Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Torino si è «svuotata» Sì ai controlli, zero multe
L’atteggiamento di Torino verso il lockdown- rigido o dolce che sia - è racchiuso in una sola parola: sabaudità. Che qui si traduce in rispetto delle regole e delle distanze, in uscite da casa solo se necessarie e poche, davvero poche cessioni alla trasgressione. Del resto il Piemonte con il governatore Alberto Cirio aveva anticipato di una settimana la zona rossa istituendo il coprifuoco regionale: dalle 23 alle 5 del mattino tutti chiusi in casa. E così è stato. Città di grandi tradizioni militari, Torino è abituata a rispettare gli ordini. Solo nel fine settimana del 7 e 8 novembre scorsi, complice un inaspettato fine settimana dal clima mite, i torinesi hanno affollato il parco del Valentino, le altre oasi verdi della città e il mercato all’aperto di Porta Palazzo, il più grande d’Europa. Una libertà che è stata subito intercettata e normata dalle autorità che hanno rafforzato le pattuglie di controllo mandate in giro sotto i 12 chilometri di portici e nelle piazze auliche. Infatti durante il fine settimana successivo Torino ha riconquistato il suo asset solito: ordine e disciplina. Un numero su tutti: trenta negozi ispezionati, zero contravvenzioni. Di giorno i bar hanno bloccato l’ingresso nei locali con un tavolino dove vengono servite esclusivamente bevande da asporto, da consumare passeggiando. Di sera le strade sono popolate solamente dai raider . File ordinate nei supermercati , gel igienizzanti, guanti monouso non mancano davanti ai pochi negozi che possono rimanere aperti. Tanti ristoranti hanno rinunciato perfino all’asporto («farebbe solo morale», dicono i gestori). E c’è chi allo stop and go (apertura-chiusura-riapertura) preferisce la saracinesca abbassata in attesa di tempi migliori.