Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Campania non è un paese per bimbi e ragazze: una su tre non studia né lavora
In Campania più di una ragazza su tre non studia, non lavora e non segue alcun percorso formativo. Già prima della crisi Covid, oltre il 34% dei minori viveva in povertà relativa; gli asili nido sono solo per il 4,3% dei bambini; la dispersione scolastica è al 17,3%.
Sono alcuni dati contenuti nell’Atlante dell’infanzia a rischio «Con gli occhi delle bambine», pubblicato ieri da Save the Children in vista della Giornata mondiale dell’infanzia che si celebra il 20 novembre.
La Campania appare non a misura di bambino, ma ancor meno a misura di bambine. Ragazze già duramente provate da una povertà materiale ed educativa, che si sono trovate ad affrontare l’emergenza Covid 19. Perché sono proprio loro a pagare il prezzo più alto di una situazione tragica, ai limiti della normalità. E se in Italia circa 1 milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni rischiano, entro la fine dell’anno, di ritrovarsi nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione, in questo limbo già oggi, in Campania, è intrappolato il 35,8% delle giovani, contro il 32,9% dei coetanei
” Oltre il 34% dei minori vive in povertà relativa; asili nido solo per il 4,3% dei bambini; dispersione scolastica al 17,3%
maschi. Il dato sulla povertà relativa dei minori in Campania poi (34,4%), si scontra con quello di Trentino Alto Adige (8,3%) e Toscana (9,8%) che presentano le percentuali più basse di minori in povertà relativa.
Preoccupanti anche i dati sulla povertà educativa. Frequentare un asilo nido o un servizio per la prima infanzia in Campania resta un privilegio per pochissimi: nell’anno scolastico 2018/2019 solo il 4,3% dei bambini aveva accesso a servizi pubblici offerti dai Comuni, mentre sul lato opposto della graduatoria troviamo la provincia autonoma di Trento al 28,4% e l’Emilia Romagna al 27,9%. Ma anche nel percorso di crescita, gli indicatori di povertà educativa confermano una situazione difficile già prima dell’emergenza, particolarmente in Campania: qui il 17,3% abbandona la scuola prima del tempo, dato superiore alla media nazionale che segna un tasso di dispersione scolastica del 13,5%. Anche al di fuori della scuola, le opportunità di crescita culturale, creativa, di svago e di movimento sembravano essere molto basse già prima dell’arrivo del virus: nel 20182019, in Campania più di 6 minori su 10 tra i 6 e i 17 anni non leggevano neanche un libro extrascolastico all’anno (63,6%, un dato ben superiore al 48% a livello nazionale), mentre il 39% dei bambini o adolescenti tra i 3 e i 17 anni, non praticava alcuna attività sportiva, secondo dato peggiore, dopo quello siciliano. «Abbiamo una generazione intera da proteggere, una generazione per la quale il futuro si costruisce a partire da oggi, in Campania così come nel resto del Paese. E in questa spinta per la ripartenza, le bambine e le ragazze possono e devono essere un volano di sviluppo» - denuncia Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia.