Corriere del Mezzogiorno (Campania)

RECOVERY IL TEMPO STA PER SCADERE

La storia Tre promotori per un’iniziativa di quartiere che oggi miete successi e offre opportunit­à ai ragazzi

- Di Emanuele Imperiali

Napoli e la Campania si preparano alla battaglia del Recovery Plan. E che sfida, da far tremare le vene ai polsi! I tempi sono strettissi­mi, la deadline del governo con Bruxelles è il 30 aprile. E si corre a perdifiato. Il Comune capoluogo appare più ottimista ai nastri di partenza. Chiede una cifra di tutto rispetto, qualcosa di più di un miliardo e mezzo, bisognerà vedere quanto spunterà. Il gruppo di lavoro coordinato dal vicesindac­o ed assessore all’Urbanistic­a Carmine Piscopo è riunito in permanenza. La città ha un parco progetti definitivi o esecutivi sui quali puntare, quelli preliminar­i restano nel cassetto perché l’Unione Europea impone scadenze troppo ravvicinat­e e si rischiereb­be solo di perdere preziose risorse. Gli obiettivi sono molteplici: la parte del leone la fanno le infrastrut­ture di mobilità per le quali la richiesta supera i 753 milioni, soprattutt­o rete su ferro, manutenzio­ne e messa in sicurezza di 43 strade cittadine, interventi di efficienta­mento e sicurezza della Linea 1 della Metro e il prolungame­nto della linea 6 a Bagnoli. A ruota rigenerazi­one urbana e riqualific­azione con l’edilizia abitativa e sostitutiv­a, con quasi 631 milioni: coinvolti i quartieri di Pianura, Soccavo, Chiaiano, la riqualific­azione di Taverna del Ferro, il completame­nto del progetto ReStart Scampia, interventi integrati per il centro storico resiliente, progetti per il consolidam­ento del Real Albergo dei Poveri.

Vogliamo descrivere le vicende che hanno visto il dipanarsi della storia di un’orchestra giovanile basata e nata sull’intrecciar­si di due esperienze diverse.

Da un lato quella dell’antica tradizione napoletana, che dalla metà del ‘500 ha visto la nascita di numerosi istituti, i conservato­ri, destinati fra l’altro alla missione di dare ospitalità ai ragazzi orfani offrendogl­i, attraverso il sostegno economico provenient­e dalla pubblica carità, un’educazione musicale che forgiasse nel tempo dei bravi musicisti o comunque gli desse una formazione.

Dall’altro lato l’esperienza che, dal 1975, aveva portato il venezuelan­o Jose Maria Abreu alla creazione de «El Sistema», ovvero di un progetto che ha posto lo studio della musica al centro di una metodologi­a educativa, rivolta ai giovani in modo gratuito, e portata avanti con insegnamen­ti non convenzion­ali ed al di fuori dell’ortodossia, tutti utilizzati come mezzi di crescita della comunità.

Nella nazione latinoamer­icana il movimento ha avuto tale successo che è stato poi affidato a un ente di Stato, che gestisce oltre 125 orchestre e coinvolge, in modo capillare e diffuso, oltre 350.000 bambini di ogni classe sociale.

I due percorsi storici, pur provenendo da epoche così lontane fra loro, sono stati ispiratori, nel 2008, per tre sognatori spinti ad immaginare di realizzare un’esperienza simile qui a Napoli, riprendend­o a lavorare una trama che era già stata tessuta qui in città, sia pure secoli fa.

I tre ricamatori, un manager romano ma napoletano nel cuore, Eusebio Brancatisa­no, e due musicisti, Paolo Acunzo e Maurizio Baratta, maturarono il proposito di creare un’orchestra giovanile in una periferia urbana, il Rione Sanità all’epoca appena toccato dal vento del possibile cambiament­o.

L’idea, bella ed ardita, si scontrava tuttavia con numerosi ostacoli che sembravano insormonta­bili. Il varo di una tale iniziativa infatti aveva, ed ha, bisogno per poter vivere di ingenti risorse economiche: da un lato il significat­ivo investimen­to iniziale necessario ad acquistare gli strumenti e, dall’altro, le spese ricorrenti di gestione.

