Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dal Vomero a Capodichino I presidi: ce la mettiamo tutta
Come si stanno organizzando gli istituti cittadini in vista del ritorno in aula
«Mancano cinque insegnanti di italiano, due di matematica, uno e mezzo di scienze motorie. Posti che saranno coperti da supplenti, ma ancora non ci sono state le chiamate».
Non c’è solo l’emergenza Covid – racconta Iolanda Manca, dirigente dell’istituto comprensivo Nicolini - Di Giacomo, che ha tre plessi (in via Sogliano, in vico S. Eframo vecchio ed in via Severino) e 1150 allievi distribuiti tra scuola dell’infanzia, primaria e medie - a complicare la ripresa nelle scuole napoletane. Alle nuove difficoltà – protocolli sanitari più consoni ad un reparto ospedaliero di malattie infettive che ad un istituto scolastico e banchi monoposto che non si sa quando arriveranno, tra le tante – si sommano quelle storiche. La «supplentite» è tra queste e preoccupa lei ed i suoi collaboratori almeno quanto l’organizzazione anti Covid.
«Su questo secondo versante – racconta la dirigente – abbiamo fatto tutto il necessario e spero non ci siano problemi. Le lezioni si svolgeranno tutte in presenza e non ci saranno doppi turni. Gli spazi dei nostri due plessi sono ampi e le classi non sono particolarmente numerose. Solo alle medie c’è esubero di una cinquantina di allievi su 800. Svolgeranno a turno laboratori ed attività di recupero all’esterno della classe». La temperatura sarà rilevata prima che gli studenti entrino a scuola. «Un anno fa – ricorda – utilizzavamo solo due ingressi, uno per plesso. Ne abbiano ricavati otto. Non tutti saranno presidiati dal termo scanner, perché ogni apparecchio costa 1500 euro e la Regione ci passa tremila euro in tutto. Negli altri varchi impiegheremo le cosiddette pistole».
Si entra a scuola tra le 7.55 alle 8.20. Si parte con quattro ore al giorno di lezione. La mensa, che lo scorso anno funzionava per la scuola dell’infanzia, per ora non ci sarà.
Doppi turni e didattica in parte a distanza al liceo classico Pansini, che ha una sede principale in Piazza Quattro Giornate ed un secondo edificio nei pressi di via Pigna. Settecentosessanta gli alunni, circa 80 i docenti. «In succursale – spiega la dirigente Daniela Paparella - abbiamo spazi più ampi e classi meno numerose che alla centrale. Non dovrebbero esserci problemi, dunque. In Piazza Quattro Giornate tre giorni alla settimana ci saranno anche lezioni pomeridiane. In ogni classe,inoltre, tra i cinque ed i sette alunni seguiranno da casa. Ci sarà una turnazione che distribuirà questo sacrificio in maniera equa». Il 24 settembre entreranno in classe gli studenti del primo e dell’ultimo anno del liceo. Nei giorni successivi toccherà anche agli altri. «Si parte – prosegue Paparella – con un orario di quattro ore». Il Pansini ha chiesto 4 collaboratori scolastici in più. «I fondi sono arrivati – dice la dirigente – e dobbiamo convocare le persone».
Dal Vomero a Calata Capodichino ecco la testimonianza di Angela Russo, dirigente dell’ istituto comprensivo XX Villa Fleurent. Ottocento alunni e tre ordini di scuola tra infanzia, primaria e secondaria. «Riusciamo a fare entrare tutti gli studenti in presenza e senza doppi turni – dice – e di ciò sono molto soddisfatta. Abbiamo avuto il budget per il personale Covid e convocherò collaboratori e docenti. Spero si presenteranno. Chiederemo sei collaboratori e due docenti della scuola primaria». Anche qui gli ingressi saranno sfalsati per evitare assembramenti. «Sulla carta – prosegue Russo - sembra che funzioni. Abbiano creato due percorsi per i bimbi dell’infanzia e per la primaria e secondaria. Certo, quest’anno le incognite sono tante: i problemi della quarantena, la gestione dei casi Covid, il personale che si assenta. Noi ce la mettiamo tutta».