Corriere del Mezzogiorno (Campania)
IL PAPU E LA MOSSA CHE NON PERDONA
Parliamoci chiaro: ormai affrontare l’Atalanta, in Italia, è diventata una sciagura. Probabilmente, anzi, togliamo pure l’avverbio, è la squadra che gioca il calcio più bello e, soprattutto, il calcio più imprevedibile del nostro campionato. E poi è come se la pausa di questi tre mesi dovuta al coronavirus non abbia toccato le gambe, le idee e la voglia, dei nerazzurri. Il primo tempo di Atalanta – Napoli sembra una partita alla Play Station aumentata di velocità al 2x. Due squadre che amano costruire dalla difesa, che si passano il pallone sui piedi a cento all’ora e tutti lo stoppano alla perfezione, una gioia per gli occhi degli spettatori (da casa). Gasperini ha l’intuizione della vita: il Papu Gomez regista, davanti alla difesa, in fase di impostazione. Che poi, tanto, i ruoli dei giocatori dell’Atalanta sono relativi, i gol li fanno tutti, a turno. Gattuso mette in campo il solito Napoli, quello che gli sta dando l’affidabilità massima, ma non sempre le cose possono girare bene. La palla è rotonda e con l’Atalanta lo diventa ancora di più. Infatti, a inizio ripresa, gli orobici assestano l’uno due decisivo per stordire gli 11 di Gattuso. Pasalic e bomber Gosens in sette minuti fanno due a zero. Castel Volturno: abbiamo un problema. Il Napoli non può dipendere sempre da Insigne e Mertens, che Rino sostituisce insieme subito dopo l’imbarcata. I due non erano in serata e la serata azzurra si è rabbuiata. Più che altro: il nuovo Napoli, quello che verrà il prossimo anno, non deve essere la copia di sé stesso a ogni partita. Per vincere e dominare bisogna non commettere l’errore di pensare di poter giocare un solo modulo con gli stessi interpreti degli ultimi anni. Bisognerà essere eclettici, sul mercato e poi in campo. Avere uno schema di riferimento ma provare ad ampliarlo. Un po’ come fa Gasp che mette Gomez davanti alla difesa e vince le partite con i gol dei difensori e dei centrocampisti.