Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Il candidato sindaco? Ha l’identikit di Amendola»
Serve il leader di una squadra competente, autorevole che sappia anche farci sognare e che abbia legami internazionali, per ribadire l’importanza che ha la nostra città. Enzo Amendola? È sicuramente uno di quei nomi che può vantare queste caratteristiche». Così Marco Sarracino, leader pd di Napoli, a proposito del prossimo candidato sindaco.
De Luca, de Magistris, Bassolino. Politici differenti, ma impegnativi in egual misura.
«Sta dimenticando il Covid che è la vera emergenza non solo sanitaria, ma anche economico-sociale. Mai avrei pensato di trovarmi ad affrontare una situazione politica così complessa. Dopodiché il Pd in questi mesi è riuscito a evitare la saldatura tra chi protestava giustamente e chi provava ad alimentare le tensioni. Non abbiamo denigrato la rabbia sociale che si è generata, l’abbiamo compresa e alla richiesta di un nuovo ordine sociale abbiamo risposto con provvedimenti che provano a garantire non solo una redistribuzione di ricchezza, ma anche misure di sviluppo ed equità».
Ottimo Sarracino, ma torniamo a Napoli. Se de Magistris la chiamasse, offrendole
un posto da vicesindaco in una giunta di salute pubblica, accetterebbe?
«Incontrerò nelle prossime ore il sindaco».
Davvero?
«Ad una richiesta di incontro istituzionale il Pd ovviamente è sempre disponibile. Ma la mia risposta è chiara e netta: non entreremo mai in questa giunta. Il sindaco per sua stessa ammissione non ha più la maggioranza e questo non è solo un tema numerico, ma politico. Il bilancio infatti non può essere votato per una questione di merito, perché
riteniamo che pregiudichi il futuro della città in maniera irreversibile».
Ma un commissario secondo lei è la scelta migliore? Non dichiarerebbe subito il dissesto?
«Un commissario avrebbe poteri straordinari, il suo arrivo non comporta automaticamente il dissesto, verso il quale serve un maggiore approfondimento. Sul piano politico siamo dinanzi al fallimento di un’esperienza che avrebbe dovuto rivoluzionare Napoli invece ha finito per isolarla, con una vivibilità tra le peggiori in Europa. E oggi l’amministrazione è costretta a sopravvivere grazie ai voti di Forza Italia e della destra. Il nostro progetto per Napoli sarà estremamente diverso».
Il vostro progetto include o no Antonio Bassolino?
«Ribadisco la mia gioia, che ho avuto modo di manifestargli non solo pubblicamente ma anche privatamente dieci minuti dopo la notizia della sua assoluzione. Con Bassolino c’è un’interlocuzione positiva. Ci sentiamo e parliamo spesso di Napoli, dei suoi problemi e anche del Pd. Partito al quale spero possa tornare ad iscriversi il prima possibile così da poter contribuire con maggiore forza al cambiamento che questo nuovo gruppo dirigente, che ha rottamato la rottamazione e che fino ad ora ha vinto tutto quello che poteva vincere, sta portando avanti con successo».
Ma vi fa paura o no la sua eventuale candidatura a sindaco di Napoli?
«Napoli è molto cambiata, le categorie sociali e le figure che la vivono sono molto diverse da trent’anni fa. Oggi dobbiamo parlare a una città che chiede di essere sostenuta ad affrontare le sue vecchie e nuove povertà, ma che al tempo stesso desidera di competere nel mondo».
Non vuol rispondere, quindi il Pd ha un identikit di candidato ideale?
«Io credo che serva una candidatura che abbia due requisiti. Sappia essere garante di un’alleanza larga, innanzitutto con i partiti di governo come il Movimento 5 Stelle, ma anche con il civismo positivo che sta nascendo in questi mesi e inoltre che sappia interpretare un nuovo legame con la città anche dal punto di vista sentimentale e popolare. Serve un leader di una squadra competente, autorevole che sappia anche farci sognare e che abbia legami internazionali, per ribadire l’importanza che ha la nostra città».
Sta parlando del ministro Enzo Amendola?
«Enzo Amendola è sicuramente uno di quei nomi che può vantare tutte queste caratteristiche. Comunque decideremo tutti insieme il percorso migliore».
E secondo lei il ministro
che sta gestendo il Recovery Plan e quindi il rilancio dell’Italia, lascerebbe un incarico così pesante e prestigioso?
«Seppur giovane appartengo a una tradizione che ha riti antichi ben precisi: quando ti si chiede di rappresentare in prima linea il tuo partito in una battaglia, il rifiuto non è contemplato».
Lei dopo l’ultima intemerata di De Luca contro il governo è stato il solo a difendere il governo. Oltre ai toni, cosa sta sbagliando il presidente campano in questa fase?
«Nessun governo è perfetto e neanche questo lo è. Dopodiché Conte e i suoi ministri hanno garantito la tenuta di questo Paese durante una delle fasi più complicate della storia italiana. L’emergenza sanitaria è tale da giustificare ogni tipo di preoccupazione specie di chi è in prima linea come i presidenti di Regione, ma ora occorre una comunicazione che dia una nuova speranza e che dica a tutti gli italiani come ne usciremo. Il Pd avrà un atteggiamento di sobrietà e rispetto. I vaccini arriveranno nel 2021 e non solo dovranno essere obbligatori e gratuiti, ma la somministrazione dovrà partire innanzitutto dai più deboli come gli anziani, verso cui vedo un clima di ostilità da parte delle giovani generazioni che va immediatamente corretto».
L’altolà
Vedrò il sindaco Ma sarò chiaro: i dem non entreranno mai in questa giunta
Con lui parlo e discuto Spero che torni a iscriversi al partito