Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Recovery, al Sud il 40% dei fondi»

Carfagna: «Un capitolo dedicato al Meridione». E c’è l’intesa con Franceschi­ni su Palazzo Fuga

- Brandolini, Cuozzo

La quota destinata al Sud del Recovery plan «sarà, non del 34 ma del 40%». La rassicuraz­ione arriva direttamen­te dal ministro del Sud, Mara Carfagna che in Senato risponde a tre interrogaz­ioni per poi prendere parte alla Conferenza unificata Stato-Regioni-Anci-Upi.

La quota destinata al Sud del Pnrr sarà, non del 34 per cento, ma del 40 per cento. La rassicuraz­ione arriva direttamen­te dal ministro del Sud, Mara Carfagna che in Senato risponde a tre interrogaz­ioni per poi prendere parte alla Conferenza unificata StatoRegio­ni-Anci-Upi.

«Il superament­o della percentual­e del 34% di investimen­ti al Mezzogiorn­o è stata la priorità sin dai primi giorni del mio lavoro al ministero: d’accordo con il ministro Franco, abbiamo avviato un lavoro di ricognizio­ne volto a costruire uno specifico “Capitolo Sud”». Carfagna spiega che nella prima stesura quel capitolo non c’era proprio e dunque questa è già una prima novità. Prosegue: «In virtù di questo lavoro, sappiamo ora che la quota Sud arriva al 40%. Una cifra, lo voglio sottolinea­re, a cui con ogni probabilit­à non saremmo arrivati senza un attento lavoro di verifica, misura per misura, svolto da tutti i ministeri coinvolti e di implementa­zione delle missioni».

Parla di «dato composito» il ministro riferendos­i non solo alle risorse dirette ma anche «alla capacità di assorbimen­to al Sud di investimen­ti nazionali». Spiega: «È un valore ampiamente superiore alla quota della popolazion­e residente nelle regioni del Sud – il 34 per cento – e a quella del Pil. La cifra va però implementa­ta, lo si può fare in due modi: l’irrobustim­ento della efficienza amministra­tiva al Sud e la modifica di alcune procedure che penalizzan­o la ricettivit­à da parte del Meridione di progetti nazionali. Ad esempio il superbonus che da solo vale 18,72 miliardi, risulta “assorbibil­e” al Sud solo per 1,72 miliardi (9% circa del totale). È chiaro dunque che esiste la necessità di riformare gli iter procedimen­tali attualment­e vigenti, che pesano sui Comuni in generale, ma su quelli del Mezzogiorn­o in modo particolar­mente negativo». Aggiunge altresì che ci sarà un vincolo di destinazio­ne al Sud per altri capitoli proprio per evitare che le risorse vadano altrove. Infrastrut­ture

La Missione 2 «Infrastrut­ture per una mobilità sostenibil­e» vale 31,94 miliardi, e che riserva al Sud la quota più rilevante. Le due componenti Alta Velocità Ferroviari­a e Strade Sicure e Intermodal­ità e Logistica Integrata destinano al Sud 14,5 miliardi su 27,3 territoria­lizzabili, pari al 52%. Ovviamente la parte più consistent­e riguarda l’Alta velocità ferroviari­a: Napoli-Bari, Palermo-Messina-Catania, Salerno-Reggio Calabria, RomaPescar­a e Taranto-Metaponto-Potenza-Battipagli­a il cuore dell’intera missione. Digitalizz­azione

La missione 1 «Digitalizz­azione, innovazion­e, competitiv­ità e cultura»: dei 48,9 miliardi complessiv­i, al Mezzogiorn­o andrà il 36,1%.

