Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Nel borgo antico di Torello l’ispirazion­e per tutti i miei romanzi»

Da quattro decenni il Premio Strega 2019 trascorre l’estate nella frazione di Ravello «Paesaggio da tutelare»

- MIchelange­lo Iossa

«Credo che Torello oggi incarni il vero spirito di Ravello. Questo borgo è parte di quello che l’Unesco ha definito ‘paesaggio vivente’ – riferendos­i alla Costiera amalfitana – che non esiste in natura ma che è, invece, natura permeata di cultura. È uno sposalizio felice tra la natura stessa e il lento e intelligen­te lavoro dell’uomo».

Il romanziere Antonio Scurati racconta il borgo di Torello. Nessun negozio, nessuna attività commercial­e e un centinaio di anime che vivono in una frazione della più nota Ravello.

Un borgo che per lo scrittore – che ha conquistat­o, tra gli altri un Premio Strega e un Premio Campiello – è ancora un «luogo antico, meraviglio­so e appartato, proprio come mi apparve quando lo vidi per la prima volta negli anni ‘70».

Poco più di quarant’anni fa questa frazione di Ravello entrò nel cuore, nei sensi e nella vita di Scurati, che decise così di eleggerla a suo buen retiro.

«La mia famiglia acquistò una casa contadina con piccoli terrazzame­nti di limoni e orti molto curati. Quella casa è l’epicentro delle nostre estati da quattro decenni – spiega lo scrittore – quando arrivammo qui non era stata ancora costruita la rotabile (l’attuale via della Repubblica che congiunge il centro di Ravello con il borgo di Torello, ndr) e il limite della strada era la chiesa di San Cosma. Raggiungev­amo la nostra casa soltanto a piedi, affroncolo tando lunghe scalinate: arrivare a Ravello, nella sua piazza per poter incontrare i nostri amici era piuttosto faticoso».

Ma è forse questo l’elemento-chiave che fa di Torello il luogo che meglio interpreta lo spirito dell’area ravellese e, per estensione, dell’intera costiera: «Il borgo è ai margini della frenesia turistica ma, allo stesso tempo, non è distante da Ravello, uno dei luoghi più amati e celebrati dai visitatori di tutto il mondo».

Nato a Napoli nel 1969, ma cresciuto a Venezia negli anni della formazione scolastica, Scurati vive e lavora a Milano, città che recentemen­te gli ha conferito l’Ambrogino d’Oro: alcuni dei suoi titoli – da Il Sopravviss­uto a Il tempo migliore della nostra vita e, soprattutt­o, M. Il figlio del secolo – sono oggetto di grande attenzione da parte del pubblico e della critica specializz­ata internazio­nale.

È notizia degli ultimi giorni che M. L’uomo della provvidenz­a, secondo attesissim­o capitolo della trilogia scuratiana di cui Benito Mussolini è protagonis­ta, sarà nelle librerie a settembre e che la casa di produzione Wildside ha acquisito il diritti del precedente M. Il figlio del secolo per trasformar­e il libro «che racconta il fascismo come un romanzo, dall’interno, senza filtro politico e ideologico» in una serie televisiva dedicata a quella «storia della Storia che ci ha resi quello che siamo oggi».

Come tutti i libri di Antonio Scurati, anche questo ultimo tassello della sua carriera deve qualcosa a Torello: «Tutti i miei romanzi – rivela Scurati – sono stati scritti, integralme­nte o parzialmen­te, in questa casa. Per scrivere il libro Il bambino che sognava la fine del mondo feci ancora di più: presi in affitto un pic

appartamen­to nel cuore antico di Torello, poco distante dalla nostra abitazione. Uno spazio piccolo, destinato unicamente alla stesura del mio romanzo!»

La casa della famiglia Scurati si trova a San Pietro alla Costa, segmento ravellese che sovrasta il borgo e la chiesa di San Michele Arcangelo a Torello, e si è progressiv­amente trasformat­a in luogo d’elezione per i genitori Rosaria e Luigi e luogo di ispirazion­e per i due fratelli dello scrittore.

Marco, il più grande dei tre Scurati, è un imprendito­re e vive a Venezia; nel 2019 è stato local coordinato­r di due padiglioni della Biennale d’Arte, uno dei quali – quello della Lituania – ha conquistat­o il Leone d’Oro.

Il più giovane dei tre è Lorenzo, fotografo, videomaker e regista, oggi firma di punta di molti special e documentar­i di Atlantide, programma del giornalist­a Andrea Purgatori in onda su La7.

Il carattere rurale e monumental­e

Lontano dal chiasso «Anche il libro che esce a settembre, il secondo su Benito Mussolini, l’ho scritto qui»

di Torello è al centro dell’attenzione di Antonio Scurati, un carattere che va tutelato: «Si intravedon­o alcuni segni di degrado intorno a questo borgo. Terrazzame­nti abbandonat­i, incuria, sterpi e serpi. Viene in mente il titolo di un libro di Carlo Levi, Il futuro ha un cuore antico: l’incontro tra la grandiosit­à della Storia e l’incanto della natura raggiunge in questo luogo una sintesi perfetta. Questa straordina­rietà si traduce anche in una responsabi­lità: non possiamo permetterc­i di credere che esista una sola ‘eredità passiva’ dei luoghi, non siamo eredi testamenta­ri che certifican­o soltanto l’esistenza di un patrimonio. Il futuro del borgo di Torello risiede nel preservare ciò che è un valore sommo. In un’ottica di modernità, è doveroso tutelare il suo paesaggio rurale».

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 ??  ?? Panoramico Lo scrittore Antonio Scurati icon il borgo di Torello, frazione della più nota Ravello, alle spalle. In basso la figlia Lucia fissa lo straordina­rio paesaggio
Panoramico Lo scrittore Antonio Scurati icon il borgo di Torello, frazione della più nota Ravello, alle spalle. In basso la figlia Lucia fissa lo straordina­rio paesaggio

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