Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ma attenzione: in Campania la spesa dei fondi 2014-2020 è ancora ferma sotto il 34%
I dati (aggiornati a dicembre) dell’ultimo report Mef
Al 31 dicembre scorso il monitoraggio del Mef sullo stato di attuazione dei Por rientranti nella categoria economica delle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria,
Campania, Puglia e Sicilia) segnalava, rispetto al totale di risorse programmate a valere sui fondi Fesr e Fse — pari complessivamente a 17,60 miliardi di euro — un avanzamento del 71,14% in termini di impegni e del 41,80 in termini di pagamenti. L’importo degli impegni e dei pagamenti segnalato sempre nell’ultimo report disponibile sul sito governativo e riguardante
— va ricordato — il quadro comunitario di sostegno 2014-2020, comprende sia la quota Ue, sia la quota nazionale. La regione in cui sono stati utilizzati più finanziamenti — intesi come rapporto tra spesa e risorse programmate — è la Puglia. Che fa registrare un avanzamento pari al 61,60%. Segue la Basilicata, che supera quota 46%. Terza è la Sicilia, dove — al dicembre scorso — erano stati effettivamente utilizzati il 35,11% dei fondi stanziati. In Campania l’indicatore si ferma al 33,96%. Peggio ha fatto soltanto la Calabria: 33,45%.
Alla nostra regione, è bene precisarlo, sette anni or sono erano stati assegnati finanziamenti per 4,950 miliardi, di cui 3,713 provenienti direttamente dalla cassa dell’Unione europea. Di questa somma, è stato impegnato il 59,65% del totale, vale a dire 2,953 miliardi di euro. La spesa effettiva, però, si ferma a 1,681 miliardi. Un po’ pochi, se si pensa che il Qcs è ormai entrato nella sua fase finale. E soprattutto un po’ poco se si pensa che le regioni più sviluppate economicamente (essenzialmente quelle del
Centro e del Nord della Penisola) segnalano una media di utilizzo del 50,48%, con punte molto elevate in Emilia, Friuli, Piemonte, Lazio e Trentino. E parliamo comunque di risorse che superano complessivamente quota 13 miliardi di euro.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione del programma Feasr, invece, la Campania registra pagamenti effettivi per per oltre il 55% delle risorse programmate (1,8 miliardi di euro). Ma proprio qualche giorno fa da palazzo Santa Lucia è stato lanciato un allarme: «Le ipotesi di riparto delle risorse Feasr per il biennio di transizione 20212022 appaiono ingiustificate, nonché ulteriormente penalizzanti nei confronti del comparto agricolo della regione che rappresento, (perderebbe oltre 153 milioni di spesa pubblica in due anni) con impatti preoccupanti sulla tenuta economico-sociale dei territori. Si tratta di esiti diametralmente opposti rispetto a quelli perseguiti dalle politiche comunitarie di coesione e convergenza, dei quali il Fondo è strumento fondamentale». Lo ha scritto Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura, al Ministro dell’Agricoltura
Stefano Patuanelli sull’ipotesi di riparto delle risorse Feasr per il periodo 20212022. Il documento è stato condiviso con gli altri assessori regionali all’Agricoltura del Mezzogiorno: Francesco Fanelli Basilicata, Gianluca Gallo Calabria, Donato Pentassuglia Puglia, Toni Scilla Sicilia e Roberto Morroni Umbria. «Scelte illogiche e perciò contestate aspramente. Sei Regioni italiane fanno muro a difesa dei fondi per lo sviluppo rurale, esprimendo ferma contrarietà rispetto all’ipotesi di una revisione dei criteri di ripartizione».