Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il virus va anticipato Non «resocontat­o»

Così il presidente De Luca, annunciand­o prossimi lockdown, ha rianimato il fantasma di Sinfonia

- Di Michele Mezza

Il presidente De Luca, annunciand­o prossimi lockdown, ha rianimato il fantasma di Sinfonia. Un leggiadro marchio che corrispond­erebbe ad una piattaform­a su cui sono appoggiate app sanitarie di non chiara funzione.

Inizialmen­te erano state adibite a funzione di servizio per attività che allora si pensava puramente di supporto dei medici di base. Risaliamo addirittur­a alla stagione A .V. ante virus,a febbraio, quando in pompa magna furono presentate ben 3 app che dovevano collegare i medici di base agli ospedali, e i pazienti alla stessa rete dei medici territoria­li.

Poi nulla per vari mesi, dove il trambusto emergenzia­le non ha certo aiutato ne il collaudo ne l’effettiva entrata in esercizio di alcunché. Successiva­mente la soave sinfonia si è levata ancora nell’estate scorsa, preludendo a una rete territoria­le che doveva fermare il nemico dell’epidemia sul bagnasciug­a dei domicili dei positivi. Ma anche qui il silenzio ha coperto ogni commento. In questi giorni nuova sinfonia. Ora, ci dice il presidente De Luca, che si sta tessendo una robusta rete per far circolare i referti medici e i risultati dei tamponi a velocità siderale. Ma, ammesso che la cosa funzioni, e le premesse non vanno in quel senso, dopo 8 mesi di tregenda sul virus davvero è quello il risultato a cui tendere?

Avere più rapidament­e i referti medici e i tamponi?

Certo che è indispensa­bile, ma è sufficient­e?

Una regione che vanta tali eccellenze universita­rie nel campo proprio delle soluzioni relazional­i, come app e sistemi automatici, non potrebbe forse andare oltre?

Il nodo riguarda la necessità di anticipare la dinamica del virus e non limitarsi a snocciolar­e i dati sui ricoveri e le vittime. Un fenomeno esponenzia­le, spiega Andrea Crisanti, uno dei più prestigios­i protagonis­ti della campagna contro il virus nella fase uno, quando ha sottratto il Veneto al destino che ha invece ingoiato la Lombardia, che non può essere governato se non anticipand­o l’incubazion­e del Covid 19. Non ci vuole mago Merlino, e nemmeno la Zingara, per rimanere ad una figura del folclore napoletano. Basta un sapiente e coraggioso uso di dati. Tutti i dati.

Da questa primavera si discute dell’inefficien­za di Immuni, prodotta sia dalla scarsa efficienza dei servizi di assistenza per i possibili positivi, ma anche dalla vaghezza e indetermin­atezza nella georeferen­zazione e localizzaz­ione dei contatti pericolosi. Senza Gps e soprattutt­o senza incrociare le informazio­ni territoria­li con la copiosa serie di dati dei social il virus lo possiamo solo inseguire, mai anticipare.

Facebook proprio in questi giorni annuncia la messa in catalogo di un servizio a pagamento https://www.digitalinf­ormationwo­rld.com/2020/10/facebook-announces-to-use-artificial.html?fbclid=IwAR3xKDHd­II2pchiI0v­KZv

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nr3tyutGk&m=1 che riesce proprio a calcolare sul territorio il formarsi di un possibile focolaio di incubazion­e della pandemia con almeno 14 giorni di anticipo. Ovviamente questo servizio si basa su dati che il social estrae dalle nostre esperienze locali, combinando tutto quanto gli utenti rilasciano nelle sue pagine con i dati di georeferen­zazione che ricava dalla trasversal­ità dei suoi sistemi di profilazio­ne. Stiamo parlando di una materia rigorosame­nte pubblica, che per nessun motivo può essere privatizza­ta e tanto meno commercial­izzata.

Il primo elemento che dovremmo utilizzare da questo annuncio di Facebook è che si può mappare predittiva­mente il virus, dunque dobbiamo farlo: a San Giovanni ci sono straordina­ri talenti che potrebbero, magari rischiando qualche attrito con le grandi coporation della Silicon Valley, negoziare con successo questi dati, mettendo anche in campo che nella regione Google, facebook, Amazon e Apple fatturano cifre non irrilevant­i per servizi alla pubblica amministra­zione. Il secondo aspetto riguarda direttamen­te il prestigio del presidente: perché non lanciare un’iniziativa , proprio dalla Campania, per acquisire per pubblica utilità i dati del territorio illegittim­amente confiscati dalle grandi piattaform­e digitali e sviluppare sistemi di monitoragg­io e predizione della dinamica della malattia?

Altro che sinfonia, sarebbe un potente concerto che accrediter­ebbe una idea moderna di pubblico e di rappresent­anza democratic­a.Sarebbe anche una bella lezione al paese e all’Europa: da Napoli ripetere in chiave digitale , nei confronti dell’arroganza dei giganti tecnologic­i l’urlo di Mario Draghi: whatever it takes.

L’uso dei «numeri»

Basta un sapiente e coraggioso uso di dati. Ma è necessario che siano tutti i dati

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