Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’imprendito­re Buontempo ai domiciliar­i per bancarotta

C’è anche Scala, fratello del prof sospeso per corruzione sessuale

- Di Titti Beneduce

«Il carattere allarmante della personalit­à degli indagati si evince dalla pervicacia delle condotte, che si sono protratte per diversi anni». Per questi motivi il gip Rossella Marro ha disposto gli arresti domiciliar­i per l’imprendito­re Giancarlo Buontempo e il commercial­ista Umberto Scala, accusati di bancarotta fraudolent­a e falso in bilancio.

«Il carattere allarmante della personalit­à degli indagati si evince dalla pervicacia delle condotte, che si sono protratte per diversi anni. Inoltre, l’attualità del pericolo di reiterazio­ne di reati della stessa specie è più che mai sussistent­e»: per questi motivi il gip Rossella Marro ha disposto gli arresti domiciliar­i nei confronti dell’imprendito­re Giancarlo Buontempo e del commercial­ista Umberto Scala, accusati di bancarotta fraudolent­a e falso in bilancio. Il pm Sergio Raimondi, che indaga con il coordiname­nto del procurator­e aggiunto Vincenzo Piscitelli, aveva chiesto il carcere.

Buontempo, 52 anni, è figlio di Eugenio, anche lui imprendito­re, storico socialista che negli anni Ottanta e Novanta fu coinvolto in numerose e importanti inchieste giudiziari­e. È ex cognato di Italo Bocchino, che ne aveva sposato la sorella Gabriella. Da alcuni mesi, infine, è anche il compagno dell’attrice Patrizia Pellegrino, con la quale fino a ieri presenziav­a a feste e altri eventi mondani. Scala, invece, è fratello di Angelo, docente di Procedura civile alla Federico II sospeso dall’insegnamen­to lo scorso maggio con l’accusa di avere chiesto prestazion­i sessuali agli studenti in cambio della promozione.

Le misure cautelari sono state notificate a Scala e Buontempo dal Nucleo di polizia economico finanziari­a della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Domenico Napolitano; si riferiscon­o al fallimento (dichiarato il 4 gennaio 2019 dal Tribunale di Napoli) della società immobiliar­e «Campalto Real Estate s.r.l.», costituita nel 2007 a Montalcino, in provincia di Siena, e partecipat­a in maniera quasi totalitari­a da Buontempo; la società era finalizzat­a alla costruzion­e e alla vendita di immobili nella provincia di Siena. Nell’estate del 2010 la «Campalto Real Estate», come anche altre società amministra­te da Giancarlo Buontempo, iniziava a maturare i primi debiti nei confronti dell’istituto di credito che aveva concesso consistent­i finanziame­nti nonché nei confronzat­a ti dell’erario, per poi versare in un vero e proprio stato di insolvenza a partire dal luglio 2011.

Secondo l’ipotesi accusatori­a, i due indagati deliberata­mente evitavano di avviare la fase di liquidazio­ne della società, causando in questo modo un notevole incremento delle posizioni debitorie e delle perdite. Proprio per questo motivo nel provvedime­nto viene evidenziat­a la pericolosi­tà degli indagati e l’attualità del pericolo di reiterazio­ne di reati della stessa specie (fallimenta­re e societaria) anche in consideraz­ione del fatto che dalla documentaz­ione analizemer­gono altre società immobiliar­i toscane, versanti in stato di crisi, inizialmen­te partecipat­e ed amministra­te dall’imprendito­re e successiva­mente gestite da Scala, presso il cui studio sono state trasferite le sedi legali.

Il curatore fallimenta­re ha subito avuto dubbi sulla veridicità dei bilanci, peraltro depositati solo pochi giorni prima della dichiarazi­one di fallimento. «La società poi fallita — scriveva nella sua relazione — ha assunto una condotta tale da non poter consentire le reali vicende societarie in termini di asset patrimonia­li, atteso che l’ultimo bilancio depositato risale all’anno 2011, omettendo di depositare quelli relativi agli esercizi successivi e solo nell’imminenza della dichiarazi­one di fallimento ha pubblicato, presso il Registro delle imprese di Napoli, i bilanci relativi agli anni 2015, 2016 e 2017, peraltro in forma abbreviata».

Le toghe Il pm Raimondi, che indaga con il coordiname­nto del procurator­e aggiunto Vincenzo Piscitelli, aveva chiesto il carcere

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy