Corriere del Mezzogiorno (Campania)
MONI OVADIA TRA PROTESTE E PROGETTI
L’attore sarà al Mercadante per supportare le istanze dei lavoratori dello spettacolo e per incontrarsi con il direttore artistico dello Stabile per un nuovo allestimento: «La situazione in cui vive il mondo della cultura e delle attività teatrali e music
«Sarò a Napoli per partecipare a uno dei “Venerdì d’ ‘a freva” organizzati in piazza Municipio, davanti al Mercadante, dal Coordinamento dei lavoratori dello spettacolo della Campania. In quell’occasione, però, parlerò anche con il mio amico Roberto Andò, direttore dello Stabile. col quale torneremo presto a realizzare uno spettacolo insieme».
Moni Ovadia, l’attore d’origine ebraica nato in Bulgaria ma cresciuto in Italia, è in viaggio in treno, come da un po’ di tempo gli accade spesso, diviso fra Milano, dove risiede, e Ferrara dove è stato nominato direttore generale del Teatro comunale. Senza considerare i viaggi in altri angoli d’Italia dove c’è bisogno della sua voce forte e chiara a sostegno di un comparto, quello dello spettacolo dal vivo, messo in ginocchio dalle chiusure anti-covid.
«Faccio questa battaglia – continua Ovadia – non per un mio interesse personale, alla mia età c’è la pensione, a cui va aggiunta anche questa nuova attività al teatro di Ferrara. Ma sono egualmente furibondo, perché la situazione in cui vive il mondo della cultura e delle attività teatrali e musicali oggi è lo specchio fedele di cosa si vuole in Italia: un paese sempre più ignorante e quindi più facilmente controllabile». Eppure i provvedimenti di chiusura non sono nati a caso, ma sotto la spinta di un’emergenza senza precedenti. «È un alibi – continua – perché, come dirò tra un paio di settimane a Napoli, sono state chiuse sale in cui era possibile lavorare in assoluta sicurezza, con il 40% delle presenze e con il necessario distanziamento. Siamo stati equiparati a baretti e discoteche, in cui gli assembramenti sono invece di regola». E nonostante questo, i ristori per il settore immaginati sin qui non sembrano efficaci. «Noi chiediamo al governo di comportarsi come in Germania e in Francia, e al presidente Mattarella
di fare come la Merkel e dichiarare la centralità del ruolo di spettacolo e cultura, i veri assi portanti dell’identità di un paese, specie come il nostro. Non posso pensare a quanti lavoratori, e non mi riferisco agli attori e registi famosi, ma a quelli meno noti, ai tecnici, agli scenografi, ai costumisti, ai datori luce, ai trasportatori e così via, siano oggi in difficoltà reali, con famiglie sulle spalle a cui non poter offrire nessuna garanzia». Una lotta contro il tempo quindi, nella speranza di poter al più presto tronare alla normalità. «Ed è per questo – conclude – Ovadia – che voglio mettermi avanti. Coltivo da tempo l’idea di dedicare uno spettacolo a Bruno Schulz, uno scrittore e pittore ebreo polacco, geniale come Franz Kafka, ucciso nel 1942 mentre tornava a casa da un ufficiale tedesco della Gestapo. E avendo già lavorato per ben quattro volte con Andò, pensavamo di farne qualcosa insieme, magari in coproduzione fra il Teatro di Napoli e il Comunale di Ferrara, per poterlo poi presentare in entrambe le città nel 2022».