Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ha restituito l’orgoglio a un popolo intero
Ci sono campioni che vincono sempre. E campioni che cadono, si rialzano, cadono ancora. E si rialzano. E ricadono.Sono quelli più complicati da raccontare. Forse impossibili da capire.
Il sorriso di Maradona che arriva con l’elicottero in uno stadio San Paolo pieno. Il volto gonfio. L’acrobazia contro l’Inghilterra. L’amicizia con Fidel Castro. E una città, Napoli, alla quale ha restituito un orgoglio. In quegli anni Ottanta i ragazzi di Fuorigrotta che non potevano permettersi di comprare il biglietto dello stadio, riconoscevano le sue gesta dall’intensità delle voci che arrivavano dalla Curva B.
Quando Ferlaino si impegnò personalmente per l’acquisto dal Barcellona forse neppure si poteva immaginare che cosa avrebbe cambiato non solo nel calcio, ma nell’idea stessa della città. Il film di Emir Kustirica è molto di più di un documentario, è un viaggio al fianco di un uomo pieno di errori e di magia. Come quella dei suoi palleggi. Dei suoi gol da metà campo, delle sue punizioni perfette, del suo mettersi di lato per lasciar cantare i suoi compagni di squadra. Ecco perché Napoli ha sempre cantato «Maradona è megl’ e Pelè».
Non tanto per le coppe del mondo vinte, ma perché in quello sguardo di scugnizzo d’Argentina che sognava di vincere la Coppa del Mondo, c’è tutta la complessità della vita. E che poi ci è riuscito davvero, c’è la storia tutti quelli che continuano a sognare. E a pensare che un giorno, ce la possono fare. Questo è il regalo che Maradona ha fatto a Napoli. E non solo a lei.