Corriere del Mezzogiorno (Campania)
RECOVERY IL TEMPO STA PER SCADERE
La storia Tre promotori per un’iniziativa di quartiere che oggi miete successi e offre opportunità ai ragazzi
Napoli e la Campania si preparano alla battaglia del Recovery Plan. E che sfida, da far tremare le vene ai polsi! I tempi sono strettissimi, la deadline del governo con Bruxelles è il 30 aprile. E si corre a perdifiato. Il Comune capoluogo appare più ottimista ai nastri di partenza. Chiede una cifra di tutto rispetto, qualcosa di più di un miliardo e mezzo, bisognerà vedere quanto spunterà. Il gruppo di lavoro coordinato dal vicesindaco ed assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo è riunito in permanenza. La città ha un parco progetti definitivi o esecutivi sui quali puntare, quelli preliminari restano nel cassetto perché l’Unione Europea impone scadenze troppo ravvicinate e si rischierebbe solo di perdere preziose risorse. Gli obiettivi sono molteplici: la parte del leone la fanno le infrastrutture di mobilità per le quali la richiesta supera i 753 milioni, soprattutto rete su ferro, manutenzione e messa in sicurezza di 43 strade cittadine, interventi di efficientamento e sicurezza della Linea 1 della Metro e il prolungamento della linea 6 a Bagnoli. A ruota rigenerazione urbana e riqualificazione con l’edilizia abitativa e sostitutiva, con quasi 631 milioni: coinvolti i quartieri di Pianura, Soccavo, Chiaiano, la riqualificazione di Taverna del Ferro, il completamento del progetto ReStart Scampia, interventi integrati per il centro storico resiliente, progetti per il consolidamento del Real Albergo dei Poveri.
Vogliamo descrivere le vicende che hanno visto il dipanarsi della storia di un’orchestra giovanile basata e nata sull’intrecciarsi di due esperienze diverse.
Da un lato quella dell’antica tradizione napoletana, che dalla metà del ‘500 ha visto la nascita di numerosi istituti, i conservatori, destinati fra l’altro alla missione di dare ospitalità ai ragazzi orfani offrendogli, attraverso il sostegno economico proveniente dalla pubblica carità, un’educazione musicale che forgiasse nel tempo dei bravi musicisti o comunque gli desse una formazione.
Dall’altro lato l’esperienza che, dal 1975, aveva portato il venezuelano Jose Maria Abreu alla creazione de «El Sistema», ovvero di un progetto che ha posto lo studio della musica al centro di una metodologia educativa, rivolta ai giovani in modo gratuito, e portata avanti con insegnamenti non convenzionali ed al di fuori dell’ortodossia, tutti utilizzati come mezzi di crescita della comunità.
Nella nazione latinoamericana il movimento ha avuto tale successo che è stato poi affidato a un ente di Stato, che gestisce oltre 125 orchestre e coinvolge, in modo capillare e diffuso, oltre 350.000 bambini di ogni classe sociale.
I due percorsi storici, pur provenendo da epoche così lontane fra loro, sono stati ispiratori, nel 2008, per tre sognatori spinti ad immaginare di realizzare un’esperienza simile qui a Napoli, riprendendo a lavorare una trama che era già stata tessuta qui in città, sia pure secoli fa.
I tre ricamatori, un manager romano ma napoletano nel cuore, Eusebio Brancatisano, e due musicisti, Paolo Acunzo e Maurizio Baratta, maturarono il proposito di creare un’orchestra giovanile in una periferia urbana, il Rione Sanità all’epoca appena toccato dal vento del possibile cambiamento.
L’idea, bella ed ardita, si scontrava tuttavia con numerosi ostacoli che sembravano insormontabili. Il varo di una tale iniziativa infatti aveva, ed ha, bisogno per poter vivere di ingenti risorse economiche: da un lato il significativo investimento iniziale necessario ad acquistare gli strumenti e, dall’altro, le spese ricorrenti di gestione.
