Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Presentato il «Recovery Campania» Mobilità, inclusione e digitalizzazione
Cgil, Libera e Legambiente chiedono al Comune un netto cambio di passo sui progetti
Come ricostruire, quali nuove attività sviluppare, che tipologia di occupazione offrire per vincere la sfida del dopo-pandemia? Se lo chiedono le strutture regionali di Cgil, Libera e Legambiente con un documento, Recovery Campania, l’opportunità per cambiare, con il quale intendono aprire una nuova stagione di condivisione coi territori per liberarli da zavorre, emergenze ambientali croniche, progetti e inadempienze, ed avviare al tempo stesso una campagna di ascolto con tutti i soggetti interessati ed un confronto con i diversi livelli istituzionali.
«Con l’iniziativa di oggi — ha affermato il segretario generale Cgil Napoli e Campania Nicola Ricci nel corso di una conferenza stampa — iniziamo un rapporto più armonico e strutturato tra questi importanti soggetti di rappresentanza della nostra regione come Libera e Legambiente, con l’obiettivo di allargare la discussione e il confronto a tutti quelli che vorranno dare il proprio contributo per chiedere un cambio di passo sui temi e le azioni da mettere in campo per il futuro di questa regione. Insieme a Cisl e Uil abbiamo già lavorato a un documento programmatico unitario; il confronto e il contributo delle associazioni e dei movimenti potrà rafforzare la piattaforma predisposta e rendere le organizzazioni sindacali soggetti di interlocuzione e condivisione per la piena realizzazione e fattibilità dei progetti. Al Comune di Napoli chiediamo di aprirsi al confronto sulle quattro proposte delle macro-aree della città metropolitana: mobilità, inclusione sociale e territoriale, digitalizzazione e transizione ecologica. Alla Regione Campania di rendere pubblico il pacchetto di proposte inviate al Governo e quali priorità sono state scelte nelle condizionalità imposte dall’Europa».
«Dalle recenti indagini delle procure distrettuali antimafia — ha aggiunto Mariano Di Palma di Libera Campania — si evince che le organizzazioni criminali tentano di minacciare e corrompere parti diverse del tessuto politico ed economico regionale. Il rischio, anche per la poca autorevolezza della politica, degli apparati statali e parastatali, è che questa pandemia sia uno dei più grandi affari recenti per le mafie nel nostro Paese. Desertificare i territori dal lavoro significa offrire ad esse una opportunità unica, per questo chiediamo il coinvolgimento dei cittadini organizzati e delle parti sociali nei progetti di ricostruzione socio-ambientale dei territori».
«Per una Campania più verde, innovativa e inclusiva — ha concluso Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania — ci aspettiamo scelte coraggiose e radicali sui progetti da finanziare, a partire dalla bonifica di interi territori che aspettano di essere liberi da veleni da decenni. Bisogna puntare sulle tecnologie pulite per la produzione di energia rinnovabile, sugli impianti di economia circolare, sulla mobilità a emissioni zero in città e sulle altre tratte, sull’agroecologia, sulla rigenerazione urbana, sul turismo sostenibile e sulle aree protette. Solo così si potrà concretizzare la transizione di cui si parla da anni. Serve la volontà politica che finora non abbiamo visto: c’è in Campania?».