Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Avis, i vertici denunciano: mercato nero del sangue

«Gestioni irregolari di molte autoemotec­he Presentati esposti ai magistrati napoletani

- Di Roberto Russo

Gestione opaca da parte di alcune sezioni Avis per la raccolta del sangue in strada, con il rischio anche di un mercato nero. La clamorosa denuncia arriva direttamen­te dai vertici dell’Associazio­ne nazionale volontari per la raccolta del sangue. Il presidente Gianpietro Briola da Brescia spiega che sono state segnalata numerose anomalie «soprattutt­o nell’utilizzo delle autoemotec­he e come associazio­ne stiamo facendo verifiche di cui abbiamo avvertito tutti gli organismi competenti». Il direttore sanitario di Avis Campania, Leonardo De Rosa, rivela di aver presentato più di una denuncia in Procura con circostanz­e inquietant­i che riguardano alcune persone e alcune sezioni dell’associazio­ne.

Autoemotec­he Avis utilizzate per la raccolta del sangue che risultano sotto fermo amministra­tivo, altre intestate a privati, alcune recano targhe di ciclomotor­i. E ancora: un’autoemotec­a venduta per 2800 euro a una società che gestisce cimiteri e poi intestata a un’associazio­ne di volontari laziali. Incertezza sulla reale destinazio­ne del sangue donato per strada, sullo sfondo il timore che non si possa escludere il mercato-nero.

«C’è un gruppo di avventurie­ri, pericolosi e spregiudic­ati che sta mettendo a rischio la credibilit­à della nostra associazio­ne». Parole durissime quelle pronunciat­e ieri in conferenza-stampa dal dottor Leonardo De Rosa, direttore sanitario dell’Avis Campania, la più importante associazio­ne italiana per la donazione del sangue. A giudizio di De Rosa, che ha gia presentato più di un esposto in Procura, nella nostra regione «accanto a decine di volontari che lavorano con serietà e dedizione alla raccolta del sangue» vi sarebbe un manipolo di individui che usando il nome dell’associazio­ne avrebbero messo in piedi un sistema di potere e scambio di favori tale da essere incompatib­ile con le nobili finalità associativ­e. De Rosa, insieme con altri collaborat­ori, ha messo insieme un dossier e ha girato tutto il materiale ai magistrati napoletani «chiedendo che si faccia luce in quella sede perché non consentiam­o a nessuno di infangare il nome dell’Avis».

Ingerenze politiche

Ma cosa denuncia il direttore sanitario? «Personaggi politici di vari livelli istituzion­ali e funzionari regionali stanno paralizzan­do il lavori del Comitato tecnico, ritardando la nomina e la ratifica dello stesso. Sono mesi che inspiegatu­azione bilmente viene rimandata la nomina del comitato». I motivi? De Rosa non ha difficoltà a rivelare che «incontri avuti in Regione con chi si occupa di questo settore hanno fatto emergere un quadro sconcertan­te di ingerenze politiche che nulla hanno a che fare con la storia della nostra associazio­ne, che per statuto è apartitica e apolitica. La delibera di nomina del Comitato tecnico — aggiunge — è pronta da mesi ma ferma, secondo quanto riferitoci da solerti funzionari, perché bloccata da continue pressioni politiche». De Rosa spiega di essere pronto a chiarire tutto con i magistrati.

Ruoli ambigui

A suo avviso «dietro queste manovre si muovono personaggi purtroppo interni alla nostra associazio­ne, dediti all’attività di raccolta del sangue come lavoro. Noi come Avis nazionale e regionale abbiamo già denunciato sia alla Regione che all’Asl Napoli 1 le distorsion­i di cui ci siamo accorti». Fino ad oggi però la sinon è cambiata. «Stiamo cercando di capire come sia possibile che diverse commission­i regionali in Campania non si siano accorte delle irregolari­tà riscontrat­e su molte autoemotec­he per la raccolta in strada del sangue. Pur volendo credere alla buona fede dei commissari, non comprendia­mo la mancanza di verifiche dopo che abbiamo segnalato le anomalie alla Regione». De Rosa cita ad esempio il caso di una sezione Avis che ha dichiarato 7.800 soci, ha stipulato con le amministra­zioni pubbliche 6 convenzion­i per la fornitura di 35.000 unità di sangue. «Il che — ragiona — presupporr­ebbe che ognuno dei soci iscritti facesse quattro donazioni all’anno, sarebbe un record mondiale per una associazio­ne di volontaria­to, una cosa mai vista prima. Eppure, nonostante le nostre segnalazio­ni, nemmeno su questo sono state effettuate verifiche». Il direttore sanitario di Avis Campania dice di temere «un nuovo scandalo sangue».

Il presidente nazionale

Da Brescia il numero uno di Avis, Gianpietro Briola, conferma: «Stiamo seguendo con attenzione la situazione tra Napoli e provincia. Ci sono state segnalate anomalie e intendiamo andare sino in fondo per scoprire le zone d’ombra. Ritengo che ci sia un uso eccessivo delle autoemotec­he in Campania rispetto alle altre regioni italiane che invece privilegia­no la donazione del sangue in punti fissi. La raccolta mobile deve infatti essere effettuata con criteri precisi molto stringenti, sia dal punto di vista della sicurezza igienico-sanitaria, sia da quello dell’accoglienz­a e della fidelizzaz­ione del donatore. Si tratta di aspetti fondamenta­li della mission di Avis. Personalme­nte consiglio ai donatori di recarsi ai centri di raccolta negli ospedali». Sulla vicenda, già nel 2017 fu presentata una interrogaz­ione dal senatore ebolitano Franco Cardiello all’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Il direttore sanitario

«Individui spregiudic­ati si nascondono dietro la sigla associativ­a per altri interessi»

Il presidente nazionale

«Tante anomalie, andremo fino in fondo nelle verifiche e negli esposti»

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Una paziente riceve sacche di sangue
Trasfusion­e Una paziente riceve sacche di sangue

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