Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quando la casa è un guscio e il pericolo sta fuori c’è «Sfratto celeste» di Sara Sole Notarbartolo
Il titolo, «Sfratto celeste» ne ricorda uno di Anna Maria Ortese, «Corpo celeste». Se ci siano e quali siano le connessioni tra le due opere, al di là della suggestione onomastica, lo scopriremo stasera, alle 20,30, quando andrà in scena per la rassegna «Restaurarte. Riparare con l’oro» l’anteprima dello spettacolo scritto e diretto da Sara Sole Notarbartolo, prodotto da Taverna Est con il sostegno de L’Asilo. Il palco all’aperto e sul mare, la Villa comunale di Napoli, è il contrario di quello in cui si svolge la storia: l’interno di una casa che i due protagonisti rischiano di perdere e alla quale restano attaccati verghianamente come ostrica allo scoglio. «Ho iniziato a scrivere questo testo durante il lockdown - racconta la regista e drammaturga - e senza che me ne rendessi conto ha raccolto tutto l’opposto di quello che abbiamo vissuto in quel periodo. Io avevo l’esigenza di uscire, Matteas e Beraghi invece vogliono restare nella loro casa assolutamente. Io sentivo che la realtà risultava come inadeguata e così scrivendo sono nati questi due inadeguati, buffi, poetici assediati: il loro è uno sfratto celeste perché apparentemente ineluttabile e divino, come quello che ci sentivamo piombare sulla testa in quei giorni. Il loro piccolo appartamento è tutto il loro mondo, se guardano oltre il loro balcone scoprono che, come dice Beraghi “Fuori di qua non c’è niente. Niente”». Ed ecco che il balcone, unico proscenio di quei giorni, ridiventa teatro assorbito dalla penna di Notarbartolo che ci ha abituati a piccoli gioielli drammaturgici da «La tentazione» in poi, connotati da una cifra ironica e visionaria ad un tempo.
In scena, a dar voce e corpo ai due protagonisti, assediati dalla polizia nel loro piccolo appartamento metropolitano, sono i talentuosi Andrea de Goyzueta e Fabio Rossi. In audio gli interventi di Francesca de Nicolais e di Peppe Papa, mentre i costumi sono affidati a Gina Oliva, allestimento e suoni sono curati dall’assistente alla regia Antonia Cerullo e dalla stessa Notarbartolo che anticipa i caratteri della sue due nuove sghembe creature: «Matteas ha più energia che spazio vitale, vestiti consunti del malandato che affascina. È un emotivo maltrattato dagli eventi. Desidera dare una forma alla realtà, una qualsiasi forma, vuole che qualcuno gli spieghi come funziona la vita. Beraghi è un intellettuale talmente snob da specializzarsi, dopo la laurea, come tecnico di riparazione delle caldaie. Un filosofo pragmatico, anzi uno stoico».
Recupero Rinviato oggi torna «Restaur arte. Riparare con l’oro»