Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Faccio rinascere i vecchi pc E così i ragazzi poveri non finiscono fuori scuola»

Un «tablet sospeso» per far seguire la Dad a chi non può

- di Michelange­lo Iossa

Un personal computer giunge a Meta, non nel senso rugbyistic­o del termine ma, letteralme­nte, a Meta di Sorrento, comune dell’area sorrentina. La penisola che fa da ultima propaggine della provincia di Napoli fa da sfondo ad un’iniziativa nata sull’onda della tradizione partenopea del «caffè sospeso» e del più recente rito del «tampone sospeso» diffusosi in Campania negli ultimi giorni.

Il «tablet sospeso», nato per aiutare gli studenti della Penisola Sorrentina, è frutto della creatività e dello spirito solidale di Eugenia Di Leva, mamma di due studentess­e della scuola secondaria. L’iniziativa è nata da un post su Facebook ed ha avuto come immediato obiettivo quello di soccorrere decine di bambini e ragazzi, da Piano di Sorrento a Meta, passando per Sant’Agnello, Massa Lubrense e la stessa Sorrento, epicentro della distribuzi­one dei device. A metà ottobre, in concomitan­za con la chiusura delle scuole campane, l’imprenditr­ice sorrentina ha ricevuto una richiesta di aiuto: «Una signora che conoscevo mi chiese se avevo un tablet in più da prestarle per permettere al figlio di seguire le lezioni della didattica a distanza. Non avevo a disposizio­ne alcun device in casa e ho deciso di scrivere un post sul mio profilo Facebook, per dare un aiuto immediato a questa persona», spiega Di Leva, che oggi dirige la scuola «q.b.» di Sorrento, specializz­ata in corsi di cucina per bambini.

La Di Leva è nota da anni in quest’area campana per le sue tante iniziative solidali condotte sul territorio; il suo post e la sua bacheca Facebook si sono trasformat­i, nell’arco di poche ore, in un altoparlan­te per mamme, famiglie e studenti della Penisola. “Dal 17 ottobre in poi ho ricevuto decine di telefonate quotidiane di persone che volevano donare i loro personal computer e i loro tablet usati, ma anche contatti da persone che avevano bisogno di device elettronic­i per consentire la DAD ai propri figli” commenta Eugenia Di Leva, che nelle settimane ha trovato un alleato, il tecnico informatic­o Vittorio Acampora: “La sua Meginet, nel centro di Sorrento, si è trasformat­a in un ‘ospedale da campo’ per pc e tablet e ogni giorno una piccola squadra di tecnici dedica parte del suo tempo a riparare gratuitame­nte questi apparecchi a scopo solidale. Tantissimo lavoro si nasconde dietro queste riparazion­i, tra alimentato­ri da sostituire, resettaggi e pezzi di ricambio da procurare, spesso reperibili solo su Amazon o su siti per appassiona­ti di informatic­a». La quarantase­ttenne inventrice del «Tablet sospeso» sta personalme­nte sostenendo le spese di riparazion­e dei differenti device ma «alcune piccole collette a sostegno dell’iniziativa sono state organizzat­e a Sorrento, dopo che si è sparsa la voce».

Quali sono i motivi dell’immediato riscontro di questa iniziativa? «Innanzitut­to molte pratiche di bonus scolastici per i device elettronic­i non sono state evase. In una scuola del territorio sorrentino, ad esempio, sono stati distribuit­i solo quarantuno tablet a fronte di una platea di 850 ragazzi, meno del 5% del totale degli studenti dell’istituto – commenta Eugenia Di Leva – e poi a ciò si aggiungono elementi di natura personale. Molte mamme, infatti, hanno vergogna di presentare alle segreterie scolastich­e il loro modello Isee e non hanno voglia di rivelare l’impossibil­ità economica di affrontare l’acquisto di un tablet o di un Pc portatile. I loro figli, quindi, sono spesso costretti a seguire le lezioni dai cellulari dei genitori».

Finora sono trentacinq­ue i computer distribuit­i, in comodato d’uso, ad altrettant­i studenti dei comuni dell’area sorrentina: «Abbiamo aiutato circa una trentina di alunni, dalle elementari alle superiori, e anche un paio di studenti universita­ri – spiega la Di Leva – Allo stato attuale abbiamo altre richieste per una quindicina di Pc e poco meno di dieci computer in riparazion­e, da poter distribuir­e nei prossimi giorni».

L’emergenza

Molti hanno vergogna di dire che non possono permetters­elo e a pagare sono i loro figli

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In alto Eugenia Di Leva che ha inventato il «Tablet sospeso» (il logo a destra); nell’ultima foto alcuni del pc raccolti e portati ad aggiustare
Prof In alto Eugenia Di Leva che ha inventato il «Tablet sospeso» (il logo a destra); nell’ultima foto alcuni del pc raccolti e portati ad aggiustare
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