Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il violoncello di Filippini, anima vera della Settimana di Musica d’Insieme
La Settimana di Musica d’Insieme, creata nel 1971 dall’Associazione Scarlatti, presidente Giuseppe La Preta, direttore artistico Gianni Eminente, fu per oltre un decennio la manifestazione di punta della vita musicale napoletana. Un gruppo di musicisti in consolidata carriera di solista, si riunivano una volta l’anno a Villa Pignatelli alla Riviera di Chiaia per eseguire insieme musica da camera nella forma più trasparente possibile, invitando il pubblico ad assistere alle prove, a condividere la nascita del programma, a conoscere i problemi della concertazione, partecipando alla costruzione di un capolavoro di musica, un Trio di Schubert, un Quartetto di Beethoven e così via! Se alla sera la veranda neoclassica della Villa che – stando al passo coi tempi – è oggi conosciuta per aver ospitato la ricca signora innamorata del
Commissario Ricciardi nell’omonima serie televisiva – era straripante di musicofili, alla mattina e al primo pomeriggio si riempiva di giovani e ragazzi che addirittura marinavano la scuola per andare ad ascoltare la musica offerta in cordialità e semplicità da questi «mostri sacri» della musica seria. Formula assolutamente innovativa, raccolta e imitata da molti Festival internazionali, mentre a Napoli si trasformava in una più vistosa ma meno originale manifestazione anche sinfonica e lentamente tramontava. Accanto a Salvatore Accardo, che ne era il patron musicale, co-fondatori e protagonisti fissi erano Bruno Giuranna, illustre virtuoso della viola, e Rocco Filippini, celebrato violoncellista. Da Cremona, ove risiedeva, ci giunge ora notizia che quest’ultimo non c’è più. E’ morto stroncato dal Covid a 77 anni. Era nato a Lugano, aveva vinto concorsi, girato il mondo, per un breve, ma intenso periodo era stato primo violoncello dell’Orchestra di Santa Cecilia, il cui concert master era Giuseppe Prencipe, già magistrale spalla della napoletana Orchestra Scarlatti. La carriera di solista aveva poi preso il sopravvento, aveva suonato insieme ai più accreditati pianisti del suo tempo o con le Orchestre un po’ dappertutto, dal Musikverein di Vienna all’Albert Hall di Londra, alla Philarmonie di Berlino, alla Carnegie Hall di Nerw York. Ma l’approdo fisso del suo girovagare era Napoli, sorta di luogo del cuore frequentandone le istituzioni musicali e i salotti e dove i molti amici ed estimatori oggi lo ricordano con rimpianto per per l’arte sua e la memoria della grande, irripetuta stagione di musica che con lui e i suoi amici ha vissuto la città.