Corriere del Mezzogiorno (Campania)
LA RICERCA DI UNA MAGGIORANZA NEL MEZZO DI UNA PANDEMIA
Il commento Come affrontare le conseguenze del virus se alla guida della città c’è chi ha già dato prova di inconsistenza?
Con una curva dei contagi che si avvicina ai quarantamila al giorno, per rallentare l’epidemia c’è solo la via che suggerisce l’Istituto superiore di sanità: una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari.
Così stanno le cose. Lasciamo perdere il delirio collettivo di una estate sregolata, di spiagge traboccanti di folle, manifestazioni di stupida euforia e di perdita di coscienza civica. La verità è che si sono alimentate illusioni: il virus sarebbe diventato meno pericoloso e una seconda ondata non ci avrebbe colto di sorpresa. A metà ottobre i numeri dei contagi e dei deceduti erano già gli stessi di marzo. Si è perso tempo prezioso mentre, inesorabile, si riaccendeva la epidemia.
Che fine hanno fatto i bandi super veloci per accrescere il numero di personale sanitario o i posti letto in terapia intensiva e sub intensiva? Perché non si sono diffuse in esecuzione dei tamponi le modalità «drive in» insieme alle «stazioni di prelievo itineranti» che avrebbero ridotto assembramenti e rischi di contagio in sede di test? Perché non si sono rotti gli indugi attingendo al Mes per finanziare screening di massa accanto alle altre necessità sanitarie?
E veniamo a Napoli. Gli scontri quotidiani tra i vertici del Comune e della Regione sono stati deleteri. Attenzione tuttavia a passare da un eccesso all’altro. Occorre equilibrio. Tre mesi fa De Luca ha avuto il consenso del 70% dei votanti, diffuso era un apprezzamento per come aveva gestito il lockdown. Oggi è oggetto di critiche e contumelie. Perché? Sbagliato il modo in cui si è rivolto al Governo chiedendone addirittura le dimissioni, protestando contro incertezze e contraddizioni che non sono tuttavia mancate, anzi.
Uno stile comunicativo sbrigativo che rischia di mostrare insufficiente consapevolezza delle conseguenze sociali che comportano misure di chiusura.
Misure severe proposte dallo stesso De Luca, occorre dargliene atto, quando avvertì che la curva dei contagi tendeva ad innalzarsi pericolosamente e che costarono caro al presidente della giunta regionale in termini di popolarità.
Veniamo al sodo. Perché il lockdown ha conseguenze sociali tanto drammatiche a Napoli (e nel Sud)? In questi anni la tenuta della società napoletana (e meridionale) è stata possibile grazie all’operare di una sorta di «ammortizzatore», l’economia sommersa e irregolare.
Si fonda sulla evasione fiscale, altera la concorrenza, si accompagna a inaccettabili condizioni di super-sfruttamento del lavoro. E tuttavia permette la disponibilità di un reddito. Con le necessarie misure anti-Covid questo «nero di sopravvivenza» viene meno.
Di qui il dramma di nuclei familiari privi di possibilità di accedere a forme di sostegno economico e tutela sanitaria. Dramma
cui si aggiunge la insostenibile condizione di chi vive in alloggi, penso ai «bassi» o alle fatiscenti abitazioni della edilizia popolare, in cui è infernale restare chiusi per settimane e mesi. Problemi cui occorre dare risposte per gestire una realtà sociale tormentata come quella napoletana.
In questa situazione trovo deplorevoli le manifestazioni di doppiezza da parte del sindaco di Napoli. Sembra giocare tutte le parti in commedia: non interviene tempestivamente per condannare senza ambiguità le gesta di gruppi che si abbandonano nel centro della città a forme di teppismo e violenza, dichiara di non condividere le misure restrittive decise dal Governo e dalla Regione giungendo a sostenere, di fronte alle preoccupazioni per gli assembramenti, «anche i virologi dicono che bisogna stare all’aperto… il fiume di persone in una grande metropoli è una cosa normale…», annuncia l’adozione di provvedimenti clamorosi di cui non si saprà mai concretamente alcunché, infine accoglie il nuovo lockdown perché gli appare una decisione che il presidente della giunta regionale sembra osteggiare.
Come è possibile affrontare le dure conseguenze della epidemia avendo alla guida della Amministrazione cittadina una simile figura? Una figura che, purtroppo, ha già dato ampiamente prova di inconsistenza alla guida della Amministrazione comunale? Alla ricerca affannosa in questi giorni di una maggioranza raccogliticcia purchessia in Consiglio comunale che gli permetta di durare ancora qualche mese?
Questo nella terza città d’Italia. Il Signore protegga Napoli!