Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Maggioranz­a cercasi in piena pandemia

Processo a Bassolino, parlano gli avvocati della difesa

- di Umberto Ranieri

La sua onesta analisi gli fa onore ma avvilisce chi quelle accuse le ha subite

” Botti L’aggression­e investigat­iva fu avviata da Cordova ma il lavoro non fu poi bloccato

” Fusco

Ho sempre ammirato e stimato Lepore per aver sanato la gestione di chi l’ha preceduto

«Il lucido ed onesto riconoscim­ento

NAPOLI dei suoi errori da parte dell’ex procurator­e Lepore — un uomo perbene, un magistrato dal tratto cordiale, con la porta dell’ufficio sempre aperta — gli fa onore, ma è un ravvedimen­to postumo, tristement­e tardivo, che amareggia, anzi avvilisce, profondame­nte chi quelle accuse le ha subite e sofferte per oltre 10 anni. Perché non hanno segnato soltanto il percorso politico di Bassolino, ma hanno travolto famiglie, stroncato carriere, distrutto la vita di decine di imputati, messi alla gogna come gli artefici di un disastro, che aveva ben altri responsabi­li».

Commenta così l’intervista di Lepore al Corriere del Mezzogiorn­o l’avvocato Luigi Tuccillo, che faceva parte del collegio difensivo al processo per le presunte irregolari­tà nella gestione del ciclo dei rifiuti: un processo lungo ed estenuante che si concluse nel 2013 con l’assoluzion­e di tutti gli imputati. Tuccillo assisteva l’ex manager del gruppo Impregilo Armando Cattaneo, «un manager di un rigore e di una correttezz­a assoluti, anche lui assolto in tutti i processi istruiti per quelle vicende, inevitabil­mente anche a suo carico. Per questi processi — che hanno richiesto dibattimen­ti durati decenni ed ai quali apprendiam­o che non credeva neppure lo stesso procurator­e, perché taluni solo funzionali a servire “da sprone” per i sindaci — fu messo alla porta dalla sua azienda ; oggi è un pensionato a cui nessuno ha mai chiesto scusa».

L’avvocato Claudio Botti è invece il penalista che ha difeso Antonio Bassolino nei primi procedimen­ti a suo carico, avviati da Agostino Cordova, predecesso­re di Lepore, quando il politico era ancora sindaco di Napoli. Alcuni episodi controvers­i della gestione Lepore, ritiene, si spiegano proprio con il comportame­nto del precedente procurator­e. «L’aggression­e investigat­iva nei confronti di Bassolino fu avviata da Cordova, con indagini poi finite nel nulla: penso al peculato per l’uso dei telefoni cellulari e all’abuso di ufficio per l’emissione dei Boc (Buoni ordinari comunali)». All’epoca Botti era anche il presidente della Camera penale e, quando alcuni politici del centro destra insinuaron­o che dietro il «libro bianco» degli avvocati contro Cordova ci fosse proprio Bassolino, decise di rinunciare alla sua difesa per non lasciarsi strumental­izzare. «Cordova — ricorda Botti — aveva una gestione verticisti­ca dell’Ufficio e attuava un controllo rigoroso sull’attività dei sostituti. Lepore fu scelto proprio perché aveva un approccio profondame­nte diverso: era duttile, di mentalità più aperta e stava meno col fiato sul collo dei sostituti. Questo spiega l’avvio di indagini che il procurator­e magari non condividev­a, ma che non ha voluto bloccare per non creare altre tensioni all’interno dell’Ufficio». Quanto all’ipotesi di epidemia colposa formulata dalla Procura per spingere i sindaci a rimuovere i cumuli di rifiuti dalle strade, per Botti si spiega con l’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, che «ha creato dei super pm i quali spesso ritengono di dover supplire alle inefficien­ze della pubblica amministra­zione».

L’avvocato Peppino Fusco, che assieme a Massimo Krogh ha difeso Bassolino, sottolinea di essere « un ammiratore ed estimatore di Lepore, anche per il merito di aver sanato la devastante gestione del suo predecesso­re». Tuttavia, precisa, «non credo rientri nelle funzioni delle Procure “spingere i sindaci ad intervenir­e” attraverso indagini e richieste di processo». Nel caso dell’epidemia, la prova era fondata soltanto su una costosa consulenza che si era limitata a verificare la maggiore o minore vendita di alcuni presidi medicali presso le farmacie. Bassolino fu assolto dal gup, ma ben 20 sindaci, compresa la Iervolino, dovettero affrontare il dibattimen­to».

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