Va da sé che per la sopravvivenza di un tale tipo di «scuola», ancorché fuori dagli schemi ordinari come quella immaginata, sia necessario coprire sia i costi relativi ai numerosi insegnanti impegnati nella didattica, pari almeno al numero degli strumenti rappresentati in formazione, che a quelli relativi al materiale didattico e di consumo, nonché per un minimo di spese amministrative e organizzative. Tutto ristretto al lumicino sia chiaro, ma comunque pari ad una misura significativa.
Ma la volontà di chi è mosso dalla determinazione delle buone idee spesso diventa vincente e così le istanze dei tre visionari fecero breccia nel cuore di chi — siamo nel 2008 — provava ad avviare i progetti di sviluppo urbano e sociale nel Rione Sanità: sponsor privati generosi e lungimiranti, contattati e veicolati da L’Altra Napoli, sostennero l’iniziativa, fu avviato lo scouting e la selezione fra i giovani e giovanissimi nel quartiere e non solo.
In breve acquistati e consegnati gli strumenti per le diverse sezioni musicali. L’affidamento degli stessi avveniva, ed avviene, attraverso un contratto di comodato d’uso gratuito siglato con le famiglie che in tal modo sono coinvolte e ne divengono responsabili: si intende cioè generare la cultura dell’impegno civile, introducendo, in contesti spesso degradati, comportamenti rigorosamente formali e densi di significati educativi.
I ragazzi, selezionati con semplici test di accesso, ricevono corsi dedicati che spaziano dal solfeggio, alle lezioni per i singoli strumenti, a quelle di fila, a quelle orchestrali: i cicli di lezioni settimanali durano non meno di 5 ore per 9 mesi all’anno.
I piccoli studenti in un primo momento avevano quasi vergogna a girare per il quartiere con lo strumento sotto braccio o sulle spalle. Con il passare del tempo ne sono diventati orgogliosi, così come gli abitanti del Rione.
L’attività, sino ad oggi, è stata sostenuta da numerosi sponsor per la quasi totalità privati, prestigiosi ed, in alcuni casi, di provenienza internazionale, il sostegno economico ricevuto ha consentito di utilizzare nel tempo significative risorse.
I ragazzi coinvolti, dal 2008 ad oggi, oltre 160, tre le formazioni orchestrali, una nata due anni, la «Piccola Orchestra di Forcella» coinvolge 40 bambini del popoloso quartiere: a questi fanno lezione, nella Basilica della Santissima Annunziata sotto l’attenta guida dei maestri senior guidati da Paolo Acunzo, i ragazzi che cominciarono a studiare nella fase iniziale del progetto.
Infatti, di quei ragazzi che intrapresero l’avventura sei si sono poi laureati al Conservatorio, altri dodici sono attualmente iscritti, dieci laureati in diverse discipline Universitarie, e via via, secondo quanto scandito dal passare del tempo, undici frequentano il Liceo Musicale e quaranta studiano per conseguire un diploma superiore. Tutti sono seguiti anche nei loro impegni al di fuori dell’associazione e nella quotidianità.
In questi anni l’Orchestra ha tenuto oltre 80 concerti: ha suonato, citando solo alcuni importanti esempi, più volte per Papa Francesco, per i presidenti della Repubblica Italiana, Napolitano e Mattarella, e i Presidenti di Germania, del Portogallo ed il re di Spagna, al San Carlo, al Teatro Verdi a Milano, ed all’Auditorium Sinopoli a Roma, con Mika, in uno spettacolo trasmesso da Raidue.In questi giorni hanno riscosso ampio successo nella vetrina di Italia’s Got Talent.
Il presidente della Repubblica Federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier, ha voluto premiare nel 2019 l’Orchestra e l’Associazione, dopo essere venuto in visita a conoscere di persona i giovani orchestrali.
L’obiettivo è quello di creare una palestra, un luogo che permetta di insegnare la positività dello stare insieme, strappando i giovani alla strada ed alle insidie che nasconde, insegnando la cultura del bello che viene dalla conoscenza della musica, facendo crescere dei buoni cittadini.
” Tournée In questi anni l’Orchestra ha tenuto oltre ottanta concerti e ha suonato per il Papa