel finale, solo davanti alla porta. Sua la discussion­e con Gattuso in settimana per l’accusa di scarso impegno durante l’allenament­o. Dei napoletani, invece, le domande su questo giocatore. Vero interrogat­ivo del futuro di questo Napoli, adesso che si sa chi resterà e chi no, dopo i rinnovi fatti e quelli mancati, resta il messicano. Bidone, o aspettiamo Godot? Nel dubbio, il Napoli si prende altri tre punti fondamenta­li per la rincorsa al quarto posto. Forse è un po’ utopistica (specie vedendo l’Atalanta), ma alla fine a questo serve l’utopia: a farti andare avanti. O no?

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