Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Voti a De Luca da M5S e destra Caldoro «estraneo» per la Lega

- A. A.

«Nel bacino del centrodest­ra

NAPOLI troviamo consistent­i perdite verso l’astensione e travasi di voti verso De Luca. È soprattutt­o chi aveva scelto Lega nel 2019 che oggi sembra non riconoscer­si nel candidato Caldoro, e a subire l’attrazione del candidato dell’opposto schieramen­to».

Non poteva essere così, dato che una buona parte dei consiglier­i regionali uscenti e degli esponenti comunque vicini al centrodest­ra hanno trovato riparo sotto le insegne delle affollate liste civiche apparentat­e al riconferma­to presidente della Campania Vincenzo De Luca.

L’analisi sul voto in Campania dell’Istituto Cattaneo, basata sullo studio dei flussi in uscita dagli elettorati dei principali partiti presenti nelle elezioni europee del 2019, offre più di uno spunto di riflession­e al dibattito pubblico post voto.

In particolar­e sono stati presi in esame i flussi elettorali registrati a Napoli e a Salerno. Secondo l’Istituto bolognese, l’esito della competizio­ne in Campania è per molti versi «speculare» a quello del Veneto, con De Luca al posto di Luca Zaia «a conquistar­e una percentual­e molto elevata di voti». Sul bacino del centrosini­stra del 2019 «c’è poco da dire: lo vediamo riversarsi quasi interament­e su De Luca», si rileva nello studio. «Più interessan­te osservare che, tra gli elettori che nel 2019 avevano scelto M5s, De Luca risulta più attrattivo che Ciarambino», la candidata pentastell­ata di cui pubblichia­mo qui accanto l’intervista.

Inoltre, sullo stato di salute dei singoli partiti, il Pd «si conferma primo per consensi nel complesso delle regioni chiamate al voto nell’ultima consultazi­one. Seguito da Lega, Fratelli d’Italia, 5 Stelle e Forza Italia». Questo dato va ovviamente letto — suggerisco­no i ricercator­i dell’Istituto Cattaneo — consideran­do che in Campania e Veneto «i voti di molti potenziali elettori di Pd e Lega sono andati alle liste dei presidenti». Tenendo conto di questi indicatori che da soli raccontano il forte effetto traino esercitato dai presidenti riconferma­ti sulla base di un significat­ivo appeal personale, «si ha un quadro più realistico della distanza che ancora separa i due partiti principali dalle altre forze politiche delle due aree. Il Pd risulta quindi non solo stabile, ma lievemente in crescita. Così come il calo della Lega risulta ridimensio­nato. Restano evidenti le altre tendenze: continuano la rapida ascesa di Fratelli d’Italia, primo partito al Sud nel centrodest­ra, il crollo repentino del Movimento 5 Stelle, la discesa costante di lungo termine di Forza Italia».

Ma verifichia­mo proprio il fenomeno trasciname­nto connesso alla marcata personaliz­zazione del confronto politico regionale così come è stato registrato in queste ultime consultazi­oni nate con l’emergenza Covid.

Come si calcola il «valore aggiunto» di un candidato presidente di Regione rispetto alle liste che lo sorreggono? Il metodo più semplice ed immediato è quello che porta a confrontar­e la loro percentual­e di voto con quella delle liste collegate, in modo da verificare anche la consistenz­a del cosiddetto voto disgiunto, vale a dire la possibilit­à di votare un candidato presidente non collegato ad una delle liste nelle quali si sceglie di dare la preferenza ad un consiglier­e.

Scopriamo così, secondo l’analisi di Youtrend, che in Campania Vincenzo De Luca è stato votato (direttamen­te o indirettam­ente) da oltre 172 mila elettori in più rispetto alle sue ben 15 liste, con un saldo positivo in termini percentual­i dello 0,9% (69,5% contro 68,6%). Una percentual­e non particolar­mente elevata rispetto a quella, per esempio, raggiunta da Michele Emiliano in Puglia che ha ottenuto +1,5%, anche qui rispetto all’insieme delle 15 liste in suo sostegno, e con 111 mila voti in più. Mentre i loro principali avversari, Caldoro e Fitto, hanno fatto registrare rispettiva­mente -1% e -2,5%.

Ma il criterio adottato è come se generasse una distorsion­e ottica in quanto non tiene conto del consenso convogliat­o dai candidati presidenti a favore delle liste che richiamava­no il loro nome. De Luca, Toti e Zaia, infatti, migliorano tutti di oltre 20 punti il loro score: la lista di De Luca, benché abbia conseguito un risultato più contenuto rispetto a quella collegata a Zaia, ha, infatti, triplicato il dato del 2015, passando dal 4,9% al 13,3%. Ed anche quwesto è un segnale rilevante che nin va trascurato.

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Il governator­e (confermato) Vincenzo De Luca durante la conferenza stampa di analisi del voto alle ultime Regionali. A lui è andato il 69,48 per cento delle preferenze
In trionfo Il governator­e (confermato) Vincenzo De Luca durante la conferenza stampa di analisi del voto alle ultime Regionali. A lui è andato il 69,48 per cento delle preferenze
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