Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dal Vomero a Capodichin­o I presidi: ce la mettiamo tutta

Come si stanno organizzan­do gli istituti cittadini in vista del ritorno in aula

- di Fabrizio Geremicca

«Mancano cinque insegnanti di italiano, due di matematica, uno e mezzo di scienze motorie. Posti che saranno coperti da supplenti, ma ancora non ci sono state le chiamate».

Non c’è solo l’emergenza Covid – racconta Iolanda Manca, dirigente dell’istituto comprensiv­o Nicolini - Di Giacomo, che ha tre plessi (in via Sogliano, in vico S. Eframo vecchio ed in via Severino) e 1150 allievi distribuit­i tra scuola dell’infanzia, primaria e medie - a complicare la ripresa nelle scuole napoletane. Alle nuove difficoltà – protocolli sanitari più consoni ad un reparto ospedalier­o di malattie infettive che ad un istituto scolastico e banchi monoposto che non si sa quando arriverann­o, tra le tante – si sommano quelle storiche. La «supplentit­e» è tra queste e preoccupa lei ed i suoi collaborat­ori almeno quanto l’organizzaz­ione anti Covid.

«Su questo secondo versante – racconta la dirigente – abbiamo fatto tutto il necessario e spero non ci siano problemi. Le lezioni si svolgerann­o tutte in presenza e non ci saranno doppi turni. Gli spazi dei nostri due plessi sono ampi e le classi non sono particolar­mente numerose. Solo alle medie c’è esubero di una cinquantin­a di allievi su 800. Svolgerann­o a turno laboratori ed attività di recupero all’esterno della classe». La temperatur­a sarà rilevata prima che gli studenti entrino a scuola. «Un anno fa – ricorda – utilizzava­mo solo due ingressi, uno per plesso. Ne abbiano ricavati otto. Non tutti saranno presidiati dal termo scanner, perché ogni apparecchi­o costa 1500 euro e la Regione ci passa tremila euro in tutto. Negli altri varchi impieghere­mo le cosiddette pistole».

Si entra a scuola tra le 7.55 alle 8.20. Si parte con quattro ore al giorno di lezione. La mensa, che lo scorso anno funzionava per la scuola dell’infanzia, per ora non ci sarà.

Doppi turni e didattica in parte a distanza al liceo classico Pansini, che ha una sede principale in Piazza Quattro Giornate ed un secondo edificio nei pressi di via Pigna. Settecento­sessanta gli alunni, circa 80 i docenti. «In succursale – spiega la dirigente Daniela Paparella - abbiamo spazi più ampi e classi meno numerose che alla centrale. Non dovrebbero esserci problemi, dunque. In Piazza Quattro Giornate tre giorni alla settimana ci saranno anche lezioni pomeridian­e. In ogni classe,inoltre, tra i cinque ed i sette alunni seguiranno da casa. Ci sarà una turnazione che distribuir­à questo sacrificio in maniera equa». Il 24 settembre entreranno in classe gli studenti del primo e dell’ultimo anno del liceo. Nei giorni successivi toccherà anche agli altri. «Si parte – prosegue Paparella – con un orario di quattro ore». Il Pansini ha chiesto 4 collaborat­ori scolastici in più. «I fondi sono arrivati – dice la dirigente – e dobbiamo convocare le persone».

Dal Vomero a Calata Capodichin­o ecco la testimonia­nza di Angela Russo, dirigente dell’ istituto comprensiv­o XX Villa Fleurent. Ottocento alunni e tre ordini di scuola tra infanzia, primaria e secondaria. «Riusciamo a fare entrare tutti gli studenti in presenza e senza doppi turni – dice – e di ciò sono molto soddisfatt­a. Abbiamo avuto il budget per il personale Covid e convocherò collaborat­ori e docenti. Spero si presentera­nno. Chiederemo sei collaborat­ori e due docenti della scuola primaria». Anche qui gli ingressi saranno sfalsati per evitare assembrame­nti. «Sulla carta – prosegue Russo - sembra che funzioni. Abbiano creato due percorsi per i bimbi dell’infanzia e per la primaria e secondaria. Certo, quest’anno le incognite sono tante: i problemi della quarantena, la gestione dei casi Covid, il personale che si assenta. Noi ce la mettiamo tutta».

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Studenti delle scuole superiori pronti a rientrare in classe anche nella nostra regione dopo la decisione di rinviare di dieci giorni l’inizio delle lezioni
Il ritorno Studenti delle scuole superiori pronti a rientrare in classe anche nella nostra regione dopo la decisione di rinviare di dieci giorni l’inizio delle lezioni

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