Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Svanisce il sogno Champions Azzurri piegati dall’Atalanta
Due gol in 7 minuti (Pasalic e Gosens) mettono fine al sogno Champions La serata triste di Insigne e Mertens, il coraggio e la personalità di Lozano
Non accadeva dal 9 febbraio, giorno in cui il Napoli ha perso con il Lecce. Ieri sera a Bergamo l’Atalanta, forte dei dodici punti in più, ha messo la squadra di Gattuso alle strette in sette minuti: due gol in avvio di secondo tempo e la sconfitta è stata servita. Svanito definitivamente il sogno Champions, adesso è tempo per programmare il futuro.
NAPOLI Il bicchiere anche in caso di sconfitta può esser visto mezzo pieno. Non sembri un paradosso, anche se Rino Gattuso è arrabbiato e ne ha ben donde, ma finire sotto i colpi della Dea, nel giro di sette minuti (di Pasalic e Gosens i due gol in avvio di ripresa), e uscire dal campo con zero punti, può significare per il Napoli due cose: uscire dal limbo Champions sì-Champions no; ritornare con i piedi per terra per programmare il futuro. L’ultimo treno è passato troppo di corsa, e forse era anche pronosticabile, il Napoli lo ha perso ma ha trovato un avversario più solido mentalmente ma che lo ha rispettato.
L’Atalanta non perdona nessuno, soprattutto in questa fase del campionato. Mette il Napoli alle corde riuscendo a snaturarsi, ostentando un attendismo che nel primo tempo aveva incoraggiato gli azzurri protagonisti dello spartito migliore della gestione-Gattuso. Linee corte, giro palla veloce e anche insistito, organizzazione di gioco. Le occasioni da gol sono arrivate, ma lo stato di (non) grazia dei due finalizzatori di maggiore qualità, Mertens e Insigne, ha reso inefficaci le azioni di maggiore intensità. Quando Milik e Lozano sono subentrati, la vivacità in zona gol è stata decisamente più significativa.
L’Atalanta che siamo abituati a veder correre a perdifiato, ieri sera ha scelto di risparmiare forze ed energie, ha agito d’astuzia. Gasperini ha sistemato il Papu Gomez come regista davanti alla difesa così da disinnescare il pressing degli azzurri. Il primo dei due gol nasce proprio da una sua invenzione. Gattuso costretto a rinunciare a Ospina a metà primo tempo: impatto con Mario Rui, lunghi minuti a terra e l’uscita in barella con la fronte sanguinante. Un episodio non particolarmente grave ma che ha ricordato quello di un anno fa contro l’Udinese. Ospina prese un colpo al 4 minuto di gioco, venne fasciato e rimase in campo fino al 41’ quando ebbe un malore e fu poi sostituito. Meret si fa trovare pronto, ma resta abbastanza inoperoso: la squadra di Gasperini gestisce, contiene ma non tira in porta. Gli unici due guizzi in avvio di secondo tempo, con la complicità del Napoli che perde due palle in uscita. Pasalic e Gosens, appunto: la sconfitta è servita. Non accade troppo di più fino al termine della gara. Gattuso si affida Lozano e Milik, il messicano irrompe con coraggio e personalità. Lui al tiro ci va e anche con convinzione. La terza buona notizia della serata storta è che Gattuso è riuscito a rigenerare un calciatore che sembrava ormai perso e anche un po’ disperato. Finisce così il sogno Champions (che comunque restava in vita soltanto sulla carta), il Napoli ha da recriminare ma può dirsi soddisfatto del percorso di rinascita che finora ha compiuto. Rialzarsi non sarà difficile.