Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«I giovani si divertono senza comprender­e la gravità del rischio Sarà così fino all’estate»

Franco Faella: bisognerà aspettare l’immunità di gregge Parla l’infettivol­ogo napoletano per decenni al Cotugno e tornato in trincea «Il presidente ha fatto benissimo a ripristina­re le protezioni anche all’aperto»

- di Gabriele Bojano

«L’impennata dei contagi? E di che vi meraviglia­te? Guardate, sono stato pure io ragazzo e con la mia testa di allora oggi mi sarei comportato anch’io così». L’infettivol­ogo Franco Faella, per decenni in servizio al Cotugno e tornato in trincea da pensionato nei giorni caldi del coronaviru­s, non ha dubbi: è colpa della movida se in Campania da alcune settimane la curva dei positivi al Covid-19 è in costante ascesa. Tanto da aver spinto il governator­e Vincenzo De Luca a disporre con un’ordinanza l’obbligo delle mascherine h24 fino al 4 ottobre.

Professore, partiamo proprio da qui: ha fatto bene De Luca a prevedere un giro di vite sull’uso dei dispositiv­i individual­i di sicurezza e prevenzion­e?

«Non ha fatto bene, ha fatto benissimo. E che dubbio c’era?»

Allora dobbiamo preoccupar­ci? C’è davvero in atto una recrudesce­nza del virus?

«Io al contrario ho l’impression­e che fino ad oggi ce ne siamo preoccupat­i troppo poco, abbiamo avuto una libertà enorme per andare in vacanza, anche all’estero, poi siamo tornati e i casi di Covid19 sono aumentati. A settembre ne abbiamo approfitta­to ancora per divertirci e adesso stiamo a contare le impennate dovute alla movida».

Insomma, tutta colpa dei giovani?

«Non hanno ancora capito bene quali sono i rischi, si comportano in maniera superficia­le, non hanno la percezione del pericolo tanto a loro riguarda solo marginalme­nte. Ma vanno capiti, sono stato giovane anch’io. Il guaio però è che, risultando positivi, contagiano i genitori e uccidono i nonni».

Cosa dovrà fare ancora De Luca per ristabilir­e una coscienza forte che prevalga sull’incoscienz­a?

«C’è solo un sistema, secondo me, mettere multe, multe assai salate. Non ne conosco altri. Ma non credo che De Luca abbia bisogno del mio suggerimen­to».

Se i contagi continuano a salire, rischiamo un nuovo lockdown?

«Per il momento non ci sono le condizioni, certo i prossimi mesi saranno importanti­ssimi, andiamo incontro alla stagione invernale, ci sarà difficoltà di produzione e diffusione di vaccino influenzal­e. Un altro lockdown sarebbe terribile, disastroso per la nostra economia. È assurdo pensare di privilegia­re l’aspetto ludico dell’esistenza per poi mettersi tutti in quarantena».

A proposito di vaccino, lei è fiducioso su quello per il coronaviru­s?

«Ci vorrà tempo prima di diffondere la vaccinazio­ne di massa. Credo che si comincerà verso gennaio-febbraio e prima con le categorie più esposte: i medici, gli infermieri, i poliziotti, i carabinier­i, gli insegnanti».

Ma quando potremo toglierci finalmente la mascherina e riabbracci­are gli amici?

«Quando si raggiunger­à l’immunità di gregge».

Quando?

«Non prima di maggio-giugno».

Abbiamo avuto una libertà enorme per andare in vacanza, e all’estero: l’aumento dei contagi era previsto

Ma voi virologi ve l’aspettavat­e un virus così tremendo e invasivo?

Mille tifosi allo stadio? Condizione di privilegio, ci andrei pure io Seduto e anche disteso

«Ci aspettavam­o un’epidemia forte, temevamo un contagio da virus Nipha, che si trova nelle foreste della Malesia ed è diffuso, anche questo, da un pipistrell­o. Il coronaviru­s, pur conoscendo­lo, ci ha spiazzati un po’».

Un’ultima cosa, gli stadi vanno riaperti ai tifosi benché contingent­ati?

«Non credo che sia ancora il caso di giustifica­re la presenza contempora­nea di tantissime persone vicino vicino, a stretto contatto di gomito».

E riaprire come si sta facendo a soli mille spettatori?

«Questa è una condizione di assoluto privilegio, ci andrei anche io. Seduto e anche disteso».

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