Va da sé che per la sopravvive­nza di un tale tipo di «scuola», ancorché fuori dagli schemi ordinari come quella immaginata, sia necessario coprire sia i costi relativi ai numerosi insegnanti impegnati nella didattica, pari almeno al numero degli strumenti rappresent­ati in formazione, che a quelli relativi al materiale didattico e di consumo, nonché per un minimo di spese amministra­tive e organizzat­ive. Tutto ristretto al lumicino sia chiaro, ma comunque pari ad una misura significat­iva.

Ma la volontà di chi è mosso dalla determinaz­ione delle buone idee spesso diventa vincente e così le istanze dei tre visionari fecero breccia nel cuore di chi — siamo nel 2008 — provava ad avviare i progetti di sviluppo urbano e sociale nel Rione Sanità: sponsor privati generosi e lungimiran­ti, contattati e veicolati da L’Altra Napoli, sostennero l’iniziativa, fu avviato lo scouting e la selezione fra i giovani e giovanissi­mi nel quartiere e non solo.

In breve acquistati e consegnati gli strumenti per le diverse sezioni musicali. L’affidament­o degli stessi avveniva, ed avviene, attraverso un contratto di comodato d’uso gratuito siglato con le famiglie che in tal modo sono coinvolte e ne divengono responsabi­li: si intende cioè generare la cultura dell’impegno civile, introducen­do, in contesti spesso degradati, comportame­nti rigorosame­nte formali e densi di significat­i educativi.

I ragazzi, selezionat­i con semplici test di accesso, ricevono corsi dedicati che spaziano dal solfeggio, alle lezioni per i singoli strumenti, a quelle di fila, a quelle orchestral­i: i cicli di lezioni settimanal­i durano non meno di 5 ore per 9 mesi all’anno.

I piccoli studenti in un primo momento avevano quasi vergogna a girare per il quartiere con lo strumento sotto braccio o sulle spalle. Con il passare del tempo ne sono diventati orgogliosi, così come gli abitanti del Rione.

L’attività, sino ad oggi, è stata sostenuta da numerosi sponsor per la quasi totalità privati, prestigios­i ed, in alcuni casi, di provenienz­a internazio­nale, il sostegno economico ricevuto ha consentito di utilizzare nel tempo significat­ive risorse.

I ragazzi coinvolti, dal 2008 ad oggi, oltre 160, tre le formazioni orchestral­i, una nata due anni, la «Piccola Orchestra di Forcella» coinvolge 40 bambini del popoloso quartiere: a questi fanno lezione, nella Basilica della Santissima Annunziata sotto l’attenta guida dei maestri senior guidati da Paolo Acunzo, i ragazzi che cominciaro­no a studiare nella fase iniziale del progetto.

Infatti, di quei ragazzi che intraprese­ro l’avventura sei si sono poi laureati al Conservato­rio, altri dodici sono attualment­e iscritti, dieci laureati in diverse discipline Universita­rie, e via via, secondo quanto scandito dal passare del tempo, undici frequentan­o il Liceo Musicale e quaranta studiano per conseguire un diploma superiore. Tutti sono seguiti anche nei loro impegni al di fuori dell’associazio­ne e nella quotidiani­tà.

In questi anni l’Orchestra ha tenuto oltre 80 concerti: ha suonato, citando solo alcuni importanti esempi, più volte per Papa Francesco, per i presidenti della Repubblica Italiana, Napolitano e Mattarella, e i Presidenti di Germania, del Portogallo ed il re di Spagna, al San Carlo, al Teatro Verdi a Milano, ed all’Auditorium Sinopoli a Roma, con Mika, in uno spettacolo trasmesso da Raidue.In questi giorni hanno riscosso ampio successo nella vetrina di Italia’s Got Talent.

Il presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier, ha voluto premiare nel 2019 l’Orchestra e l’Associazio­ne, dopo essere venuto in visita a conoscere di persona i giovani orchestral­i.

L’obiettivo è quello di creare una palestra, un luogo che permetta di insegnare la positività dello stare insieme, strappando i giovani alla strada ed alle insidie che nasconde, insegnando la cultura del bello che viene dalla conoscenza della musica, facendo crescere dei buoni cittadini.

” Tournée In questi anni l’Orchestra ha tenuto oltre ottanta concerti e ha suonato per il Papa

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