Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Teatro San Carlo, ferma la scuola di ballo La rabbia dei genitori
Corsi sospesi fino al 30 settembre. Il direttore: rammaricato
Hanno sospeso i corsi
NAPOLI all’inizio di marzo, in coincidenza con il blocco delle attività determinato dall’epidemia di Coronavirus, e non sanno quando ricominceranno. Lamentano di avere finora ricevuto informazioni scarse o nulle e di soffrire per una situazione di incertezza che si protrae. Si arrabbiamo, poi, se guardano a quello che è accaduto alla Scala di Milano, od al Teatro dell’Opera di Roma, dove le lezioni sono riprese ormai da molte settimane.
Vivono giorni complicati i circa 180 allievi — e con essi le loro famiglie — dell’Accademia del Teatro San Carlo, la scuola di ballo che è diretta da Stephane Fournial, dura otto anni ed è frequentata anche da molte ragazze e da studenti provenienti da regioni diverse dalla Campania. Siciliani, pugliesi, calabresi, piemontesi, lombardi, veneti, laziali. Sono adolescenti — i più piccoli hanno 12 anni — che si trasferiscono a Napoli, cambiano scuola, si sistemano in case famiglie e convitti e inseguono il loro sogno grazie ai sacrifici economici dei parenti più stretti. «Mia figlia — racconta per esempio la mamma di un’allieva che è iscritta al primo anno e non vive in Campania — ha sostenuto l’audizione al San Carlo nella primavera del 2019. L’ha superata e per noi tutti è cominciata un’altra vita. Mio marito ed io — entrambi ditra pendenti statali — le abbiamo affittato una stanza in una casa famiglia, l’abbiamo trasferita in una scuola del centro di Napoli — ha concluso ora la seconda media — e la sosteniamo economicamente affinché non le manchi nulla. Andiamo a trovarla una volta ogni due o tre settimane percorrendo migliaia di chilometri. Ora, però, non sappiamo che fare. Ci interroghiamo se sia opportuno spostarla altrove e vorremmo anche sapere come si concluderà l’anno in corso. Dovranno ripeterlo? Saranno ammessi al secondo? Non è una bella situazione questa incertezza».
Fournial, il direttore dell’Accademia, non è meno rammaricato: «Sono un po’ bloccato, non è volontà mia ma della Sovrintendenza che ha firmato una delibera secondo la quale ufficialmente riprenderemo le attività non prima del 30 settembre. Capisco i problemi e le cautele —