Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Whirlpool non cede: si chiude
L’azienda conferma: stop a ottobre. La Uilm: il governo scarica Napoli
Per l’ennesima volta le speranze dei lavoratori della Whirlpool di Napoli sono state tradite. Come in molti temevano anche il tavolo di ieri, convocato dal Mise dopo ben cinque mesi, complice anche il lockdown, si è rivelato del tutto inutile. Il ministro Patuanelli dopo tutto questo tempo non ha portato alcuna proposta o soluzione, si è limitato — hanno confermato i presenti — a sostenere di avere un piano A ed uno B, ma senza alcun contenuto.
NAPOLI Per l’ennesima volta le speranze dei lavoratori della Whirlpool di Napoli sono state tradite. Come in molti temevano anche il tavolo di ieri, convocato dal Mise dopo ben cinque mesi, complice anche il lockdown, si è rivelato del tutto inutile. Il ministro Patuanelli dopo tutto questo tempo non ha portato alcuna proposta o soluzione, si è limitato — hanno anche confermato i presenti alla videoconferenza — a sostenere di avere un piano A ed uno B, ma senza alcun contenuto.
Nulla finora neanche da Invitalia che era stata coinvolta sia per battere l’eventuale pista per una reindustrializzazione della fabbrica sia per verificare le perdite lamentate dall’azienda sul sito napoletano. Ed invece non è accaduto nulla di tutto questo, al contrario la multinazionale americana ha ribadito la propria posizione e cioè che il 31 ottobre prossimo sarà l’ultimo giorno di produzione in via Argine, offrendo la disponibilità a supportare il progetto di reindustrializzazione per garantire la continuità produttiva del sito partenopeo. Naturalmente sindacati e lavoratori non hanno preso bene soprattutto l’atteggiamento chiaramente passivo del ministero dello Sviluppo economico. «Il governo sta scaricando Napoli dopo un anno di lotta. Dopo promesse fatte e un accordo stracciato — sottolinea il segretario generale della Uilm Campania, Antonio Accurso — abbiamo ancora nelle orecchie le parole del ministro Di Maio che prometteva sanzioni e strumenti per impedire il disimpegno di Whirlpool. Oggi Patuanelli si dimostra impotente e non riesce a contrastare le decisioni della multinazionale».
Per i segretari generali di Cgil e Fiom di Napoli, Walter Schiavella e Rosario Rappa «l’unica strada perseguibile per il futuro dello stabilimento di via Argine è quella della continuità produttiva con Whirlpool. Respingiamo qualsiasi ipotesi di reindustrializzazione». «Basta incontri interlocutori e utili solo a replicare cose già dette e stradette da più di un anno — sbotta Biagio Trapani, segretario generale della Fim di Napoli — bisogna stringere i tempi ed evitare di arrivare al prossimo autunno con elementi di incertezza ed utilizzare il mese di luglio per trovare soluzioni che garantiscano la continuità occupazionali e garanzie di lungo periodo». Particolarmente caustica nel suo intervento durante l’incontro di ieri anche l’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri: «Ho colto la rassegnazione del Mise — ha detto — ed invece bisogna spostare la trattativa innanzitutto in avanti di 3 mesi, persi a causa del Covid, sistemare definitivamente le sorti travagliate dei lavoratori del sito di Carinaro, tutelare i lavoratori delle aziende dell’indotto». Lo stesso governatore Vincenzo De Luca riferendosi a Whirlpool ha ribadito: «Siamo pronti a fare un sacrificio per incoraggiarli. Io credo che le vicende degli ultimi mesi spingano una multinazionale a riflettere, si apre uno spazio nuovo di mercato anche rispetto a costi di produzione di Whirlpool. Comunque siamo pronti a dare venti milioni per incoraggiarli». A Napoli i sindacati annunciano iniziative aggiuntive per rafforzare le ragioni dei lavoratori in vista nel prossimo incontro del 31 luglio.
De Luca «Siamo pronti a fare un sacrificio pur di convincere i manager americani»