Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Crisi Whirlpool e non solo Oggi sciopero generale: 500 sedie in piazza Dante
Manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil a Napoli. L’inno cantato dalle operaie della Whirlpool. Ci saranno anche vicesindaco e assessore
Cinquecento sedie in piazza Dante. Così Cgil, Cisl e Uil provano a riprendersi lo spazio della rabbia e della protesta montata in queste settimane a Napoli e ovunque in Italia. «Al governo ci sei tu, tutelarci devi tu». Sarà l’inno di lotta delle operaie della Whirlpool di Napoli che aprirà la manifestazione di oggi.
Cinquecento sedie in piazza Dante. Così Cgil, Cisl e Uil provano a riprendersi lo spazio della rabbia e della protesta montata in queste settimane a Napoli e ovunque in Italia.
«Al governo ci sei tu, tutelarci devi tu». Sarà l’inno di lotta delle operaie della Whirlpool di Napoli che aprirà oggi la manifestazione organizzata dai sindacati confederali in occasione dello sciopero generale di quattro ore dell’industria e del terziario proclamato dal sindacato partenopeo contro la chiusura dello stabilimento di via Argine e a sostegno di un piano di sviluppo per Napoli e per il Mezzogiorno. Sul palco in apertura ci saranno proprio le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento di via Argine che, dopo una vertenza durata più di diciotto mesi, sono stati licenziati con un sms. E cento sedie nelle prime file della piazza saranno riservate proprio a loro.
Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom che si è recata ieri in fabbrica, oggi sarà a Napoli al loro fianco: «I lavoratori e le lavoratrici saranno preziosi in questa giornata perché, sopra ogni altra cosa, dimostrano che noi non molliamo sulle crisi industriali e sul rinnovo del contratto nazionale. La lotta continua contro l’arroganza della multinazionale e l’inconcludenza del governo, occorre scongiurare un ulteriore desertificazione industriale al Sud».
Dopo l’apertura ci saranno le testimonianze dei delegati delle varie categorie, anche quelle dei lavoratori dei servizi essenziali esonerati dallo sciopero, gli interventi dei segretari delle organizzazioni dei metalmeccanici Fim Fiom e Uilm, che oggi scioperano in tutta Italia per il rinnovo del contratto e le conclusioni dei segretari generali Cgil Cisl Uil di Napoli, Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati.
Il tutto seguendo alla lettera Dpcm e regole anti-Covid. «Ma abbiamo voluto fortemente la manifestazione — spiega Schiavella leader della Cgil —, abbiamo voluto occupare la piazza in maniera democratica. Anche per lanciare un segnale a tutte le categorie che soffrono in questo momento di crisi. C’è un tema di governo dell’emergenza sanitaria e di scaricabarile che va affrontato, come va affrontata la tutela della salute e del lavoro. Con uno sguardo lungo e di prospettiva per la città e per l’intera area metropolitana. Whirlpool è la pietra angolare su cui poggia qualsiasi ragionamento di sviluppo futuro».
Anche l’amministrazione comunale ha aderito allo sciopero generale. E saranno presenti il vicesindaco Enrico Panini e l’assessore al Lavoro Monica Buonanno, con il gonfalone della città.
«Non possiamo restare indifferenti — dichiarano Panini e Buonanno — perché in gioco c’è il futuro non solo di ogni lavoratore ma dell’intera società: siamo schierati dalla parte di chi aspetta ancora la cassa integrazione da marzo, dalla parte di chi rischia per le chiusure imposte dalla pandemia, dalla parte di chi non viene tutelato nelle forme di lavoro, dalla parte di chi è schiacciato dalle multinazionali come i lavoratori di Whirlpool. È una lotta trasversale in difesa dell’articolo 1 della nostra Costituzione, perché senza lavoro non c’è benessere né futuro. La pandemia da Coronavirus ha accelerato e aggravato un processo già in atto, quello della precarizzazione, che va oltre il liberismo, è una condanna alla disparità sociale ed economica. Porteremo in piazza il gonfalone del Comune di Napoli affinché sia chiaro a tutti da che parte è l’amministrazione: dalla parte della città che lotta, che non resta ferma di fronte allo spettro dell’impoverimento del tessuto lavorativo e produttivo, dalla parte di chi chiede la tutela dei lavoratori. Invochiamo unità verso il mantenimento dell’accordo di ottobre 2018 e unità di intenti nella lotta, per vitare il rischio che si abbassino le tenebre dell’oblio su questa vertenza come su altre».