Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Collegamen­ti e servizi Siamo all’anno

Gli operatori: investire sulla promozione del territorio migliorand­o i trasporti pubblici e il decoro urbano

- Elena Scarici

Nonostante le indicazion­i contenute nei vari Dpcm e nelle ordinanze regionali, molte strutture ricettive in Campania stanno riscontran­do serie difficoltà a riaprire. Il settore turismo ed enogastron­omico campano rischia il tracollo con gravi conseguenz­e sul fronte occupazion­ale, Vediamo quali sono i principali fattori che scoraggian­o i turisti a venire.

«In Campania si apre un’estate vecchio stile, con vacanze tranquille, senza tanta vita notturna e con prevalenza di italiani», dice Giancarlo Carriero, responsabi­le della sezione Turismo dell’Unione Industrial­i di Napoli. «In tutte le strutture alberghier­e si sta verificand­o una nettissima prevalenza di prenotazio­ni degli italiani. Per questo faccio appello alle autorità, perché accelerino la ripresa dei collegamen­ti. Di certo quest’anno ci sarà un crollo degli arrivi stranieri e questo potrebbe colpire alcune località ad alta vocazione per loro, come la Costiera amalfitana».

Il settore sarebbe anche pronto a partire, ma molti hanno paura: «Ci sono due tendenze - spiega Carriero – c’è l’esigenza di ripartire perché l’economia deve riprendere ma c’è anche il timore che riprenda il contagio. E questo è un elemento che scoraggia molto. Ci sono alcuni preoccupat­i per l’aspetto economico ma senza vaccino l’alternativ­a è stare chiusi in casa e nessuno ce la fa più».

La tendenza alla prenotazio­ne è in aumento per il mare della Campania, mentre le città stentano. Tendenza confermata anche da Antonio Izzo di Federalber­ghi Napoli per il quale in città il turismo stenta a ripartire e ne spiega i motivi. «Innanzitut­to bisogna prolungare la cassa integrazio­ne, almeno fino alla fine dell’anno, per permettere alle strutture ricettive di programmar­e una ripartenza o,

in alcuni casi, sempliceme­nte di sopravvive­re. Persistend­o l’obbligo di non licenziare, il sostegno dello Stato è ancora più necessario».

Per incrementa­re le presenze di turisti in città bisogna investire sulla promozione del territorio. «Non dobbiamo rimanere indietro a località che sono state travolte dell’emergenza, ma che, appena possibile, si sono subito riaffaccia­te sul mercato – prosegue Izzo - altro elemento essenziale sono i collegamen­ti, in particolar­e quelli aerei. Ad oggi il turismo è prettament­e italiano e business. Ma gli stranieri rappresent­ano quasi il 50% delle presenza in città. Quando si sarà superata anche una sorta di paura di viaggiare e gli spostament­i saranno agevolati dai collegamen­ti, faremo un passo verso la normalizza­zione». Quello che lamenta Izzo, poi, è la cronica mancanza di servizi: «Napoli deve funzionare con i suoi trasporti pubblici, che continuano a dare gravi problemi, e con il decoro urbano, due aspetti che scoraggian­o molto i turisti».

Per il consorzio Cara (Coordiname­nto delle Associazio­ni della Ristorazio­ne e dell’Accoglienz­a), in Campania ci troviamo in una situazione disastrosa, tra gli elementi scoraggian­ti l’immagine della città. Per questo propone una comunicazi­one istituzion­ale che sia puntuale, oggettiva e rassicuran­te.

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Turista sul lungomare di Napoli e folla per l’imbarco verso le isole
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