Corriere del Mezzogiorno (Campania)
The Dinner Party, la conversazione continua
Prendete un sassofonista inglese, Adrian Northover, che frequenta non poco l’Italia e soprattutto il Nord Est triestino, aggiungete l’estro di Vladimir Miller, pianista e compositore britannico figlio di emigrati russi che con la terra dei suoi genitori ha mantenuto un’intensa rete di collaborazioni e frequentazioni (dirigendo per qualche anno la Moscow Composers’ Orchestra), e chiudete il cerchio con il contrabbasso di Pierpaolo Martino, musicista, musicologo e anglista dell’Università di Bari. Il risultato è un gruppo, The Dinner Party (nome mutuato dal titolo del loro primo album), del tutto atipico e intrigante: la loro musica potremmo definirla jazz, per la scelta della strumentazione e per l’uso che se ne fa, ma in realtà la bellezza delle parti scritte così come l’equilibrio formale e la disciplina delle sezioni improvvisate sono talmente caratterizzanti da far suonare i Dinner Party come un raffinatissimo ensemble da camera capace di valorizzare una complessa civiltà della conversazione musicale. Nel nuovo disco pubblicato dall’etichetta inglese Fmr Records, Wednesday
Afternoon, è un piacere ascoltare con quanta fluidità si alternino brani molto collettivi, costruiti sul filo di un’improvvisazione non urlata, fatta di sussurri, sonorità velate e rumori di scena dal sapore teatrale che ogni musicista sa tirar fuori dal suo strumento (The Boy Who Barked), con bei temi di
Miller (Wednesday Afternoon, che dà il
titolo al disco, e Open Your Eyes)e sequenze più vorticose e ludiche come in
Fellini. C’è anche un altro omaggio
cinefilo, per Pasolini (Teorema). Il clima espressivo dominante, elegante e nordico, sembra restituire qualcosa della livida luce dell’immagine in copertina.