Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«I giovani si divertono senza comprendere la gravità del rischio Sarà così fino all’estate»
Franco Faella: bisognerà aspettare l’immunità di gregge Parla l’infettivologo napoletano per decenni al Cotugno e tornato in trincea «Il presidente ha fatto benissimo a ripristinare le protezioni anche all’aperto»
«L’impennata dei contagi? E di che vi meravigliate? Guardate, sono stato pure io ragazzo e con la mia testa di allora oggi mi sarei comportato anch’io così». L’infettivologo Franco Faella, per decenni in servizio al Cotugno e tornato in trincea da pensionato nei giorni caldi del coronavirus, non ha dubbi: è colpa della movida se in Campania da alcune settimane la curva dei positivi al Covid-19 è in costante ascesa. Tanto da aver spinto il governatore Vincenzo De Luca a disporre con un’ordinanza l’obbligo delle mascherine h24 fino al 4 ottobre.
Professore, partiamo proprio da qui: ha fatto bene De Luca a prevedere un giro di vite sull’uso dei dispositivi individuali di sicurezza e prevenzione?
«Non ha fatto bene, ha fatto benissimo. E che dubbio c’era?»
Allora dobbiamo preoccuparci? C’è davvero in atto una recrudescenza del virus?
«Io al contrario ho l’impressione che fino ad oggi ce ne siamo preoccupati troppo poco, abbiamo avuto una libertà enorme per andare in vacanza, anche all’estero, poi siamo tornati e i casi di Covid19 sono aumentati. A settembre ne abbiamo approfittato ancora per divertirci e adesso stiamo a contare le impennate dovute alla movida».
Insomma, tutta colpa dei giovani?
«Non hanno ancora capito bene quali sono i rischi, si comportano in maniera superficiale, non hanno la percezione del pericolo tanto a loro riguarda solo marginalmente. Ma vanno capiti, sono stato giovane anch’io. Il guaio però è che, risultando positivi, contagiano i genitori e uccidono i nonni».
Cosa dovrà fare ancora De Luca per ristabilire una coscienza forte che prevalga sull’incoscienza?
«C’è solo un sistema, secondo me, mettere multe, multe assai salate. Non ne conosco altri. Ma non credo che De Luca abbia bisogno del mio suggerimento».
Se i contagi continuano a salire, rischiamo un nuovo lockdown?
«Per il momento non ci sono le condizioni, certo i prossimi mesi saranno importantissimi, andiamo incontro alla stagione invernale, ci sarà difficoltà di produzione e diffusione di vaccino influenzale. Un altro lockdown sarebbe terribile, disastroso per la nostra economia. È assurdo pensare di privilegiare l’aspetto ludico dell’esistenza per poi mettersi tutti in quarantena».
A proposito di vaccino, lei è fiducioso su quello per il coronavirus?
«Ci vorrà tempo prima di diffondere la vaccinazione di massa. Credo che si comincerà verso gennaio-febbraio e prima con le categorie più esposte: i medici, gli infermieri, i poliziotti, i carabinieri, gli insegnanti».
Ma quando potremo toglierci finalmente la mascherina e riabbracciare gli amici?
«Quando si raggiungerà l’immunità di gregge».
Quando?
«Non prima di maggio-giugno».
Abbiamo avuto una libertà enorme per andare in vacanza, e all’estero: l’aumento dei contagi era previsto
Ma voi virologi ve l’aspettavate un virus così tremendo e invasivo?
Mille tifosi allo stadio? Condizione di privilegio, ci andrei pure io Seduto e anche disteso
«Ci aspettavamo un’epidemia forte, temevamo un contagio da virus Nipha, che si trova nelle foreste della Malesia ed è diffuso, anche questo, da un pipistrello. Il coronavirus, pur conoscendolo, ci ha spiazzati un po’».
Un’ultima cosa, gli stadi vanno riaperti ai tifosi benché contingentati?
«Non credo che sia ancora il caso di giustificare la presenza contemporanea di tantissime persone vicino vicino, a stretto contatto di gomito».
E riaprire come si sta facendo a soli mille spettatori?
«Questa è una condizione di assoluto privilegio, ci andrei anche io. Seduto e anche disteso».