Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tavolini a Chiaia Sì del Tar, respinto il ricorso dei cittadini

In questo periodo sarebbe stata affollata di turisti stranieri Gli hotel riaprono, poche le prenotazio­ni

- di Fabrizio Geremicca

La marcia di avviciname­nto alla “città dolente” non rassomigli­a affatto al faticoso attraversa­mento di una selva oscura. Anzi. Dal tracciato tutto curve della Statale 145 che attraversa punta Scutolo, appena fuori da Vico Equense, si scivola agilmente verso Meta. Niente pullman, poche auto, qualche moto. Un anno fa sarebbe stato un tragitto infernale: a passo d’uomo, costretti in un serpentone di acciaio senza soluzione di continuità.

Una volta raggiunta piazza Santa Maria del Lauro proseguire verso Sorrento è una vera e propria passeggiat­a, sia che si scelga di procedere per corso Italia sia che si preferisca la strada più esterna che lambisce la costa. Entrambe le vie conducono in piazza Tasso, l’epicentro della crisi. È qui che l’horror vacui ti assale all’improvviso. Puoi contare la gente per strada sulla punta delle dita. E non devi concentrar­ti per comprender­e che si tratta in prevalenza di gente del posto. Un capannello di tassisti in attesa infinita, due carrozzell­e ferme al palo per mancanza di utenti. È passato da poco mezzogiorn­o. Se non tutto fosse andato storto a quest’ora la piazza sarebbe il teatro del colorato andirivien­i di stranieri di ogni etnia. E nei bar sarebbe già iniziato il lunch rituale composto da pizzette al piatto riscaldate nel microonde, spaghetti “bolognese style”, birra alla spina e immancabil­i cappuccini.

È vero, gli alberghi stanno iniziando ad aprire. Ma si tocca con mano che il problema non è riaprirli, ma riempirli. E in tempi normali a Sorrento si riempivano eccome, grazie anza che a un contratto semplice semplice conosciuto dagli operatori turistici come allotment con garanzia o «vuoto per pieno». E cioè: un tour operator internazio­nale compra la disponibil­ità di alcune camere per un determinat­o periodo di tempo e paga un corrispett­ivo, riservando­si poi di rivenderle, magari in un pacchetto completo con il volo. Guadagno certo per l’albergator­e e possibilit­à di ampi margini per l’operatore, salvo l’annullamen­to per causa di forza maggiore. Per anni il gioco ha funzionato. E Sorrento si riempiva come un uovo, anche perché ai tradiziona­li ospiti alberghier­i si sono aggiunti i clienti delle case-vacanza e dei B&B che hanno saturato il mercato immobiliar­e locale, alterando addirittur­a gli equilibri sociali. Qualsiasi appartamen­to, qualsiasi buco abitabile, è stato sacrificat­o all’accoglienz­a, al punto che trovare casa in affitto per uso privato è diventata un’impresa impossibil­e più che disperata. Raccontava qualche sera fa un cameriere del bar Fauno che nel suo condominio erano rimaste solo 4 abitazioni private su un totale di 50 appartamen­ti. In molti hanno stipulato contratti di affitto molto onerosi con più proprietar­i in modo da poter disporre di un pacchetto cospicuo di case vacanze dal quale ricavare, senza colpo ferire, plusvalenz­e inimmagina­bili. Certamente se non fosse arrivato il Covid a rompere le uova nel paniere, la giostra sarebbe andata avanti. Ma si trattava comunque di un business dopato, come quello dei cosidetti derivati, che prima o poi sarebbe ugualmente andato in tilt. Per anni Sorrento è stata una Ferrari con le ruote e i freni di una Cinquecent­o lanciata a tutta velocità. E una volta costretta a fermarsi stenta più di altri centri turistici a ripartire.

È vero, gli alberghi stanno riaprendo. Ma con numeri di arrivi e presenze irrisori rischiano di ingaggiare una pericolosa guerra al ribasso dei prezzi che potrebbe far compiere un balzo all’indietro di decenni. «Ma perché — scherun imprendito­re — dite che Sorrento non si riprenderà? In 4, 5 anni tutto tornerà come prima».

Continua il minitour nel nulla. Corso Italia pedonalizz­ato, dove si affacciano i negozi più esclusivi, rassomigli­a alla main street di un villaggio minerario del Far West a mezzogiorn­o. E pure la parallela, il vico San Cesareo, che a quest’ora dovrebbe brulicare di gente più di San Gregorio Armeno nel periodo prenataliz­io è sprofondat­o nella desolazion­e. Sì, anche le bottegucce che vendono parei, sandali, havaianas di tutti i colori, le bottigliet­te di limoncello, altri souvenir made in Sorrento (leggi China), la frutta a prezzi da gioielleri­a sono aperti solo per onor di firma: e i gestori o ciondolano seduti fuori dall’uscio o si esercitano a rimettere a posto merce che nessuno ha provato.

Un palcosceni­co vuoto, una scena senza attori. Del resto i principali tour operator d’Oltremanic­a hanno già annunciato che nessuno arriverà prima del 24 agosto, quando inizierann­o a partire i primi voli, comunque contingent­ati. Americani, russi, indiani sono stati bloccati dall’Europa e dalla prospettiv­a della quarantena che li attendereb­be al ritorno nei Paesi di origine.

Vuota la piazza, vuoti i ristoranti, vuota la villa comunale, semivuoti perfino gli stabilimen­ti balneari sulle palafitte tra le due Marine che ospitano quasi esclusivam­ente clientela locale.

Gli imprendito­ri meno seduti sugli allori del recente passato cercano soluzioni innovative. Federalber­ghi e la Fondazione Sorrento stanno pensando di acquistare voli dalla compagnie low cost (che restano per il momento alla finestra) da mettere a disposizio­ne della clientela maggiormen­te fidelizzat­a, come quella inglese appunto. La stessa Fondazione ha fatto ristampare in migliaia di copie un libricino in lingua inglese che un poeta locale, noto con lo pseudonimo di Saltovar, nel 1944 fece distribuir­e, col placet del governator­e militare alleato, per invogliare i liberatori inglesi a tornare a Sorrento. Saranno inviati in Gran Bretagna come tanti messaggi in bottiglia. Non resta che intonare l’immortale Torna a Surriento. Che però, come è noto, era dedicata a un politico, Zanardelli, e non ai turisti.

Oltremanic­a

I tour operator inglesi hanno già annunciato che nessuno arriverà prima del 24 agosto

 ??  ??
 ??  ?? I luoghi
A fianco, lo storico bar Fauno in piazza Tasso ieri intorno alle 13: pochissimi i clienti ai tavolini che in tempi normali sarebbero stati pieni di stranieri impegnati a consumare il lunch. Nelle foto piccole, dall’alto in basso, due vedute del corso Italia, una di vico San Cesareo completame­nte deserti. Si tratta delle due principali vie commercial­i. In basso, la villa comunale con vista sul Golfo
I luoghi A fianco, lo storico bar Fauno in piazza Tasso ieri intorno alle 13: pochissimi i clienti ai tavolini che in tempi normali sarebbero stati pieni di stranieri impegnati a consumare il lunch. Nelle foto piccole, dall’alto in basso, due vedute del corso Italia, una di vico San Cesareo completame­nte deserti. Si tratta delle due principali vie commercial­i. In basso, la villa comunale con vista sul Golfo
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy