Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il virus va anticipato Non «resocontato»
Così il presidente De Luca, annunciando prossimi lockdown, ha rianimato il fantasma di Sinfonia
Il presidente De Luca, annunciando prossimi lockdown, ha rianimato il fantasma di Sinfonia. Un leggiadro marchio che corrisponderebbe ad una piattaforma su cui sono appoggiate app sanitarie di non chiara funzione.
Inizialmente erano state adibite a funzione di servizio per attività che allora si pensava puramente di supporto dei medici di base. Risaliamo addirittura alla stagione A .V. ante virus,a febbraio, quando in pompa magna furono presentate ben 3 app che dovevano collegare i medici di base agli ospedali, e i pazienti alla stessa rete dei medici territoriali.
Poi nulla per vari mesi, dove il trambusto emergenziale non ha certo aiutato ne il collaudo ne l’effettiva entrata in esercizio di alcunché. Successivamente la soave sinfonia si è levata ancora nell’estate scorsa, preludendo a una rete territoriale che doveva fermare il nemico dell’epidemia sul bagnasciuga dei domicili dei positivi. Ma anche qui il silenzio ha coperto ogni commento. In questi giorni nuova sinfonia. Ora, ci dice il presidente De Luca, che si sta tessendo una robusta rete per far circolare i referti medici e i risultati dei tamponi a velocità siderale. Ma, ammesso che la cosa funzioni, e le premesse non vanno in quel senso, dopo 8 mesi di tregenda sul virus davvero è quello il risultato a cui tendere?
Avere più rapidamente i referti medici e i tamponi?
Certo che è indispensabile, ma è sufficiente?
Una regione che vanta tali eccellenze universitarie nel campo proprio delle soluzioni relazionali, come app e sistemi automatici, non potrebbe forse andare oltre?
Il nodo riguarda la necessità di anticipare la dinamica del virus e non limitarsi a snocciolare i dati sui ricoveri e le vittime. Un fenomeno esponenziale, spiega Andrea Crisanti, uno dei più prestigiosi protagonisti della campagna contro il virus nella fase uno, quando ha sottratto il Veneto al destino che ha invece ingoiato la Lombardia, che non può essere governato se non anticipando l’incubazione del Covid 19. Non ci vuole mago Merlino, e nemmeno la Zingara, per rimanere ad una figura del folclore napoletano. Basta un sapiente e coraggioso uso di dati. Tutti i dati.
Da questa primavera si discute dell’inefficienza di Immuni, prodotta sia dalla scarsa efficienza dei servizi di assistenza per i possibili positivi, ma anche dalla vaghezza e indeterminatezza nella georeferenzazione e localizzazione dei contatti pericolosi. Senza Gps e soprattutto senza incrociare le informazioni territoriali con la copiosa serie di dati dei social il virus lo possiamo solo inseguire, mai anticipare.
Facebook proprio in questi giorni annuncia la messa in catalogo di un servizio a pagamento https://www.digitalinformationworld.com/2020/10/facebook-announces-to-use-artificial.html?fbclid=IwAR3xKDHdII2pchiI0vKZv
Ck3jpBAxvUyFfswTAnt2OmPKBYRB_
nr3tyutGk&m=1 che riesce proprio a calcolare sul territorio il formarsi di un possibile focolaio di incubazione della pandemia con almeno 14 giorni di anticipo. Ovviamente questo servizio si basa su dati che il social estrae dalle nostre esperienze locali, combinando tutto quanto gli utenti rilasciano nelle sue pagine con i dati di georeferenzazione che ricava dalla trasversalità dei suoi sistemi di profilazione. Stiamo parlando di una materia rigorosamente pubblica, che per nessun motivo può essere privatizzata e tanto meno commercializzata.
Il primo elemento che dovremmo utilizzare da questo annuncio di Facebook è che si può mappare predittivamente il virus, dunque dobbiamo farlo: a San Giovanni ci sono straordinari talenti che potrebbero, magari rischiando qualche attrito con le grandi coporation della Silicon Valley, negoziare con successo questi dati, mettendo anche in campo che nella regione Google, facebook, Amazon e Apple fatturano cifre non irrilevanti per servizi alla pubblica amministrazione. Il secondo aspetto riguarda direttamente il prestigio del presidente: perché non lanciare un’iniziativa , proprio dalla Campania, per acquisire per pubblica utilità i dati del territorio illegittimamente confiscati dalle grandi piattaforme digitali e sviluppare sistemi di monitoraggio e predizione della dinamica della malattia?
Altro che sinfonia, sarebbe un potente concerto che accrediterebbe una idea moderna di pubblico e di rappresentanza democratica.Sarebbe anche una bella lezione al paese e all’Europa: da Napoli ripetere in chiave digitale , nei confronti dell’arroganza dei giganti tecnologici l’urlo di Mario Draghi: whatever it takes.
L’uso dei «numeri»
Basta un sapiente e coraggioso uso di dati. Ma è necessario che siano tutti i dati