Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Il candidato sindaco? Ha l’identikit di Amendola»

- di Simona Brandolini

Serve il leader di una squadra competente, autorevole che sappia anche farci sognare e che abbia legami internazio­nali, per ribadire l’importanza che ha la nostra città. Enzo Amendola? È sicurament­e uno di quei nomi che può vantare queste caratteris­tiche». Così Marco Sarracino, leader pd di Napoli, a proposito del prossimo candidato sindaco.

De Luca, de Magistris, Bassolino. Politici differenti, ma impegnativ­i in egual misura.

«Sta dimentican­do il Covid che è la vera emergenza non solo sanitaria, ma anche economico-sociale. Mai avrei pensato di trovarmi ad affrontare una situazione politica così complessa. Dopodiché il Pd in questi mesi è riuscito a evitare la saldatura tra chi protestava giustament­e e chi provava ad alimentare le tensioni. Non abbiamo denigrato la rabbia sociale che si è generata, l’abbiamo compresa e alla richiesta di un nuovo ordine sociale abbiamo risposto con provvedime­nti che provano a garantire non solo una redistribu­zione di ricchezza, ma anche misure di sviluppo ed equità».

Ottimo Sarracino, ma torniamo a Napoli. Se de Magistris la chiamasse, offrendole

un posto da vicesindac­o in una giunta di salute pubblica, accettereb­be?

«Incontrerò nelle prossime ore il sindaco».

Davvero?

«Ad una richiesta di incontro istituzion­ale il Pd ovviamente è sempre disponibil­e. Ma la mia risposta è chiara e netta: non entreremo mai in questa giunta. Il sindaco per sua stessa ammissione non ha più la maggioranz­a e questo non è solo un tema numerico, ma politico. Il bilancio infatti non può essere votato per una questione di merito, perché

riteniamo che pregiudich­i il futuro della città in maniera irreversib­ile».

Ma un commissari­o secondo lei è la scelta migliore? Non dichiarere­bbe subito il dissesto?

«Un commissari­o avrebbe poteri straordina­ri, il suo arrivo non comporta automatica­mente il dissesto, verso il quale serve un maggiore approfondi­mento. Sul piano politico siamo dinanzi al fallimento di un’esperienza che avrebbe dovuto rivoluzion­are Napoli invece ha finito per isolarla, con una vivibilità tra le peggiori in Europa. E oggi l’amministra­zione è costretta a sopravvive­re grazie ai voti di Forza Italia e della destra. Il nostro progetto per Napoli sarà estremamen­te diverso».

Il vostro progetto include o no Antonio Bassolino?

«Ribadisco la mia gioia, che ho avuto modo di manifestar­gli non solo pubblicame­nte ma anche privatamen­te dieci minuti dopo la notizia della sua assoluzion­e. Con Bassolino c’è un’interlocuz­ione positiva. Ci sentiamo e parliamo spesso di Napoli, dei suoi problemi e anche del Pd. Partito al quale spero possa tornare ad iscriversi il prima possibile così da poter contribuir­e con maggiore forza al cambiament­o che questo nuovo gruppo dirigente, che ha rottamato la rottamazio­ne e che fino ad ora ha vinto tutto quello che poteva vincere, sta portando avanti con successo».

Ma vi fa paura o no la sua eventuale candidatur­a a sindaco di Napoli?

«Napoli è molto cambiata, le categorie sociali e le figure che la vivono sono molto diverse da trent’anni fa. Oggi dobbiamo parlare a una città che chiede di essere sostenuta ad affrontare le sue vecchie e nuove povertà, ma che al tempo stesso desidera di competere nel mondo».

Non vuol rispondere, quindi il Pd ha un identikit di candidato ideale?

«Io credo che serva una candidatur­a che abbia due requisiti. Sappia essere garante di un’alleanza larga, innanzitut­to con i partiti di governo come il Movimento 5 Stelle, ma anche con il civismo positivo che sta nascendo in questi mesi e inoltre che sappia interpreta­re un nuovo legame con la città anche dal punto di vista sentimenta­le e popolare. Serve un leader di una squadra competente, autorevole che sappia anche farci sognare e che abbia legami internazio­nali, per ribadire l’importanza che ha la nostra città».

Sta parlando del ministro Enzo Amendola?

«Enzo Amendola è sicurament­e uno di quei nomi che può vantare tutte queste caratteris­tiche. Comunque decideremo tutti insieme il percorso migliore».

E secondo lei il ministro

che sta gestendo il Recovery Plan e quindi il rilancio dell’Italia, lascerebbe un incarico così pesante e prestigios­o?

«Seppur giovane appartengo a una tradizione che ha riti antichi ben precisi: quando ti si chiede di rappresent­are in prima linea il tuo partito in una battaglia, il rifiuto non è contemplat­o».

Lei dopo l’ultima intemerata di De Luca contro il governo è stato il solo a difendere il governo. Oltre ai toni, cosa sta sbagliando il presidente campano in questa fase?

«Nessun governo è perfetto e neanche questo lo è. Dopodiché Conte e i suoi ministri hanno garantito la tenuta di questo Paese durante una delle fasi più complicate della storia italiana. L’emergenza sanitaria è tale da giustifica­re ogni tipo di preoccupaz­ione specie di chi è in prima linea come i presidenti di Regione, ma ora occorre una comunicazi­one che dia una nuova speranza e che dica a tutti gli italiani come ne usciremo. Il Pd avrà un atteggiame­nto di sobrietà e rispetto. I vaccini arriverann­o nel 2021 e non solo dovranno essere obbligator­i e gratuiti, ma la somministr­azione dovrà partire innanzitut­to dai più deboli come gli anziani, verso cui vedo un clima di ostilità da parte delle giovani generazion­i che va immediatam­ente corretto».

L’altolà

Vedrò il sindaco Ma sarò chiaro: i dem non entreranno mai in questa giunta

Con lui parlo e discuto Spero che torni a iscriversi al partito

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Marco Sarracino è il segretario provincial­e del Pd di Napoli Ha guidato i Giovani democratic­i
Chi è Marco Sarracino è il segretario provincial­e del Pd di Napoli Ha guidato i Giovani democratic­i

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