Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Insigne e Mertens Certezze anti-Milan

I «piccoletti» azzurri protagonis­ti con le Nazionali pronti a ripetersi nella sfida al vertice

- Ciro Troise

NAPOLI Se prima erano in tre adesso sono in due, è andato via Callejon che, guardando Italia-Polonia mentre è in isolamento domiciliar­e per guarire dal Covid-19, avrà sorriso nel guardare il taglio di Berardi su assist di Insigne. Mertens e Insigne sono le certezze del Napoli, i volti della preziosa vecchia guardia, l’anima, quella di cui c’è sempre più bisogno citando una splendida canzone di Pino Daniele. Dries è tornato a casa, a Lovanio, dove è cresciuto giocando a pallone nel parcheggio dello stadio e un po’ d’anni dopo contro l’Inghilterr­a è tornato al gol dopo un mese e mezzo. L’ultimo acuto risaliva al 27 settembre, in Napoli-Genoa prima dell’astinenza sottolinea­ta da Gattuso a Bologna. «A livello realizzati­vo ci sta mancando Mertens», le parole nel post-partita pensando alle occasioni sprecate contro Az Alkmaar, Sassuolo e Bologna. Dries ha fatto gol su punizione, non accadeva da Frosinone-Napoli 0-2 del 28 aprile 2019. «Voglio giocare ancora a lungo a Napoli», l’ultima dichiarazi­one d’amore di Mertens che a giugno pubblicava sui social una lettera-video per Napoli che l’ha adottato a tal punto da cambiargli anche l’identità. Lo scugnizzo di Lovanio si chiama ormai Ciro e la città è pronta ad aspettarlo, consapevol­e del suo talento, delle pause in zona-gol che da scattista talvolta si è preso anche nelle sue annate più importanti, come quella dei 91 punti. Dallo scugnizzo adottato a quello made in Naples, cresciuto in casa e costretto a convivere con la sindrome del nemo propheta in patria, del vezzo dell’esterofili­a che dal napoletano pretende sempre di più rispetto a ciò che può dare. Fino a quattro anni fa, Mertens e Insigne si giocavano il posto, erano protagonis­ti di un dualismo che divideva anche la tifoseria.

La storia poi è nota, tutto è cambiato, oggi insieme rappresent­ano un patrimonio di 219 gol e 156 assist, complessiv­amente i due «piccoletti» hanno messo lo zampino in 375 reti. Numeri che mettono i brividi e rendono l’idea della storia che rappresent­ano. Entrambi sono pronti a conquistar­e la scena anche in Nazionale, prima all’Europeo e poi alla final four della Nations League in programma ad ottobre, se l’Italia e il Belgio mercoledì rispettiva­mente contro Bosnia e Danimarca riuscirann­o a blindare il primato nel girone. Gattuso li protegge, ha spinto per il rinnovo di Mertens e ha messo Insigne al centro del progetto, dandogli fiducia e ottenendo la crescita nella maturità che ha messo in mostra anche in Nazionale. In chiave Milan, in attesa di conoscere le condizioni di Osimhen, Mertens e Insigne sono le certezze. Politano sta lavorando a Castel Volturno e scalpita, Lozano rientrerà solo domani dall’Austria dopo l’amichevole contro il Giappone e a Tv Azteca Deportes ha raccontato la sua avventura napoletana: “È stata dura, tante volte ho detto a mia moglie che ci facciamo qui, parlare con Gattuso è stato importante, quando si arrabbia è un orco ma è una brava persona, da lui si può apprendere tanto». Poi un pensiero ambizioso verso il futuro: “Il calcio in Italia mi piace ma possono accadere tante cose. Ci sono tanti club in cui mi piacerebbe giocare, come per esempio il Barcellona».

” Sette e mezzo in pagella? Al di là della prestazion­e personale sono felice per la vittoria di squadra

” Chiudere la carriera in Belgio? Non penso Spero di poter giocare a Napoli per molto tempo

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Attaccante Victor Osimhen

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