LA STRANA SETTIMANA CHE PORTA AL CUORE

Non c’è nulla più di inedito nel calcio che vive quotidianamente l’emergenza sanitaria da Coronavirus, e in quest’ottica la positività di Hysaj non fa neanche troppo notizia. Resta però quantomeno strana la settimana che Rino Gattuso sta vivendo, aspettando il Milan, la squadra con la quale da giocatore ha vinto tutto e da allenatore ha portato in Europa League. La sfida del cuore capita a ridosso della sosta per le Nazionali, e le incognite potenziali si stanno rivelando problemi concreti. Osimhen si è lussato una spalla durante una gara con la sua Nigeria, sta rientrando e non potrà dare il suo contributo domenica; Bakayoko, l’uomo in più del centrocampo (oltre che ex) sul quale Gattuso ha puntato le sue fiches ieri ha lasciato l’allenamento per un attacco febbrile. Negativo per ora al tampone, ma l’influenza comunque lo colloca tra gli indisponibili. Due uominichiave, assenze pesanti in vista di una partita a cui l’allenatore tiene in maniera particolare, una sfida al vertice che in questo momento vale il primato in classifica. Prima la Juventus con la partenza bloccata dalla Asl, ora il Milan che si giocherà senza l’attacco al completo e con un uomo in meno a centrocampo. L’inedito sta nell’emergenza che si riaffaccia per la seconda volta in prossimità di una partita importante. Settimana strana, dunque: senza sedici nazionali, con gli unici «sorrisi» che arrivano dalla nazionale italiana, da quella del Belgio e dal Messico con l’ottima prestazione di Insigne, il ritorno al gol di Mertens e la rete di Lozano. Settimana in cui Gattuso non avrebbe voluto si fosse tornati a parlare del suo contratto («mi porta male», aveva detto dopo la sconfitta con il Sassuolo). E invece si è ritrovato (mediaticamente) al centro di una settimana decisiva anche per la firma del rinnovo. Non è vero ma ci credo, da queste parti la scaramanzia è un dogma. E di certo lui in questa strana settimana non firmerà.