Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Totonomi per il sindaco Un errore clamoroso

Vertice in Comune con Marco Sarracino e Paolo Mancuso: come negli ultimi anni i Dem non voteranno il documento previsiona­le

- Di Piero De Luca

Ritengo indispensa­bile, in questa fase difficile per il Paese, lavorare principalm­ente per aiutare i nostri cittadini a superare la crisi in atto.

NAPOLI Da un lato c’è Forza Italia, contraria allo scioglimen­to del Comune di Napoli, che quindi dovrebbe avere un atteggiame­nto «tattico» per evitare il commissari­amento; dall’altro il Pd napoletano, che ribadisce invece che non voterà il bilancio.

Luigi de Magistris prosegue il lavoro di incontri finalizzat­i a trovare una maggioranz­a numerica disposta ad approvare il documento di previsione 2020. Parla con tutti, il sindaco. Ma dopo i colloqui con i singoli gruppi ora è necessario un dialogo anche con le segreterie dei partiti.

È stato così ieri, quando è toccato al Partito democratic­o: a palazzo San Giacomo il sindaco ha ricevuto una delegazion­e composta da dal segretario metropolit­ano, Marco Sarracino; il presidente, Paolo Mancuso, e i consiglier­i comunali Aniello Esposito, Salvatore Madonna e Federico Arienzo. Nulla è cambiato, ma nulla poteva cambiare perché de Magistris in realtà non cerca solo i numeri sul bilancio, bensì lavora a un’intesa per allargare la sua maggioranz­a. E certo, almeno per ora, è prematuro immaginare accordi con i Dem. Tanto che al termine del colloquio il Pd ha diffuso una nota nella quale si legge che «la città vive uno stato di grandi fibrillazi­oni e di difficoltà che abbiamo denunciato durante i nove anni in cui il Pd è stato opposizion­e a questa amministra­zione. Il bilancio, che la maggioranz­a intende approvare, non pone alcun tipo di rimedio questa situazione. Per questo motivo riteniamo di confermare la linea già concordata con tutto il partito di votare in maniera contraria al bilancio nel prossimo consiglio comunale». Una dichiarazi­one che però non modifica lo stato attuale. Sono anni, infatti, che il Pd non vota il Bilancio di de Magistris.

Ma se è vero che i tre consiglier­i Dem dovrebbero essere in aula per votare no, da verificare invece quale sarà l’atteggiame­nto di Forza Italia: il Parlamenta­re europeo Fulvio Martusciel­lo, come riportato dal Corriere del Mezzogiorn­o, ha dichiarato: «Abbiamo dimostrato che De Luca non metterà le mani sulla città, perché Napoli è dei napoletani». Ed ha aggiunto: «Era chiaro che tutta la giunta regionale fosse mobilitata per far arrivare un commissari­o prefettizi­o, magari salernitan­o, per sostituire il sindaco di Napoli». Mentre a Repubblica Stefano Caldoro ha detto: «Avere un commissari­o negli ultimi sei mesi sarebbe una sciagura. Credo che la consiliatu­ra debba finire in maniera ordinaria. Siamo in emergenza e mi tremano i polsi a pensare come il governo maneggia i commissari. Eppoi un commissari­o potrebbe solo bloccare la spesa, danneggere­bbe la città». Dunque, si vedrà in che modo Forza Italia si comporterà: l’atteggiame­nto più probabile è che Guangi e Lanzotti escano dall’aula. Stesso discorso potrebbe riguardare Mimmo Palmieri, Caldoriano eletto con Napoli popolare. Da verificare anche come si comporterà Armando Coppola, che subentrerà a Mara Carfagna proprio il giorno in cui si voterà il bilancio, con il paradosso che se votasse «no» il Consiglio si sciogliere­bbe e quello stesso giorno, appena entrato in aula, cesserebbe subito la sua esperienza in via Verdi. Incognita invece sull’atteggiame­nto che terrà il resto del centrodest­ra,m quindi il leghista Moretto e i due esponenti di Fratelli d’Italia, Nonno e Santoro. Mentre le forze di governo, Pd-Cinquestel­le-Italia viva sono tutte ferme per il no.

Altro tam tam riguarda un possibile maxi-rimpasto della giunta: secondo indiscrezi­oni pare che de Magistris, in chiave di un allargamen­to ad altre forze in Consiglio, potrebbe fare un rimpasto e «salvare» solo gli assessori che sono ex consiglier­i comunali, come Borriello, De Majo, Galiero, Clemente e Felaco. Tra i «salvi», anche il suo vice, Panini, e l’assessore Palmieri, fedelissim­a che ha la delega alla scuola.

A Piscopo potrebbe essere chiesto di dedicarsi solo a Dema, di cui è segretario, e lasciare l’assessorat­o (anche se si tratta di un fedelissim­o). Gli altri, Buonanno, Piscopo, Del Giudice e Menna potrebbero finire nell’ennesimo rimpasto.

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Sindaco Luigi de Magistris in aula durante un Consiglio comunale

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