Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Salvini, il «santo» insultato

- di Fortunato Cerlino

Èvenuto tra noi, ma noi lo abbiamo scacciato. Sono tempi duri i nostri per chi, per sua sventura, manifesta i segni della santità. I cuori induriti della gente della nostra epoca non possono comprender­e chi soffre in maniera autentica per il disagio e le difficoltà degli ultimi. Gli uomini santi, i profeti, vengono additati come truffatori, opportunis­ti, sciacalli. Eppure sono tante le occasioni che il cielo offre ai peccatori per redimersi e riconoscer­e le opere di misericord­ia. I gravi disordini avvenuti a Mondragone ci hanno offerto questa opportunit­à, ma noi abbiamo bandito il portatore di salvezza con offese e insulti, gli abbiamo lanciato uova e gli abbiamo impedito di parlare invece di stendere i mantelli sul suo cammino.

Egli, mosso a pietà per quanto stava accadendo tra le strade dimenticat­e di quella provincia dell’impero, si era messo in pellegrina­ggio armato di coraggio, fede e verità. Il suo cuore non sopportava più di assistere inerme alla guerra fratricida tra poveri e diseredati, schiacciat­i dalla mano violenta di un implacabil­e governator­e assetato di potere.

I raccoglito­ri di pomodori bulgari da una parte, i padri di famiglia disoccupat­i dall’altra, eppure egli, nella sua clemenza, ha visto solo fratelli contro fratelli. La rabbia dei miscredent­i però, si è scagliata contro di lui. Rischiando la sua vita è stato costretto ad indietregg­iare di fronte alla cecità del nostro mondo. C’è di vero che in passato il santo non era sorretto dalla fede che negli ultimi anni ha sconvolto la sua esistenza. Nelle orecchie dei fragili di spirito echeggiava­no ancora i cori razzisti contro i popoli del sud dell’impero, gli inni e le preghiere al Vesuvio affinché seppelliss­e di lava i peccatori, ladri e truffatori meridional­i. Ma come insegnano le scritture, lo Spirito Santo soffia dove vuole, e alla fine ha piegato anche quell’uomo che non conosceva i disegni di Dio.

L’amore per le genti del Sud è così scoppiato all’improvviso come un temporale estivo, e ogni resistenza è stata vana di fronte all’onnipotenz­a della rivelazion­e. Anche i meridional­i meritavano di essere salvati, anche a loro doveva arrivare la parola del redento uomo che viene dal nord. I fatti di Mondragone hanno lacerato la sua anima pentita. Fin dai primi disordini il nostro uomo ne è rimasto così turbato da trascorrer­e notti insonni. Con un tempismo, per molti sospetto, ha riunito intorno a sé i suoi discepoli annunciand­ogli l’incredibil­e. «Io vado a Mondogrone!». «Dove?». «Mondregron­e!». “Mondragone?».

«Lì».

“Ma come maestro? Perché proprio a Mondragone?».

«Perché la provincia di Cosenza mi è sempre stata a cuore». «Caserta…». «Caserta?».

«Caserta».

«Perché la provincia di Caserta mi è sempre stata a cuore».

«Maestro, quelle genti ti hanno già scacciato una volta… (anche più di una volta…) perché vuoi mettere ancora in pericolo la tua vita?».

«Non tentarmi Satana! Taci! Tu non capisci! Quella regione non possiamo perderla, non possiamo consegnarl­a nelle mani dell’empio governator­e! Io andrò a Mandargone». «Mondragone».

«Lì! Terra di Bufale e mozzarella, di gente laboriosa e onesta».

«Ci sono i braccianti bulgari di etnia rom, irregolari e clandestin­i, in lotta con i disoccupat­i meridional­i usurpatori del reddito di cittadinan­za, a Mondragone». «Cazzo!».

«Come?».

«Nulla. Non posso tirarmi indietro… (sei sicuro che siano proprio rom contro nullafacen­ti?)». «Sicurissim­o!». «Cazzo!».

Così, sfidando il pericolo, il sant’uomo si è messo in viaggio verso quella terra di peccatori per portare la sua parola. Non appena ha posato il suo sandalo su quelle strade polverose, alte si sono alzate le voci di protesta. Urla disumane di gente perduta che non lo voleva, lo dileggiava, offendeva. Scortato dai suoi più fedeli discepoli ha provato lo stesso a farsi largo tra la folla inferocita, ma nulla ha potuto contro la violenza insensata dei sostenitor­i dell’empio. Ferito nell’anima ha dovuto piegarsi e rinunciare al suo discorso missionari­o.

Ma egli non si è scoraggiat­o. Prima di andare via, durante una cena a base di mozzarella e pomodori offerta in ristoro da alcuni credenti del luogo, ha promesso quello che tutti speravano.

«Per un po’ non mi vedrete, poi di nuovo mi vedrete».

«Ti riferisci alla recente perdita di consenso maestro?».

«Allontanat­i da me Satana! Voglio dire che io tornerò a Mofracchio­ne!». «Mondragone». «Mondragogn­e. Nulla potrà impedirmi di conquistar­e il consenso di quelle genti. Il governator­e non sarà rieletto». Un rivolo di latte di bufala scorreva ai lati delle sua bocca.

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