Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Avis, i vertici denunciano: mercato nero del sangue
«Gestioni irregolari di molte autoemoteche Presentati esposti ai magistrati napoletani
Gestione opaca da parte di alcune sezioni Avis per la raccolta del sangue in strada, con il rischio anche di un mercato nero. La clamorosa denuncia arriva direttamente dai vertici dell’Associazione nazionale volontari per la raccolta del sangue. Il presidente Gianpietro Briola da Brescia spiega che sono state segnalata numerose anomalie «soprattutto nell’utilizzo delle autoemoteche e come associazione stiamo facendo verifiche di cui abbiamo avvertito tutti gli organismi competenti». Il direttore sanitario di Avis Campania, Leonardo De Rosa, rivela di aver presentato più di una denuncia in Procura con circostanze inquietanti che riguardano alcune persone e alcune sezioni dell’associazione.
Autoemoteche Avis utilizzate per la raccolta del sangue che risultano sotto fermo amministrativo, altre intestate a privati, alcune recano targhe di ciclomotori. E ancora: un’autoemoteca venduta per 2800 euro a una società che gestisce cimiteri e poi intestata a un’associazione di volontari laziali. Incertezza sulla reale destinazione del sangue donato per strada, sullo sfondo il timore che non si possa escludere il mercato-nero.
«C’è un gruppo di avventurieri, pericolosi e spregiudicati che sta mettendo a rischio la credibilità della nostra associazione». Parole durissime quelle pronunciate ieri in conferenza-stampa dal dottor Leonardo De Rosa, direttore sanitario dell’Avis Campania, la più importante associazione italiana per la donazione del sangue. A giudizio di De Rosa, che ha gia presentato più di un esposto in Procura, nella nostra regione «accanto a decine di volontari che lavorano con serietà e dedizione alla raccolta del sangue» vi sarebbe un manipolo di individui che usando il nome dell’associazione avrebbero messo in piedi un sistema di potere e scambio di favori tale da essere incompatibile con le nobili finalità associative. De Rosa, insieme con altri collaboratori, ha messo insieme un dossier e ha girato tutto il materiale ai magistrati napoletani «chiedendo che si faccia luce in quella sede perché non consentiamo a nessuno di infangare il nome dell’Avis».
Ingerenze politiche
Ma cosa denuncia il direttore sanitario? «Personaggi politici di vari livelli istituzionali e funzionari regionali stanno paralizzando il lavori del Comitato tecnico, ritardando la nomina e la ratifica dello stesso. Sono mesi che inspiegatuazione bilmente viene rimandata la nomina del comitato». I motivi? De Rosa non ha difficoltà a rivelare che «incontri avuti in Regione con chi si occupa di questo settore hanno fatto emergere un quadro sconcertante di ingerenze politiche che nulla hanno a che fare con la storia della nostra associazione, che per statuto è apartitica e apolitica. La delibera di nomina del Comitato tecnico — aggiunge — è pronta da mesi ma ferma, secondo quanto riferitoci da solerti funzionari, perché bloccata da continue pressioni politiche». De Rosa spiega di essere pronto a chiarire tutto con i magistrati.
Ruoli ambigui
A suo avviso «dietro queste manovre si muovono personaggi purtroppo interni alla nostra associazione, dediti all’attività di raccolta del sangue come lavoro. Noi come Avis nazionale e regionale abbiamo già denunciato sia alla Regione che all’Asl Napoli 1 le distorsioni di cui ci siamo accorti». Fino ad oggi però la sinon è cambiata. «Stiamo cercando di capire come sia possibile che diverse commissioni regionali in Campania non si siano accorte delle irregolarità riscontrate su molte autoemoteche per la raccolta in strada del sangue. Pur volendo credere alla buona fede dei commissari, non comprendiamo la mancanza di verifiche dopo che abbiamo segnalato le anomalie alla Regione». De Rosa cita ad esempio il caso di una sezione Avis che ha dichiarato 7.800 soci, ha stipulato con le amministrazioni pubbliche 6 convenzioni per la fornitura di 35.000 unità di sangue. «Il che — ragiona — presupporrebbe che ognuno dei soci iscritti facesse quattro donazioni all’anno, sarebbe un record mondiale per una associazione di volontariato, una cosa mai vista prima. Eppure, nonostante le nostre segnalazioni, nemmeno su questo sono state effettuate verifiche». Il direttore sanitario di Avis Campania dice di temere «un nuovo scandalo sangue».
Il presidente nazionale
Da Brescia il numero uno di Avis, Gianpietro Briola, conferma: «Stiamo seguendo con attenzione la situazione tra Napoli e provincia. Ci sono state segnalate anomalie e intendiamo andare sino in fondo per scoprire le zone d’ombra. Ritengo che ci sia un uso eccessivo delle autoemoteche in Campania rispetto alle altre regioni italiane che invece privilegiano la donazione del sangue in punti fissi. La raccolta mobile deve infatti essere effettuata con criteri precisi molto stringenti, sia dal punto di vista della sicurezza igienico-sanitaria, sia da quello dell’accoglienza e della fidelizzazione del donatore. Si tratta di aspetti fondamentali della mission di Avis. Personalmente consiglio ai donatori di recarsi ai centri di raccolta negli ospedali». Sulla vicenda, già nel 2017 fu presentata una interrogazione dal senatore ebolitano Franco Cardiello all’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Il direttore sanitario
«Individui spregiudicati si nascondono dietro la sigla associativa per altri interessi»
Il presidente nazionale
«Tante anomalie, andremo fino in fondo nelle verifiche e negli esposti»