Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’AMORE È IL GRANDE ASSENTE
Ci sono luoghi più o meno brutti, più o meno belli, che si portano dietro una strana designazione, un destino che indirizza eventi e comportamenti. È lo stretto legame ancestrale che lega l’umanità ai territori, all’aria che si respira, ai colori del cielo, ai rumori che declinano il tempo, i contenuti della quotidianità. Caivano è la città del Parco Verde, un reticolo di sopravvivenza, di relazioni umane scomposte, di inettitudine indotta.
Che piaccia o no l’ambiente consuma i suoi eventi e il volo di Chicca nessuno mai dovrebbe dimenticarlo. In realtà siamo una società che tende costantemente alla rimozione, quel tentativo molto italico di pensare che guardando sempre avanti non si inciampi sul passato.ma così nemmeno vedi il futuro. Morte dell’innocenza violentata e manomessa, si incrocia così con l’amore solenne, quello caparbio, quel sentimento che scompone le volontà. Maria Paola e Ciro, andiamo per una volta al di là della demagogia di circostanza, la loro era una storia d’amore, contrastata, non accettata; quelle contraddizioni che non possiamo eliminare né con le leggi né con programmi educativi, né con le solite sfilate e fiaccolate, che appaiono rigogliose e poi finiscono dopo una o due settimane inghiottite dalla semplificazione emotiva. Il discorso sull’amore meriterebbe ben altra analisi che il riduttivismo dell’indignazione, di far ricadere nel culto della diversità ogni evento, nel rifiuto di riconoscere il pensiero unico, come vero e grande antagonista delle libertà, anche quelli che culturalmente oggi non lo vogliono accettare.
Le storie d’amore controverse sono la dimensione più simbolica dei legami familiari, della cultura che si annida nelle storie educative, che si costruiscono a prescindere dalla tipologia del rifiuto. L’amore si incrocia con il tessuto magmatico della propria storia personale. È vero, l’amore non è necessariamente passione ed emozione, è anche convincimento, benessere e cambiamento nell’incontro con l’altro. L’amore va difeso e, perché no, anche difeso e combattuto per mantenerlo. Se entriamo nell’interpretazione psicoanalitica, dovremo pensare a come si forma una scelta affettiva, ciò accade a Caivano come a Milano, a Bogotà o New York, è la chimica del desiderio, ma anche la trasfigurazione dei nostri bisogni, dall’ascolto all’accettazione, dalla condivisione alla conoscenza. Gli amori profondi fortunatamente vanno avanti e questo nostro tessuto sociale l’ha perduto e questa è la storia di un intreccio di aspetti culturali, una sorta di delitto d’onore nuovo perché soggettivo, ma ha la stessa struttura di quello più antico ed è lo stesso meccanismo dei femminicidi.
In questo caso c’è un fratello, Michele, che si assume ruoli adulti, una sorta di ricerca restitutiva di una identità di famiglia chiusa in un ideale, dove ogni codice dev’essere rispettato. Il rifiuto non sta solo nella scelta di Maria Paola fuori da uno schema sociale, ma nell’aspetto quasi rivoluzionario che lo determina. Gli amori assoluti sono così, sono quelli che diventano totalità. Per essi vale la pena di perdere anche le proprie tracce sociali, perché l’adolescenza è ancora quella di sempre, al di là di internet e delle tecnologie, che ne hanno fatto perdere le libertà. Maria Paola e Ciro, nel legame c’è stato il tentativo di ritrovare se stessi, legittimare le proprie convinzioni, tutti elementi che fanno parte della crescita stessa. la difficoltà culturale in questo momento è proprio quasi esageratamente psicologica, sovrastata da contenuti politici e ideologici, non ci si accorge che è la famiglia ad essere in ostaggio con se stessa, dentro la grande dicotomia tra tradizione — che vuol dire controllo e organizzazione. Una famiglia che però non decide, non educa, non parla e non interagisce. E’ Michele a decidere il destino dell’amore, ma è un fratello con dentro il peso di dover gestire la sua idea di famiglia, la sua idea sull’azione punitiva e forse inconsciamente per gestire un ruolo di leadership. Caivano è l’Italia, gli agglomerati di cemento, fatti e costruiti senza nessuna idea di ambiente, senza nessun albero, senza il rispetto nemmeno tra adulti.
C’è ancora l’urlo di Chicca e arriva dritto, complicando quell’aria sociale fatta di bisbigli e fatta di relazioni violente. questo è l’amore diverso, l’amore che comunque abbiamo dimenticato. Questo nostro Paese si è dimenticato anche dell’adolescenza, della sessualità che non sia una molestia culturale, che non si consumi via social, che non sia la perdita delle tracce della fantasia del sentimento. Quella di Maria Paola e Ciro è una storia semplice, che ha radici antiche, dove l’amore se c’è non può essere mediato. In questi giorni come sempre nel nostro Paese si tende ad ammassare tutto senza distinzione, la violenza di Colleferro, Willy e tutte le vittime di queste ore, dall’anziano di Vicenza, all’uccisione del prete buono, le gang violente in giro per paesi e città: tutto con un unico denominatore, l’abbandono dell’individuo verso una guerra solitaria, dove sta affiorando la logica primitiva della vittoria della forza e della parola urlata. La verità è che il vero assente a Caivano è l’amore, anche se forse sta chiuso silenzioso nel cuore della gente.