Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le contraddizioni di una borghese figlia del Sessantotto
La storia di una donna «mai figlia, poco madre, tanto (inutilmente) femmina». È il filo conduttore del romanzo Su ali d’aquila di Roberta Rubino (deComporre Edizioni).
Il percorso umano accidentato della protagonista, scevro da riferimenti autobiografici (se non solo marginali e comunque ben dissimulati nella trama), si dipana attraverso la successione di momenti non scanditi dal calendario ma da una logica interiore secondo la quale il prima e il dopo non hanno particolare importanza. Eppure, la scelta narrativa, apparentemente spiazzante, non solo non crea cesure logiche nel racconto, ma, addirittura consente una ricostruzione coerente del quadro psicologico. Tassello dopo tassello il puzzle si compone nella mente del lettore, fino a rappresentare il presupposto del volo evocato nel titolo, che, altrimenti, sarebbe apparso solo una brusca e inspiegabile virata verso un lieto (?) fine precostituito a tavolino. Stupiscono in una scrittrice «non laureata», fuori dagli schemi letterari imperanti, tanta maturità stilistica, tanta sapienza tecnica, soprattutto tanta spietata delicatezza nel calarsi tra le contraddizione dell’anima di una donna borghese napoletana, una professoressa di liceo, mancata docente universitaria, figlia del Sessantotto senza esserne stata fino in fondo partecipe, moglie disillusa (o mai illusa), madre solo formalmente attenta, ma in realtà in compiaciuta competizione con la figlia, prigioniera di un passato che stenta a prendere forma, ma che, ancora parzialmente ignoto, pesa tanto a livello subliminale inducendo scelte istintive, al limite dell’autolesionismo. Il linguaggio è colto, non svilito, anzi arricchito, da locuzioni gergali che spazzano via il rischio di intenti didascalici. Il libro si consuma in fretta, ma lascia il segno. E meriterebbe, senza dubbio, la considerazione avvertita degli addetti ai lavori. Per i lettori un lavoro comunque pregevole, piacevole, profondo. Un viaggio in una vita che si consuma con gusto in un’ora. O poco più.
Disillusa Resta moglie e madre solo formalmente attenta