Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Regionali, la vittoria «dimezzata» del Pd
Otto rappresentanti in Consiglio rispetto ai 15 eletti nel 2015. Di Maio: al lavoro per unire la coalizione nel 2021
Trentadue seggi più il governatore rieletto Vincenzo De Luca su un totale di 51 consiglieri. Alle opposizioni 18 poltrone.
NAPOLI Trentadue seggi più il governatore rieletto Vincenzo De Luca su un totale di 51 consiglieri. Questa l’ampiezza della maggioranza di centrosinistra uscita dalle urne. Undici seggi, compreso il candidato presidente Stefano Caldoro (miglior sconfitto), è il bottino intercettato dal centrodestra. Altri sette seggi al Movimento Cinque Stelle che pure si colloca all’opposizione.
Ma la matematica, al di là di quanto si dice, non sempre è una scienza esatta. Specialmente se per il calcolo dei seggi bisogna tenere conto delle quote territoriali (la Campania è divisa in cinque circoscrizioni provinciale) e soprattutto del calcolo dei famigerati resti. E così può capitare che il Partito democratico, pur non discostandosi troppo dal risultato raggiunto in termini percentuali nel 2015, quando De Luca fu eletto per la prima volta, veda oggi dimezzata la sua rappresentanza nel parlamentino del Centro direzionale. Sono infatti 8 i consiglieri conquistati dai democrat a confronto dei quindici raccolti nel 2015: una differenza non di poco conto. Lo scrutinio è proceduto a rilento, ma alcuni punti fermi non si discutono. Nella circoscrizione di Napoli il Pd riesce a portare in Consiglio solo 4 rappresentanti. A partire da Mario Casillo, recordman delle preferenze (lo fu anche nella scorsa tornata) che stavolta ha spinto l’asticella fino a quota 42 mila.
Dietro di lui la collega Loredana Raia di Torre del Greco. Sorprendente ma non troppo il terzo posto conquistato da Bruna Fiola, la figlia di Ciro, il presidente della Camera di Commercio di Napoli. Ultimo posto utile per arrivare in Consiglio regionale è stato occupato da Massimiliano Manfredi, fratello del ministro dell’Università Gaetano, già deputato durante la scorsa legislatura. A Salerno con 21 mila e passa preferenze, Franco Picarone, anch’egli uscente, ha preceduto nella corsa a un seggio Simone Valiante, il figlio di Antonio, ex numero due durante la gestione regionale di Antonio Bassolino. Guerra all’ultimo sangue anche a Caserta tra due uscenti. Alla fine tra l’ex socialista Gennaro Oliviero e l’ex popolare Stefano Graziano è stato il primo ad avere la meglio. Un altro risultato clamoroso ad Avellino. Maurizio Petracca ha sconfitto nel derby interno al Pd la presidente uscente dell’assemblea regionale Rosetta D’Amelio, rimasta fuori. Il Sannio verrà rappresentato a Erasmo Mortaruolo.
Grande successo anche per una storica civica legata al governatore, tanto da portarne il cognome. De Luca Presidente passa dai 4 seggi del 2015 ai 6 attuali. Quattro sono stati conquistati a Napoli. La lista era piena di pezzi da novanta, ma a sorpresa davanti a tutti si è piazzata una candidata che alla viglia veniva considerata un’outsider, vale a dire Vittoria Lettieri, figlia di Raffaele, il sindaco di Acerra. Ha preceduto l’assessore regionale uscente Lucia Fortini (se sarà riconfermata nell’esecutivo lascerà spazio a Diego Venanzoni, il primo dei non eletti). Terza piazza e biglietto staccato per il Consiglio da Carmine Mocerino, esponente centrista proveniente dalla sponda caldoriana. Anche la quarta eletta, Paola Raia, ha un passato nel centrodestra. De Luca Presidente ottiene un consigliere anche nel Salernitano con Luca Cascone in Terra di Lavoro, con Giovanni
Zannini (oltre 21 mila preferenze e record provinciale). Da segnalare anche il ritorno in Consiglio regionale dei mastelliani. Il sindaco di Benevento con la civica Noi Campani riesce a portare in Assemblea Luigi Abbate e Agostino Stellato.
Delle quindici liste collegate a De Luca ben tredici sono approdate alla rappresentanza. Tra gli ingressi che si notano quelli di un altro ex assessore (al Turismo, Corrado Matera, eletto tra le fila di Fare Democratico. Solo i Repubblicani e i Democratici e Progressisti sono rimasti a bocca asciutta.
Uno sguardo all’opposizione, anzi alle opposizioni. Stefano Caldoro guiderà quella di centrodestra. Entra in Consiglio regionale usufruendo del passaggio delle lista Caldoro Presidente, che altrimenti avrebbe portato nell’aula del Centro direzionale l’ex sindaco di Vico Equense Gennaro Cinque. La pattuglia più numerosa di quel che resta del centrodestra in Campania è quella di Fratelli d’Italia: riconfermato a pieni voti Michele
Schiano di Visconti e promosso dal Consiglio comunale di Napoli Marco Nonno. Da Salerno arriva alla Regione Nunzio Carpentieri, dal Casertano Alfonso Piscitelli che per candidarsi con Fratelli d’Italia ha abbandonato le fila deluchiane. Tre posti per la Lega: saranno occupati da Severino Nappi, che rientra così in Consiglio, da Gianpiero Zinzi, anch’egli riconfermato, e dal salernitano Attilio Pierro. Terza forza della coalizione di Caldoro, Forza Italia: Anna Rita Patriarca a Napoli, Massimo Grimaldi a Caserta e un terzo posto ancora in bilico.
Pur avendo subito un pesante arretramento in termini numerici e percentuali rispetto al 2015, grazie al sistema elettorale il Movimento 5 Stelle conserva i 7 consiglieri, a cominciare dalla leader Valeria Ciarambino. Con lei ci saranno Gennaro Saiello, Maria Muscarà, Luigi Cirillo, Michele Cammarano, Salvatore Aversano, Vincenzo Ciampi.