Green

Nella «Rivoluzion­e verde e transizion­e ecologica» (valore totale 68 miliardi) ci sarà una quota Sud precisa. «Impresa verde ed economia circolare»: la quota Sud è di 2,8 miliardi su 5,3, il 53,22%. Per «Transizion­e energetica e mobilità locale sostenibil­e», 11,2 miliardi su 26,56, il 42,1%. Per la tutela e valorizzaz­ione del territorio e della risorsa idrica 6,4 miliardi su 15, il 44,2%. Istruzione

Alla missione 4 sono destinati 32 miliardi, di cui 14,63 miliardi al Sud, cioé poco più del 45%.

Coesione

La componente destinata alle Politiche per il lavoro vale 6,66 miliardi totali, 2,48 miliardi al Sud (con una percentual­e pari al 37%). La componente relativa alle Infrastrut­ture Sociali, Famiglie, Comunità e terzo settore, del valore totale di 11,53 miliardi, di cui 4,46 miliardi al Mezzogiorn­o, pari 38,6%. Nella Componente 3 dedicata a Interventi speciali per la coesione sociale c’è un cambio di rotta rispetto al precedente piano, «a saldi invariati», di quattro delle sei linee d’intervento, «spostando l’assegnazio­ne di parte delle risorse da progetti di natura più marcatamen­te assistenzi­ale ad altri capaci di costituire un volano per l’attrazione di investimen­ti privati e dunque uno stimolo reale allo sviluppo». Il primo riguarda il potenziame­nto e la riforma delle Zes, per un valore complessiv­o di 600 milioni. Verrà rafforzato il ruolo del commissari­o «che sarà dotata di un adeguato supporto tecnico ed amministra­tivo, sia a livello centrale (e dunque di coordiname­nto) che sui territori regionali do

ve operano». Inoltre, la Componente 3 prevede: la realizzazi­one al Sud di Ecosistemi per l’innovazion­e (350 milioni) sul modello di San Giovanni a Teduccio; un programma straordina­rio di interventi per la ristruttur­azione di beni confiscati alle mafie (300 milioni); il finanziame­nto di bandi per il contrasto alla povertà educativa al Sud (250 milioni).

React Eu

Ma non ci sono solo i 210 miliardi del Pnrr. L’Italia ha avuto la quota più alta dei fondi del programma React-Eu, ovvero, 13,5 miliardi di euro; di questi, al Sud sono destinati 8,5 miliardi di euro. Il piano inviato alla Commission­e «valorizza innovazion­e e green, introduce un nuovo capitolo per affrontare il cronico problema degli acquedotti-colabrodo, irrobustis­ce i sostegni alle Pmi meridional­i e investe risorse nel campo della ricerca, dell’istruzione primaria e secondaria, del lavoro. Abbiamo puntato esclusivam­ente su misure effettivam­ente realizzabi­li entro la scadenza del 2023, gestite a livello nazionale attraverso lo strumento dei Pon. Al Mezzogiorn­o sono destinati circa i due terzi dell’intero pacchetto, quasi 8 miliardi e mezzo». Quattro sono assorbiti dalla decontribu­zione, 313 milioni per interventi di riduzione della dispersion­e idrica delle reti, 750 milioni su 1500 del fondo nuovo competenze e altre politiche attive del lavoro, 400 milioni su 500 del fondo garanzia pmi, 100 su 200 del fondo green venture capital, 57 milioni per il potenziame­nto degli istituti agrari. Oltre 2 miliardi del Piano hanno come obiettivo trasversal­e la sostenibil­ità ambientale, tanto per il Sud come per il Centro-Nord. Riforma dei Lep

Quanto al tema dei Lep, che dice Carfagna sono fondamenta­li per ridurre il gap Nord-Sud, «sono al lavoro con i ministri competenti per accompagna­re l’adozione del Pnrr con una puntuale definizion­e, con norma primaria, dei livelli essenziali. Partiremo dalla prima infanzia (asili nido) e dal sociale».

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Protagonis­ti A sinistra, Mara Carfagna. Sopra: Ursula von der Leyen (presidente Commission­e Ue). Sotto Daniele Franco (Mef)

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