Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Campania va in zona arancione
Il decreto in vigore da domenica. Intesa con i medici di famiglia per rafforzare l’assistenza a casa
Il ministro della Salute Roberto Speranza si appresta a varare il nuovo decreto per assegnare, secondo alcune indiscrezioni, la zona arancione alla Campania. Il provvedimento sarà adottato domani, venerdì, e dispiegherà i suoi effetti a partire da domenica.
Il ministro della Salute
NAPOLI Roberto Speranza si appresta a varare il nuovo decreto per assegnare, secondo alcune indiscrezioni, la zona arancione alla Campania. Il provvedimento sarà adottato domani, venerdì, e dispiegherà i suoi effetti a partire da domenica 6 dicembre, per poi probabilmente diluirli — se la curva del contagio subirà un ulteriore declino — in quello che a metà mese dovrebbe vedere tutta l’Italia in zona gialla.
Scende sotto il 10% la percentuale di positivi rispetto al numero dei tamponi esaminati. Nelle ultime ventiquattro ore si segnalano 1842 nuovi casi, di cui 185 sintomatici e 1657 asintomatici, su 19 mila 759 tamponi processati nelle ultime 24 ore. La percentuale dei positivi sui tamponi è del 9,3%. I morti per Covid sono 43, di cui 22 deceduti nelle ultime 48 ore e 21 nei giorni precedenti ma registrati ieri. Il numero dei guariti (2183) supera ancora quello dei nuovi contagiati. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi i contagiati in Campania sono stati 158 mila 274 su 1 milione 615 mila 159 tamponi. I deceduti sono stati 1746, mentre 54 mila 15 i guariti. Continuano, quindi, a calare i ricoveri di pazienti Covid. Sono, infatti, 173 le persone ricoverate in terapia intensiva, 6 meno di ieri, su 656 posti letto disponibili. Il tasso di occupazione è pari al 26%. I ricoverati in degenza, riporta il bollettino dell’Unità di crisi regionale, sono 2064, 35 meno di ieri, su 3160 posti disponibili nel pubblico e nel privato.
Ma per Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, non è ancora maturo il tempo per lanciare messaggi rilassati alla popolazione. L’evoluzione è positiva, c’è un rallentamento dell’indice di contagio in tutta Italia. In alcune regioni però è ancora superiore ad 1, è chiaro che in quelle bisognerà insistere — ha spiegato nel corso di una intervista alla trasmissione Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1 —. «La Campania, ad esempio, sta migliorando lentamente, ma è una delle regioni dove la pressione sugli ospedali è più forte, in particolare su quelli più grandi, come il Cardarelli».
Intanto, la giunta regionale, in attuazione del nuovo accordo stralcio della medicina generale, che prevede il coinvolgimento attivo del medici di medicina generale nella sorveglianza epidemiologica Covid-19, ha approvato le relative delibere che puntano a migliorare ulteriormente la qualità dell’assistenza, con il coinvolgimento dei medici specialisti ambulatoriali. «Lo specifico accordo integrativo regionale — viene chiarito — favorisce la crescita della medicina specialistica in ambulatorio e presso il domicilio del paziente con la piena collaborazione dei medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Un atto che è un ulteriore smentita alla strumentalizzazione dei giorni scorsi nei rapporti con i medici». Nell’ambito del Piano di potenziamento e riorganizzazione della rete di assistenza territoriale, la giunta ha approvato le indicazioni per la durata dell’isolamento e quarantena con relative attività e competenze: la revisione del protocollo operativo delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca); le linee di indirizzo per l’esecuzione del test antigenico rapido per la ricerca di positivi.
Sul versante sanitario è prevista oggi l’apertura dei reparti di specializzazione del nuovo Covid hospital San Giovanni Bosco, un presidio dedicato ai pazienti colpiti dal coronavirus ma che hanno anche altre patologie di rilievo. Saranno disponibili otto posti di ortopedia, 15 di chirurgia generale, vascolare e neurochirurgica, 12 di cardiologia, di cui quattro di terapia intensiva coronarica, e quattro di terapia intensiva. «Comporterà un alleggerimento — sottolinea il direttore generale della Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva — degli altri ospedali e anche un abbattimento maggiore del rischio di contagio per i pazienti, che diversamente sarebbero stati trattati, anche se con i percorsi dedicati, in ambiente promiscuo». È poi scattato lo screening per tutti i 330 residenti nel campo nomadi di Secondigliano, dopo l’allarme suscitato dai 29 soggetti positivi sui 65 tamponi eseguiti nei giorni scorsi. È atteso per oggi l’esito dei tamponi: i contagiati dovranno sottoporsi al periodo di quarantena o valutati per eventuali ricoveri, sarà previsto un sostegno sociale e alimentare, oltre all’assistenza medica, per chi sarà confinato nel campo.
Walter Ricciardi
La Campania sta meglio ma è ancora forte la pressione sugli ospedali tipo Cardarelli