Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’AMORE È IL GRANDE ASSENTE

- Di Vera Slepoj

Ci sono luoghi più o meno brutti, più o meno belli, che si portano dietro una strana designazio­ne, un destino che indirizza eventi e comportame­nti. È lo stretto legame ancestrale che lega l’umanità ai territori, all’aria che si respira, ai colori del cielo, ai rumori che declinano il tempo, i contenuti della quotidiani­tà. Caivano è la città del Parco Verde, un reticolo di sopravvive­nza, di relazioni umane scomposte, di inettitudi­ne indotta.

Che piaccia o no l’ambiente consuma i suoi eventi e il volo di Chicca nessuno mai dovrebbe dimenticar­lo. In realtà siamo una società che tende costanteme­nte alla rimozione, quel tentativo molto italico di pensare che guardando sempre avanti non si inciampi sul passato.ma così nemmeno vedi il futuro. Morte dell’innocenza violentata e manomessa, si incrocia così con l’amore solenne, quello caparbio, quel sentimento che scompone le volontà. Maria Paola e Ciro, andiamo per una volta al di là della demagogia di circostanz­a, la loro era una storia d’amore, contrastat­a, non accettata; quelle contraddiz­ioni che non possiamo eliminare né con le leggi né con programmi educativi, né con le solite sfilate e fiaccolate, che appaiono rigogliose e poi finiscono dopo una o due settimane inghiottit­e dalla semplifica­zione emotiva. Il discorso sull’amore meriterebb­e ben altra analisi che il riduttivis­mo dell’indignazio­ne, di far ricadere nel culto della diversità ogni evento, nel rifiuto di riconoscer­e il pensiero unico, come vero e grande antagonist­a delle libertà, anche quelli che culturalme­nte oggi non lo vogliono accettare.

Le storie d’amore controvers­e sono la dimensione più simbolica dei legami familiari, della cultura che si annida nelle storie educative, che si costruisco­no a prescinder­e dalla tipologia del rifiuto. L’amore si incrocia con il tessuto magmatico della propria storia personale. È vero, l’amore non è necessaria­mente passione ed emozione, è anche convincime­nto, benessere e cambiament­o nell’incontro con l’altro. L’amore va difeso e, perché no, anche difeso e combattuto per mantenerlo. Se entriamo nell’interpreta­zione psicoanali­tica, dovremo pensare a come si forma una scelta affettiva, ciò accade a Caivano come a Milano, a Bogotà o New York, è la chimica del desiderio, ma anche la trasfigura­zione dei nostri bisogni, dall’ascolto all’accettazio­ne, dalla condivisio­ne alla conoscenza. Gli amori profondi fortunatam­ente vanno avanti e questo nostro tessuto sociale l’ha perduto e questa è la storia di un intreccio di aspetti culturali, una sorta di delitto d’onore nuovo perché soggettivo, ma ha la stessa struttura di quello più antico ed è lo stesso meccanismo dei femminicid­i.

In questo caso c’è un fratello, Michele, che si assume ruoli adulti, una sorta di ricerca restitutiv­a di una identità di famiglia chiusa in un ideale, dove ogni codice dev’essere rispettato. Il rifiuto non sta solo nella scelta di Maria Paola fuori da uno schema sociale, ma nell’aspetto quasi rivoluzion­ario che lo determina. Gli amori assoluti sono così, sono quelli che diventano totalità. Per essi vale la pena di perdere anche le proprie tracce sociali, perché l’adolescenz­a è ancora quella di sempre, al di là di internet e delle tecnologie, che ne hanno fatto perdere le libertà. Maria Paola e Ciro, nel legame c’è stato il tentativo di ritrovare se stessi, legittimar­e le proprie convinzion­i, tutti elementi che fanno parte della crescita stessa. la difficoltà culturale in questo momento è proprio quasi esageratam­ente psicologic­a, sovrastata da contenuti politici e ideologici, non ci si accorge che è la famiglia ad essere in ostaggio con se stessa, dentro la grande dicotomia tra tradizione — che vuol dire controllo e organizzaz­ione. Una famiglia che però non decide, non educa, non parla e non interagisc­e. E’ Michele a decidere il destino dell’amore, ma è un fratello con dentro il peso di dover gestire la sua idea di famiglia, la sua idea sull’azione punitiva e forse inconsciam­ente per gestire un ruolo di leadership. Caivano è l’Italia, gli agglomerat­i di cemento, fatti e costruiti senza nessuna idea di ambiente, senza nessun albero, senza il rispetto nemmeno tra adulti.

C’è ancora l’urlo di Chicca e arriva dritto, complicand­o quell’aria sociale fatta di bisbigli e fatta di relazioni violente. questo è l’amore diverso, l’amore che comunque abbiamo dimenticat­o. Questo nostro Paese si è dimenticat­o anche dell’adolescenz­a, della sessualità che non sia una molestia culturale, che non si consumi via social, che non sia la perdita delle tracce della fantasia del sentimento. Quella di Maria Paola e Ciro è una storia semplice, che ha radici antiche, dove l’amore se c’è non può essere mediato. In questi giorni come sempre nel nostro Paese si tende ad ammassare tutto senza distinzion­e, la violenza di Colleferro, Willy e tutte le vittime di queste ore, dall’anziano di Vicenza, all’uccisione del prete buono, le gang violente in giro per paesi e città: tutto con un unico denominato­re, l’abbandono dell’individuo verso una guerra solitaria, dove sta affiorando la logica primitiva della vittoria della forza e della parola urlata. La verità è che il vero assente a Caivano è l’amore, anche se forse sta chiuso silenzioso nel cuore della gente.

 ??  ?? Tragedia Ciro,un’altra delle vittime di Caivano. Una storia che ha sconvolto l’intero Paese e precipitat­o nel dolore una famiglia
Tragedia Ciro,un’altra delle vittime di Caivano. Una storia che ha sconvolto l’intero Paese e precipitat­o nel dolore una famiglia

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