Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il boom delle barche prese a nolo tra marinai improvvisa­ti e sirene

Nell’estate del post Covid ci siamo tutti trasformat­i in diportisti nautici Ma oltre alla competenza c’è anche il galateo ad imporre una serie di regole

- Anna Paola Merone

Provate a cercare una barca disponibil­e di questi tempi. Fate una telefonata, un giro sui moli, una ricognizio­ne attraverso qualche amico «marinaio» e capirete che in questa estate post Covid si sono tutti trasformat­i in diportisti nautici. Con una serie di conseguenz­e imbarazzan­ti.

É vero, trovare un posto libero su una spiaggia è diventato un affare serio. E, diciamolo senza troppi giri di parole, i prezzi sono lievitati oltre ogni decenza. Va bene che i titolari degli stabilimen­ti balneari hanno dovuto ridurre il numero di ombrelloni e lettini, ma questo non giustifica richieste esose e incomprens­ibili. Nei lidi — dove prima i lettini erano addossati l’uno sull’altro — ora si respira appena. Eppure i prezzi praticati sono quelli di stabilimen­ti a cinque stelle, cui si somma il costo della cabina imposta da tantissimi.

Ma torniamo alle nostre barche. Gommoni, gozzi, motoscafi... Al largo è tutto un fiorire di improvvisa­ti marinai che se ne vanno in giro con natanti che hanno sulla murata le indicazion­i del noleggiato­re con tanto di cellulare. In tanti, nomen omen, hanno epiteti pittoresch­i: Il Chiattone, Mano Mozza, il Pacioccone, Calimero... Facile immaginare che, se si decide di prendere a noleggio un gozzetto per il weekend, ci si troverà a trattare con novelli Capitan Uncino o con omaccioni dediti alla buona cucina, abbronzati come pulcini neri .... Siete avvertiti: non sperate di ottenere sconti. Tirare sul prezzo sarebbe più facile in un mercato levantino che su un molo del litorale campano.

Ed eccoli i nostri prodi. Timone, ancore, cime .... Molti non sanno neanche che il mare è salato, ma sorprenden­temente si avventuran­o, si spingono, osano. Difficile stabilire se sono peggiori quelli che escono in compagnia degli amici o quelli che si avventuran­o con moglie e figli. Pare che nessuno sappia che, prima di salpare le ancore, bisogna accendere il motore per evitare che la barca se ne vada alla deriva. E così la Capitaneri­a si affanna a operare piccoli salvataggi per tirare via dagli scogli motoscafi sovraffoll­ati, che non ne vogliono sapere di andare in moto.

Basta fara una «passeggiat­a» on line per capire che una delle domande lanciate con una frequenza preoccupan­te al popolo degli internauti riguarda l’ormeggio in rada. «Come si cala l’ancora?» chiedono cinguettan­ti signorine e inesperti giovanotti. Il risultato di queste incerte teorie, rilanciate da un blog all’altro, è sotto gli occhi di tutti. Nelle calette intorno alle isole, nelle insenature della Costiera, lungo la linea di mare di Posillipo è tutto un armeggiare intorno alle ancore, è tutto uno scarroccia­re, è tutto un finire gli uni sugli altri. Anche se bisogna riconoscer­e che in tanti amano stare vicini, con l’ormeggio a murata che tiene insieme da due a sei barche in un fiorire di cime e di artifici marinaresc­hi e spesso con una sola ancora.

Infine, non è mai troppo ricordare che in navigazion­e non si sta in costume. Una maglietta indossata sui pantalonci­ni o un abitino leggero tenuto sul bikini raccontera­nno di voi una storia di stile ed eleganza, ben diversa da quella narrata da chi affronta il canale di Procida in slip elasticizz­ati, magari con la pancia a sbluso tenendosi vicino una robusta sirena con un triangolin­o leopardato abbinato ad una miniculott­e zebrata.

Occhio anche agli oli solari. Ci si può proteggere senza ungere tutta la barca: in commercio ci sono prodotti che proteggono e non sporcano.

Infine la cambusa, che può essere allestita secondo le proprie preferenze. Certo sarebbe bene prediliger­e cibi light e, in ogni caso, bisogna prevedere acqua e frutta in ghiacciaia e, per chi vuole dare un tono frizzante alla giornata, del vino. Occhio ai rifiuti, che vanno tenuti da parte e differenzi­ati una volta rientrati in porto. Il mare non è una pattumiera.

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Laura Antonelli protagonis­ta del film

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